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Herpes simplex in gravidanza: cos'è e quali sono i rischi per il feto

di Francesca De Ruvo - 08.06.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
L'herpes simplex è una malattia infettiva contagiosa che può colpire la bocca, le labbra e i genitali. Cosa succede se si manifesta durante la gravidanza?

In questo articolo

L'herpes simplex può essere motivo di grande preoccupazione se si manifesta in una donna incinta, ma non sempre rappresenta un pericolo per il feto. Se la futura mamma contrae l'herpes labiale, ad esempio, non vi sono rischi per il piccolino. Diverso, invece, è il caso dell'herpes genitale, un'infezione meno comune che però può essere trasmessa al neonato nel momento del parto. Quando la donna presenta un'infezione genitale da Herpes Simplex durante la gravidanza, è necessario valutare il ricorso al parto cesareo per evitare di mettere a rischio la salute del neonato.

Herpes simplex: cos’è

L'herpes simplex è una malattia infettiva contagiosa che può essere anche particolarmente fastidiosa, e sono in molti ad averlo sperimentato sulla propria pelle. Caratterizzata dalla presenza di bollicine pruriginose, l'infezione da HSV (virus herpes simplex) può manifestarsi sulle labbra e sulla bocca (herpes labiale) oppure sui genitali (herpes genitale) ed è causata rispettivamente dal virus HSV-1 e dal virus HSV-2. In realtà, sebbene sia più frequente che l'HSV-1 si manifesti a livello labiale e l'HSV-2 a livello genitale, entrambi i virus possono colpire sia l'area genitale che quella labiale.

L'infezione primaria

L'infezione da herpes simplex può presentarsi in maniera asintomatica o con manifestazioni più o meno gravi. Solitamente, quando per la prima volta si verifica un contatto tra il virus e le mucose (o la cute) dell'ospite, si verifica l'infezione primaria e compaiono delle vescicole pruriginose che tutti conosciamo e che talvolta possono essere anche dolorose. Le lesioni si manifestano da 2 a 14 giorni dopo l'esposizione al virus e generalmente i sintomi guariscono nel giro di alcuni giorni o al massimo di qualche settimana. Dopo la guarigione, però, il virus non se ne va dal nostro corpo, si mette come in "stand-by" (stato di latenza) per un tempo indefinito.

Infezioni ricorrenti

Proprio perché il virus non abbandona mai del tutto il nostro corpo, quando il sistema immunitario si indebolisce un po' a causa dello stress, di un'influenza o proprio per via della gravidanza, l'herpes può ripresentarsi con una nuova fioritura di vescicole oppure in maniera del tutto asintomatica.

In base alla zona del corpo in cui si manifesta, l'infezione da herpes simplex può essere più o meno pericolosa per il bambino che la donna porta in grembo.

L’herpes labiale

L'infezione labiale da herpes simplex è davvero molto comune, tanto che si stima che il 68% della popolazione adulta l'abbia manifestato almeno una volta. Si manifesta con piccole bolle e vesciche che contornano le labbra e che generano prurito e bruciore. Generalmente le bolle si asciugano nel giro di pochi giorni e formano delle crosticine gialle, fino a sparire poi del tutto entro 10 giorni.

Per contrastare i sintomi dell'herpes simplex si possono utilizzare dei farmaci per uso locale, delle pomate oppure dei cerotti ad azione antinfiammatoria o anestetica. In ogni caso, se l'herpes labiale si manifesta in gravidanza non ci sono rischi per il feto.

Decisamente più rischioso, invece, è l'herpes genitale che potrebbe essere trasmesso al neonato.

L’herpes genitale

L'herpes genitale, causato dal virus herpes simplex, è fortunatamente meno diffuso dell'herpes labiale, ma si stima comunque che circa il 10% della popolazione adulta lo abbia contratto. Il sintomo tipico della malattia è la presenza di piccole lesioni sulla mucosa vulvare della donna (o a livello del pene nell'uomo) e, occasionalmente, possono manifestarsi anche a livello dell'ano. Come abbiamo accennato prima, il maggior responsabile dell'herpes genitale è il virus HSV-2, ma può essere scatenato anche dall'HSV-1, sebbene in un numero minore di casi.

Come si contrae l'herpes genitale

L'herpes genitale, come ricorda l'Istituto Superiore di Sanità, è altamente contagioso e viene trasmesso principalmente durante i rapporti sessuali di tutti i tipi (vaginali, orali e anali) attraverso i fluidi corporei o il contatto diretto delle vescicole con i genitali. Negli ultimi anni l'Herpes genitale causato dall'HSV-1 è diventato sempre più frequente e viene trasmesso durante un rapporto orale attraverso il contatto diretto dei genitali con le vescicole presenti sulle labbra o nel cavo orale di un soggetto infetto.

Come si fa la diagnosi

Come indicato dall'Istituto Superiore di Sanità, per la diagnosi dell'infezione da herpes simplex è sufficiente la visita dal medico specialista che riconosce la malattia osservando le lesioni presenti a livello genitale. La diagnosi clinica può essere confermata da test di laboratorio che confermano o meno l'infezione. La diagnosi può essere fatta anche con la sierologia, cioè con la ricerca degli anticorpi specifici anti-HSV-1 e HSV-2 nel sangue. Nel paziente sintomatico, sia i test virologici che sierologici sono in grado di determinare se si tratta di un'infezione primaria o di una recidiva.

Come si previene l'herpes genitale

Il rischio di trasmissione dell'Herpes genitale può essere ridotto grazie all'utilizzo del preservativo in modo corretto e costante. Tuttavia, i preservativi non coprono tutte le aree che possono essere interessate dal virus e quindi non proteggono completamente dall'infezione. I soggetti con Herpes genitale dovrebbero quindi astenersi dall'attività sessuale quando sono presenti vescicole o altri sintomi.

È importante fare attenzione all'infezione genitale da herpes simplex se la donna desidera una gravidanza o se è già incinta perché la malattia potrebbe essere trasmessa al neonato con conseguenze anche gravi.

La trasmissione dell’infezione da herpes simplex al neonato

Quando l'infezione da herpes simplex si manifesta a livello genitale può essere trasmessa al feto per contatto al momento del parto. Infatti, se il piccolo entra in contatto con le lesioni erpetiche dei genitali il rischio di contagio è alto. Secondo le linee guida dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani, il rischio di trasmissione al neonato da una madre infetta è alto (circa 30-50%) tra le donne che contraggono l'herpes genitale vicino al momento del parto e basso (<1%) tra le donne che hanno contratto l'herpes simplex nella prima metà della gravidanza o che presentano manifestazioni ricorrenti presso il termine della gravidanza.

La trasmissione al feto attraverso la placenta è invece piuttosto rara così come lo è anche la possibilità di contagio del neonato dopo la nascita.

Come si previene la trasmissione neonatale

La prevenzione dell'herpes neonatale, sempre secondo le linee guida dei CDC americani, si basa su due aspetti fondamentali:

  • prevenire l'infezione primaria nella donna durante l'ultimo trimestre di gravidanza;
  • evitare che durante il parto il neonato sia esposto alle lesioni erpetiche.

Per prevenire l'infezione primaria è importante che le donne in gravidanza si astengono dall'attività sessuale con partner infetti, o sospetti tali, durante l'ultimo trimestre di gestazione. Se durante la gravidanza il partner presenta una manifestazione da herpes simplex (labiale o genitale), secondo le indicazioni del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, è opportuno che la donna eviti il contatto pelle a pelle con la zona interessata.

Per evitare l'esposizione del bambino alle lesioni erpetiche, invece, in alcuni casi sarà necessario considerare il parto cesareo.

Parto cesareo e herpes simplex: quando è necessario?

Il taglio cesareo Secondo le linee guida del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists NON è raccomandato:

  • in caso di infezione primaria contratta nel primo o secondo trimestre di gravidanza;
  • in caso di recidive ricorrenti durante la gravidanza ma senza lesioni attive o sintomi prodromici al momento del parto per via del rischio veramente basso di trasmissione al neonato.

Pertanto, una donna con storia trascorsa di herpes genitale e senza lesioni erpetiche, cioè vescicole, nel terzo trimestre di gravidanza può stare più serena perché il rischio per il piccolino è basso e non sono necessarie terapie dopo la nascita.

Sempre secondo le linee guida del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, il parto cesareo è invece raccomandato quando:

  • sono presenti lesioni erpetiche (primarie o non) a livello dei genitali al momento del parto o entro 6 settimane dal termine della gravidanza;
  • se sono presenti sintomi prodromici come dolore vulvare o bruciore che possono quindi indicare la presenza dell'infezione;
  • la donna ha contratto l'infezione nel terzo trimestre.

Si raccomanda il taglio cesareo in queste situazioni anche se non elimina del tutto la possibilità che l'infezione sia trasmessa al neonato perché i benefici per il neonato superano comunque i rischi.

Il taglio cesareo, inoltre, non deve essere comunque proposto di routine, ma bisogna valutare la situazione specifica di ciascuna donna. La scelta di effettuare un taglio cesareo può dipendere anche dall'efficacia del trattamento contro l'herpes simplex genitale.

Come si cura l’herpes genitale in gravidanza

Al momento non esiste una cura definitiva delle infezioni da herpes genitale perché il virus rimane latente nell'organismo. Tuttavia, la fase attiva dell'infezione può essere efficacemente trattata con farmaci antivirali.

Durante la gravidanza tutte le società scientifiche concordano sull'utilizzo dell'aciclovir per via orale, un farmaco sicuro per la mamma e anche per il bambino che porta in grembo.

Il trattamento con aciclovir è indicato per le donne che:

  • hanno manifestazioni ricorrenti di herpes simplex durante la gravidanza (inizio della terapia a partire dalla 36 settimana);
  • hanno una storia clinica di herpes genitale (inizio della terapia sempre a partire dalla 36 settimana);
  • presentano una manifestazione primaria di herpes simplex genitale nel terzo trimestre.

Il trattamento antivirale non impedisce le recidive, ma in una donna con infezione ricorrente permette di poter evitare il taglio cesareo se le lesioni erpetiche non sono presenti al momento del parto o nelle settimane precedenti.

Cosa fare dopo la nascita del bambino

Se durante il parto il neonato entra in contatto con le lesioni erpetiche dei genitali materni, il rischio di contagio è elevato. L'herpes neonatale può si può manifestare con:

  • lesioni a carico della mucosa del naso e della bocca, congiuntivite ed esantema diffuso (45% dei casi);
  • encefalite con o senza lesioni cutanee (30% dei casi);
  • un'infezione disseminata (25% dei casi).

Le conseguenze dell'herpes neonatale possono essere anche molto gravi e irreversibili perciò il neonato deve essere sottoposto tempestivamente a una terapia antivirale. Purtroppo, quando vi è il coinvolgimento del sistema nervoso centrale la mortalità è pari al 15% mentre per la malattia disseminata arriva al 57%.

Anche il bambino nato apparentemente sano deve essere osservato attentamente per le prime sei settimane di vita perché i sintomi potrebbero presentarsi tardivamente.

Se compaiono delle bollicine sospette oppure la febbre, deve essere immediatamente allertato il pediatra.

Fonti utilizzate:

  • Istituto Superiore di Sanità, Herpes genitale;
  • Centers for Disease Control and Prevention (CDC), Genital HSV infection, Sexually Transmitted Diseases Treatment Guidelines, 2015;
  • Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, Genital herpes and pregnancy, 2014;
  • Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, Management of Genital Herpes in Pregnancy, 2020.
 

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