Pesto in gravidanza
La pasta al pesto è uno di quei piatti che rappresenta una vera tentazione anche quando si è in dolce attesa, non solo perché è ricco e gustoso, ma anche perché è molto veloce da preparare, l'ideale per quando non si ha il tempo o la voglia di cucinare. Ma è sicuro mangiare il pesto in gravidanza? In generale, sì, ma ci sono alcune buone pratiche da adottare per evitare di correre qualche rischio.
Pesto: proprietà
Tra i condimenti più famosi e apprezzati della cucina italiana, il pesto classico non è solo buono ma vanta anche ottime proprietà nutritive. Cominciamo con il suo ingrediente principe, il basilico. Quest'erba aromatica originaria dell'Iran, dell'India e delle aree asiatiche tropicali, è ricca di sostanze dalla spiccata attività antiossidante, nonché di vitamine che agiscono sul buon funzionamento del metabolismo, della coagulazione e sul corretto sviluppo del sistema nervoso durante la gravidanza. Insieme all'aglio, altro prezioso ingrediente del pesto, ha un'azione depurativa su fegato, stomaco e intestino, entrambi rinforzano cuore e circolazione e contribuiscono ad abbassare il colesterolo. Abbiamo, poi, nella ricetta classica del pesto alla genovese, l'olio extravergine d'oliva, ricco di acidi grassi mono e polinsaturi (MUFA e PUFA), vitamina E e vitamina K, preziose per la salute di pelle e ossa, fibre alimentari e ferro. E non dimentichiamoci i pinoli, che come tutta la frutta secca agiscono positivamente anche sullo sviluppo del cervello del bambino.
Il pesto in gravidanza è sicuro?
Come detto, mangiare pesto in gravidanza può apportare diversi benefici. Tuttavia, è sempre raccomandato fare attenzione, prima di consumare un bel piatto di pasta al pesto, perché, come sappiamo, anche dietro alle pietanze più innocue si può nascondere qualche insidia per una donna incinta, soprattutto durante i primi mesi. In caso di pesto fresco fatto in casa, è importante lavare accuratamente le foglie di basilico, onde evitare il rischio di contrarre la toxoplasmosi. Per distruggere il toxoplasma, è necessario congelare il vasetto di pesto.
Più improbabile, invece, una infezione contratta con il pesto confezionato, soprattutto se è di una marca di buona qualità. Il pesto acquistato al supermercato, infatti, è sottoposto alla tecnica della pastorizzazione, che permette di togliere la potenziale carica batterica nella salsa ed allungarne la conservazione.
Consigli per un consumo sicuro del pesto in gravidanza
Anche per il pesto acquistato al supermercato ci sono degli accorgimenti utili, specialmente se non si vogliono correre rischi in gravidanza. Per prima cosa, occhio agli ingredienti. Il consiglio degli esperti è di leggere attentamente i primi tre, ossia quelli utilizzati in dosi maggiori che, in un pesto alla genovese, devono essere:
- basilico
- olio
- parmigiano (o pecorino)
Stando a quanto spiega all'Huffington Post Corrado Finardi, dell'Area Nutrizione e Sicurezza Alimentare di Coldiretti, "l'olio deve essere extravergine di oliva perché questa è senz'altro un'indicazione di maggior qualità rispetto alle confezioni su cui appaiono le scritte «olio di semi» e «olio vegetale»". È altrettanto importante verificare che in etichetta sia presente parmigiano o pecorino e non un generico formaggio grattugiato. Meglio preferire, infine, le tipologie di pesto che contengono pinoli anziché anacardi.
Se, invece, vi state chiedendo se sia meglio un prodotto del banco frigo o uno dello scaffale, la risposta è che non ci sono grandi differenze, a parte il fatto che quello da frigo avrà una data di scadenza più ravvicinata e in alcuni casi potrebbe contenere meno conservanti dei pesti in vasetto che si trovano sugli scaffali (anche se non è detto, dipende dalla qualità del prodotto).
Un accorgimento fondamentale, in particolar modo quando si aspetta un bambino, è quello di conservare il vasetto di pesto in frigo dopo l'apertura e di consumarlo entro pochi giorni o comunque nei tempi indicati sull'etichetta. Ricordate che il pesto può andare a male rapidamente dopo l'apertura.
Questo perché l'olio d'oliva e i pinoli sono soggetti a deterioramento più della maggior parte degli altri alimenti, a causa del loro elevato contenuto di grassi.