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Integratori multivitaminici in gravidanza: una spesa di troppo?

di Valentina Murelli - 07.02.2021 - Scrivici

multivitaminici
Fonte: Shutterstock
Acido folico e, al massimo, vitamina D: non c'è alcun bisogno di assumere multivitaminici. Per il resto basta una sana alimentazione, a meno che non ci siano necessità specifiche  

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Gli scaffali delle farmacie e delle parafarmacie sono pieni di integratori multivitaminici, spesso anche abbastanza costosi, per la donna incinta o che allatta. Questi prodotti contengono una grande varietà di vitamine e minerali, dalla vitamina C allo iodio, dal magnesio al rame, dalla vitamina K allo zinco. Ma servono davvero per la salute della mamma e del suo bambino o si tratta solo di marketing?

Integratori multivitaminici, sono davvero indispensabili?

Se il mito secondo cui sarebbe necessario "mangiare per due" in gravidanza è stato sfatato da ormai qualche anno, è giunto il momento di sfatarne anche un altro: i multivitaminici in gravidanza non servono e rappresentano quindi una spesa totalmente evitabile per le future mamme.

Durante la gravidanza i micronutrienti, cioè le vitamine e i minerali, sono fondamentali per il benessere della mamma e per il corretto sviluppo del suo bambino. Il loro ruolo durante i nove mesi di gestazione è importantissimo: riducono il rischio di parto prematuro, prevengono malformazioni fetali, favoriscono lo sviluppo del sistema nervoso del feto e, infine, proteggono la salute della donna. In gravidanza il fabbisogno di questi nutrienti aumenta ma, fatta eccezione per alcuni di essi (in primis, acido folico e vitamina D), è possibile soddisfarlo grazie a una alimentazione corretta, varia e ben bilanciata.

Quando le pubblicità insistono sull'importanza dei multivitaminici per il benessere del feto, spesso anche facendo leva sulle emozioni e le preoccupazioni delle future mamme, dobbiamo essere consapevoli che si tratta di marketing. Ricordiamoci, infatti, che il mercato degli integratori alimentari, come afferma Federfarma, ha raggiunto nel 2019 il valore di ben 3,6 miliardi di euro solo nel nostro paese. Attenzione: qui non si vuole far passare il messaggio che gli integratori in generale siano inutili, anzi, ma semplicemente che ogni donna ha delle esigenze specifiche, come delle particolari carenze, che il medico deve valutare e risolvere.

Nel caso in cui una donna fosse carente di un dato minerale o di una vitamina, si interviene solitamente con un integratore specifico, e non ci si affida ai multivitaminici.

Multivitaminici, cosa dice la scienza

Quando una mamma scopre di essere incinta il suo desiderio più grande è che il suo bambino stia bene e sia sano. Perché il feto si sviluppi correttamente la futura mamma deve introdurre attraverso la dieta tutti i micronutrienti necessari. Ci sono però alcuni casi in cui la dieta non è sufficiente a garantire il giusto apporto di vitamine e minerali. Vediamo cosa dicono le evidenze scientifiche.

Nel 2016 è stata pubblicata sul Drug and Therapeutics Bulletin, una rivista scientifica inglese che si occupa di valutazione indipendente dei trattamenti farmaceutici, un'importante metanalisi sul ruolo degli integratori in gravidanza. Lo studio arriva a una secca conclusione: sicuramente è utile l'assunzione di un integratore di acido folico - 400 microgrammi al giorno da prendere da prima del concepimento - e potrebbe essere utile anche quella di vitamina D. Al di là di questo, però, non ci sono dati scientifici validi per consigliare a tappeto alle donne incinte o che stanno programmando una gravidanza di assumere integratori multivitaminici. Meglio, invece, puntare sulla promozione di una sana alimentazione e di un sano stile di vita.

Gli autori scrivono proprio che "i complessi multivitaminici e multiminerali pensati per la gravidanza sono probabilmente inutili, e rappresentano quindi una spesa non necessaria". Questo perché le poche evidenze scientifiche che ne suggeriscono l'utilità derivano da studi osservazionali (quini non veri trial clinici) effettuati per lo più in paesi in via di sviluppo, dove la malnutrizione è diffusa. Per le donne che vivono nei paesi europei gli integratori multivitaminici sono completamente inutili. Gli autori dello studio sottolineano anche che per mamme e papà è spesso difficile resistere alle numerose pubblicità che insistono sui benefici per la salute del nascituro.

Nel 2017, è stata pubblicata anche un'altra interessante revisione della letteratura scientifica sull'uso degli integratori multivitaminici in gravidanza. La ricerca, pubblicata sull'American Journal of Obstetrics and Gynecology, sostiene che l'uso di multivitaminici durante i nove mesi di gestazione non sia utile per diminuire il rischio di parto pretermine e che la somministrazione di questi integratori dovrebbe essere raccomandata con cautela per via della scarsa qualità delle evidenze scientifiche disponibili.

Quindi, a meno che non ci siano quindi particolari carenze rilevate dal medico tramite le analisi del sangue, l'unico integratore necessario per la salute di mamme e bambini è l'acido folico, e in alcuni casi la vitamina D.

Acido folico, sì

Secondo quanto riportato dallo studio inglese del 2016, gli unici integratori di dimostrata efficacia sono quelli di acido folico, la cui assunzione - possibilmente da 2-3 mesi prima del concepimento e per tutto il primo trimestre - riduce significativamente il rischio di difetti del tubo neurale, come spina bifida e anencefalia. Non a caso, tutte le società scientifiche e gli organismi sanitari internazionali, tra cui l'OMS, consigliano di prendere acido folico quando si comincia a desiderare una gravidanza (o comunque se non la si esclude): di norma bastano 0,4 mg al giorno, ma si può arrivare a 5 milligrammi al giorno in particolari situazioni di rischio, per esempio se una donna ha già avuto un bambino con un difetto del tubo neurale.

L'acido folico è davvero molto importante per la salute del feto, tanto che nel nostro paese viene rimborsato dal servizio sanitario nazionale.

Vitamina D, dipende dalla situazione

Un pochino meno solide le evidenze a favore della vitamina D. Il NICE, l'istituto nazionale inglese per la salute e l'eccellenza clinica, consiglia di utilizzare un integratore di vitamina D in gravidanza e durante l'allattamento. Su  questo punto però non c'è accordo internazionale: l'Organizzazione mondiale della sanità afferma che, in base ai dati disponibili, non ci sono prove per indicare a tutte le donne incinte di prendere un integratore di vitamina D.

E lo stesso fanno, in Italia, le Linee guida del ministero della salute per la gravidanza fisiologica e l'Aifa, Agenzia italiana del farmaco.

Secondo l'ultima revisione dei LARN, cioè i livelli di assunzione dei nutrienti di riferimento per la popolazione italiana, in gravidanza si consiglia un'assunzione di 15 microgrammi al giorno, pari a 600 Unità internazionali (UI). Il valore considera sia l'apporto alimentare, sia quello derivato dall'esposizione alla luce solare.

L'integrazione di vitamina D è sicuramente consigliata nelle donne con carnagione scura e per chi si espone troppo poco alla luce solare (15/20 minuti al giorno sono sufficienti). La vitamina D, infatti, si ottiene principalmente dall'esposizione solare, mentre con l'alimentazione ne possiamo assumere circa il 20% dell'apporto giornaliero. Se, a causa Covid-19, una futura mamma ha passato troppo tempo in casa senza mai esporsi alla luce naturale, allora l'integrazione di vitamina D può essere utile, come consiglia il Sistema sanitario britannico.

In ogni caso basterà sottoporsi a un prelievo sanguigno per verificare un'eventuale carenza.

Vitamina B12 per chi segue un’alimentazione (prevalentemente) vegetale

Sempre più mamme decidono di seguire un'alimentazione vegana o vegetariana. In questo caso sarà necessario continuare a integrare, come facevano già prima della gravidanza, la vitamina B12, importantissima per la salute di mamma e bebè.

Sebbene si pensi che solo chi segue una dieta totalmente vegetale necessiti della B12, una carenza di questa vitamina si può osservare anche in persone onnivore. Se il vostro regime alimentare è prettamente vegetale, controllate il livello di B12 con le analisi del sangue specifiche.

E tutti gli altri integratori?

Detto questo, per l'assunzione di altri supplementi di vitamine e minerali da parte di donne mediamente ben nutrite non ci sono chiare evidenze di benefici clinici. In effetti, le ultime raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità per un'esperienza positiva in gravidanza dicono chiaramente che, in condizioni normali e fisiologiche, i multivitaminici non sono consigliati a tappeto per tutte le donne.

Quella sulla qualità della nutrizione di base è comunque una precisazione fondamentale, perché ovviamente il discorso cambia se si prendono in considerazioni popolazioni con gravi problemi di malnutrizione, come spesso succede in paesi a basso reddito. Qui gli integratori multivitaminici possono avere tutt'altra importanza e non a caso molti studi a favore di questi prodotti sono stati condotti proprio in questi paesi.

In termini di salute pubblica gli obiettivi principali devono essere piuttosto "la promozione di una dieta sana e quella dell'assunzione di acido folico, che è ancora trascurata da molte donne".

Come abbiamo visto prima questo non vuole dire che nel nostro paese non possano servire integrazioni particolari, che vadano oltre l'acido folico o la vitamina D. In alcune situazioni, come in caso di anemia o di carenza di calcio sarà necessario utilizzare uno specifico integratore. Il punto, però, è che sarà il medico, di volta in volta, a stabilire se queste integrazioni sono davvero necessarie.

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Revisionato da Francesca De Ruvo

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