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Gravidanza, colestasi o prurito?

di Sveva Galassi - 23.09.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Colestasi o prurito? Il prurito in gravidanza è piuttosto comune, ma potrebbe anche essere spia di una malattia più seria, la colestasi gravidica

Colestasi o prurito?

Può accadere che durante la gravidanza si abbia forte prurito. Spesso si tratta di un semplice fastidio che interessa molte donne, ma, a volte, il prurito potrebbe anche essere la spia di un disturbo più serio, che si chiama colestasi gravidica.

Colestasi o prurito semplice? Cerchiamo di capire esattamente quando si tratta soltanto di prurito e quando invece di colestasi gravidica.

In questo articolo

Prurito, disturbo comune in gravidanza

Il prurito può essere un disturbo comune durante la gravidanza. Nella maggior parte dei casi compare nell'ultimo trimestre, quando la pancia aumenta di volume, la pelle si stira e tende ad essere più secca. Interessa, infatti, soprattutto l'addome, i fianchi e cosce. 

In generale, il prurito in gravidanza è una condizione fisiologica e non provoca rischi né per la mamma né per il bambino. Interessa almeno il 20% delle donne incinte (una su cinque). Nonostante ciò, secondo la dottoressa Valentina Pontello, ginecologa e fitoterapeuta, vale comunque sempre la pena di parlarne con il proprio medico, anche se si tratta di un sintomo lieve, per essere certi che non sia associato ad altre malattie.

Se il dottore stabilisce che si tratta soltanto di prurito fisiologico, è possibile che egli prescriva antistaminici e creme cortisoniche per alleviare i sintomi. "Solo in casi particolari possono essere necessari dei cortisonici orali", afferma la dottoressa Pontello.

Prurito in gravidanza, quando è associato ad altre malattie

Quando il prurito è la spia di altre malattie solitamente interessa non solo l'addome, ma anche altre parti del corpo o si accompagna ad eruzioni cutanee.
 
Se il prurito non è fisiologico, può dipendere da altre malattie, tra cui: 
  1. Eruzioni atopiche della gravidanza. Il termine si riferisce a forme di eczema con prurito che si manifestano in genere nel primo o secondo trimestre di gravidanza, in donne che hanno una storia personale di dermatite atopica, anche se magari non ne soffrono più dall'infanzia. Non comporta rischi per la gravidanza, la mamma e il bebè.
  2. PUPPP. È un'orticaria abbastanza rara che si manifesta con la comparsa di placche e papule pruriginose tipicamente su pancia, sedere e cosce. Interessa in genere la prima gravidanza, ma non le successive e non è pericolosa né per la mamma né per il nascituro.
  3. Pemfigoide gestazionale. Malattia molto rara (un caso ogni 10 mila gravidanze) con base auto-immunitaria. Inizia con un intenso prurito al quale fa seguito la comparsa di caratteristiche lesioni della pelle (placche, papule), che infine diventano bolle. Può essere associato a rischi per il bambino, in particolare di parto pretermine e basso peso alla nascita. Poiché gli autoanticorpi prodotti dalla mamma passano attraverso la placenta, può esserne affetto anche il neonato, ma in modo lieve e temporaneo.
  4. Colestasi gravidica. Nel paragrafo successivo scopriremo esattamente di cosa si tratta.

Colestasi gravidica, cos'è e come si manifesta

La colestasi gravidica - o colestasi intraepatica della gravidanza - è una malattia del fegato che insorge solo in gravidanza. Questa malattia ha come sintomo principale il prurito e, se è trascurata, può provocare complicanze anche serie al bebè.

Secondo il ginecologo Flavio Del Savio, già direttore del Dipartimento materno-infantile degli Ospedali Riuniti di Ancona, la colestasi gravidica comporta un accumulo di sali biliari nel fegato e nella maggior parte dei casi si manifesta alla fine del secondo o all'inizio del terzo trimestre di gravidanza (anche se può comparire anche prima).

La colestasi colpisce all'incirca l'1-2% delle donne in gravidanza, anche se la sua incidenza è molto variabile da nazione a nazione.

Il sintomo tipico è un prurito della pelle, che comincia alle piante dei piedi e delle mani, per poi generalizzarsi. Le manifestazioni del prurito avvengono soprattutto durante la notte e possono essere intense, tanto da influenzare la qualità della vita della donna.

La conferma della diagnosi viene dall'esito di specifici esami del sangue, come il dosaggio degli acidi biliari, della bilirubina e delle transaminasi, se testimoniano la concentrazione di bile nel fegato.

Colestasi gravidica, potenziali rischi

Colestasi gravidica, rischi per la mamma 

In generale non ci sono grandi rischi per la mamma. Però può esserci una maggior tendenza alle emorragie post partum causata da un malassorbimento della vitamina K associata alla malattia (la vitamina K è una sostanza coinvolta nei meccanismi di coagulazione del sangue). Questo inconveniente può tuttavia essere facilmente superato fornendo alla mamma supplementi di vitamina K nelle ultime settimane di gravidanza.

Per il resto, dopo il parto tutto passa e anche il prurito finalmente cessa; per i primi tre mesi però si devono tenere sotto controllo i valori biliari e l'ittero, per verificare che tutto sia tornato nella norma.

Colestasi gravidica, rischi per il bambino 

Secondo ricerche recenti la colestasi, se trascurata, può provocare danni anche seri al bambino. Questo perché l'accumulo di acidi biliari nel sangue può ridurre la sintesi di surfattante polmonare, una sostanza prodotta dal feto che induce la maturità polmonare e consente al bambino l'autonomia respiratoria al momento della nascita.

In più, possono provocare l'immissione di meconio nel liquido amniotico che, inalate, possono dare asfissia subito dopo la nascita.

Le linee guida internazionali consigliano di non procrastinare il parto oltre le 37 settimane, quando potrebbero presentarsi i maggiori rischi.

Colestasi gravidica, le cure

La colestasi gravidica viene curata con l'acido ursodesossicolico. Si tratta di un farmaco che aiuta ad alleviare il prurito, che migliora i parametri fetali e dà i minori effetti collaterali.

Sicuramente la colestasi può essere tenuta sotto controllo con la terapia farmacologica e con controlli frequenti, fino al momento in cui i medici valutano che è necessario indurre il parto.

Fonti: 

materiale informativo sul sito Emedicine/Medscape

articolo Pruritus in Pregnancy (su Canadian Family Physician)

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