L'ultima circolare del Ministero della Salute fa il punto sulla questione del "Green pass" e sulla possibilità di realizzare un certificato di esenzione dalla vaccinazione contro il Covid-19 per le donne in gravidanza (se il medico non lo consiglia). Scopriamo di più al riguardo.
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Gravidanza e Green pass: i certificati di esenzione dalla vaccinazione contro il Covid-19
Sono incinta: come fare con il green pass? Il Ministero della Salute con una nuova circolare ha informato sulla possibilità di farsi rilasciare un certificato di esenzione dalla vaccinazione contro il Covid-19 e di accedere, così, a tutte le attività e ai servizi che richiedono il certificato verde.
Se si è in dolce attesa, occorre, dunque, anzitutto sentire il proprio medico e valutare insieme un'eventuale possibilità di fare il vaccino, che, sempre secondo l'ultima circolare del Ministero, «non è controindicato in gravidanza».
Se il proprio medico (o ginecologo) non consiglia il vaccino, può comunque emettere per la futura mamma un certificato di esenzione dalla vaccinazione contro il Covid-19, che funge da "green pass", come è previsto dal Ministero.
Green pass in gravidanza, come ottenerlo e quanto dura
È possibile, dunque, in alternativa al "green pass" tradizionale, farsi rilasciare dal proprio medico curante una certificazione di esenzione dal vaccino, al fine di consentire l'accesso ai servizi e attività (di cui al comma 1, art. 3 del DECRETO-LEGGE 23 luglio 2021, n. 105).
Possono chiedere tale documento i soggetti che per condizione medica non possono ricevere o completare la vaccinazione (tra cui le donne in gravidanza) per ottenere una certificazione verde Covid-19.
Le certificazioni di esenzione alla vaccinazione anti-SARS-CoV-2 potranno essere rilasciate in formato cartaceo e potranno avere una validità massima fino al 30 settembre 2021, salvo ulteriori disposizioni.
La durata di validità, sulla base delle valutazioni cliniche relative, verrà aggiornata quando sarà avviato il sistema nazionale per l'emissione digitale delle stesse al fine di consentirne la verifica digitale.
IMPORTANTE. Nel documento del Ministero della Salute è ribadito che le future mamme (e tutte le altre persone) che ottengono una esenzione alla vaccinazione anti-SARS-CoV-2 devono essere adeguatamente informate sulla necessità di continuare a mantenere le misure di prevenzione (usare le mascherine, distanziarsi dalle persone non conviventi, lavare le mani, evitare assembramenti in particolare in locali chiusi, rispettare le condizioni previste per i luoghi di lavoro e per i mezzi di trasporto).
Green pass in allattamento, come fare?
Sto allattando: come fare con il green pass? Per l'allattamento vale lo stesso discorso della gravidanza: il Ministero della Salute prevede sempre, dopo la valutazione medica, la possibilità di farsi rilasciare un certificato di esenzione dalla vaccinazione contro il Covid-19.
Se si sta allattando, occorre, dunque, anzitutto sentire il proprio medico e valutare insieme un'eventuale possibilità di fare il vaccino. L'ultima circolare del Ministero riporta la frase seguente: «L'allattamento non è una controindicazione alla vaccinazione anti-SARS-CoV-2».
Se il proprio medico (o ginecologo) non consiglia il vaccino, può comunque emettere per la donna in allattamento un certificato di esenzione dalla vaccinazione contro il Covid-19.
Linee guida dell'Istituto Superiore di Sanità
Ricordiamo le indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità al 31 gennaio 2021, che restano ad oggi valide:
- «Le donne in gravidanza e allattamento non sono state incluse nei trial di valutazione dei vaccini Pfizer-BioNtech mRNA (Comirnaty), Moderna e AstraZeneca per cui non disponiamo di dati di sicurezza ed efficacia relativi a queste persone.
- Gli studi condotti finora non hanno evidenziato né suggerito meccanismi biologici che possano associare i vaccini a mRNA ad effetti avversi in gravidanza e le evidenze di laboratorio su animali suggeriscono l'assenza di rischio da vaccinazione.
- Al momento le donne in gravidanza e allattamento non sono un target prioritario dell'offerta di vaccinazione contro il COVID-19 che, ad oggi, non è raccomandata di routine per queste persone.
- Dai dati dello studio ItOSS - relativi alla prima ondata pandemica in Italia - emerge che le donne in gravidanza presentano un rischio basso di gravi esiti materni e perinatali e che le comorbilità pregresse (ipertensione, obesità) e la cittadinanza non italiana sono significativamente associate a un maggior rischio di complicanze gravi da COVID-19.
- La vaccinazione dovrebbe essere presa in considerazione per le donne in gravidanza che sono ad alto rischio di complicazioni gravi da COVID19, le donne in queste condizioni devono valutare, con i sanitari che le assistono, i potenziali benefici e rischi e la scelta deve essere fatta caso per caso.
- Se una donna vaccinata scopre di essere in gravidanza subito dopo la vaccinazione, non c'è evidenza in favore dell'interruzione della gravidanza.
- Se una donna scopre di essere in gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino può rimandare la seconda dose dopo la conclusione della gravidanza, eccezion fatta per i soggetti ad altro rischio.
- le donne che allattano possono essere incluse nell'offerta vaccinale senza necessità di interrompere l'allattamento».