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Prolasso uterino e gravidanza: di cosa si tratta

di Simona Bianchi - 10.05.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Il prolasso uterino si verifica quando il pavimento pelvico si indebolisce. Come si può curare, quali sono le cause e quali sono i rimedi

In questo articolo

Prolasso uterino e gravidanza: cosa sapere

Il prolasso uterino è una condizione che si verifica quando i muscoli del pavimento pelvico e i legamenti si indeboliscono e non sono più in grado di sostenere l'utero. Di conseguenza, quest'ultimo scivola verso il basso, nella vagina. In gravidanza, casi di prolasso uterino sono estremamente rari. La causa può essere dovuta a una preesistente condizione di debolezza dei legamenti e potrebbe manifestarsi durante i primi mesi di gravidanza. Le complicazioni derivanti dal prolasso dell'utero in gravidanza variano da alcune lievi infezioni cervicali all'aborto spontaneo.

Le cause e i sintomi del prolasso dell’utero

Le cause del prolasso dell'utero sono:

  • gravidanza
  • parto difficile o traumatico
  • sovrappeso e obesità
  • bassi livelli di estrogeni dopo la menopausa
  • costipazione cronica o intenso sforzo alla defecazione
  • tosse cronica o bronchite
  • sollevamento di pesi molto pesanti
  • predisposizione genetica, dato che si può avere anche in donne con imene integro.

In generale, se si ha una condizione di prolasso uterino lieve, potrebbero non essere presenti segni e sintomi. Nei casi che vanno dal moderato al grave, invece, si può avvertire sensazione di pesantezza o di pressione nell'area pelvica e i tessuti potrebbero sporgere dalla vagina. Si possono poi avere anche problemi urinari, come perdite, incontinenza o ritenzione urinaria, problemi intestinali, sensazione di stare seduta su una pallina e problemi nell'attività sessuale.

Gli interventi per curare il prolasso uterino

Se il prolasso uterino è grave, il medico potrebbe consigliare l'intervento chirurgico, come la laparoscopia, una chirurgia poco invasiva, o la chirurgia vaginale. Gli interventi chirurgici hanno l'obiettivo di riparare i tessuti pelvici indeboliti, oppure, nei casi più gravi, di rimozione dell'utero. Ma ci sono anche cure che non prevedono la chirurgia, per esempio, trattamenti che prevedono di eseguire un pessario vaginale. Questa pratica consiste nell'inserire un anello di plastica o gomma nella vagina per sostenere i tessuti sporgenti.

Questo dispositivo deve essere tuttavia rimosso periodicamente per essere sterilizzato e pulito. Una delle soluzioni più usate è quella della terapia chirurgica con ausilio di mesh sintetiche o semisintetiche che, di fatto, sostituiscono i tendini e i muscoli indeboliti, fissandosi a supporto osseo o tendineo del bacino. In ogni caso, sarà il medico a indicare la cura più adatta a seconda del caso e della gravità del disturbo nella paziente.

I rimedi naturali per prevenire il prolasso dell’utero

Ci sono anche dei metodi che permettono di prevenire il prolasso dell'utero. Per esempio gli esercizi di Kegel sono una serie di movimenti studiati appositamente per rinforzare i muscoli pelvici e sostenere la fascia di tessuti indebolita. Per eseguire gli esercizi, è necessario contrarre i muscoli del pavimento pelvico come se si stesse cercando di trattenere del gas e poi mantenere la contrazione per 5 secondi e rilassare per altri 5 secondi. Lo scopo è quello di arrivare in modo progressivo a mantenere contrazioni di 10 secondi per volta ed eseguire 10 ripetizioni al giorno. Gli esercizi di Kegel sono più efficaci con un biofeedback, un dispositivo in grado di valutare le contrazioni muscolari e gestirle con impulsi elettrici. Altri suggerimenti sono:

  • evitare la stitichezza, mangiando molti alimenti ricchi di fibre e bevendo molta acqua
  • evitare di sollevare pesi estremamente pesanti
  • controllare la tosse
  • mantenere il peso forma o dimagrire in caso di sovrappeso e obesità.

La diagnosi

Per valutare le condizioni del prolasso uterino si deve eseguire un esame pelvico. Il ginecologo potrebbe anche sottoporre le pazienti a un questionario di valutazione sui sintomi provati e a esami strumentali come ecografia e risonanza magnetica nucleare. L'esame pelvico serve per stabilire se si tratta di prolasso dell'utero o di un altro organo pelvico. Tramite uno speculum, il ginecologo esamina il canale vaginale e la posizione dell'utero.

Lo specialista, inoltre, valuta la forza muscolare del pavimento pelvico. Tale analisi consiste nel far contrarre i muscoli pelvici alla paziente, come per bloccare il flusso di urina; se la risposta è negativa, vuol dire che il pavimento pelvico si è indebolito. Le domande del questionario di valutazione riguardano invece il grado di dolore avvertito e quanto questo condizioni la vita delle pazienti.

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