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Rettocele: cos’è e quali sono le cause

di Simona Bianchi - 24.02.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Il rettocele è lo scivolamento del retto verso la vagina ed è causato da un indebolimento del pavimento pelvico: i rischi, i sintomi e i trattamenti

In questo articolo

Cos’è il rettocele

Il rettocele consiste nello scivolamento del retto sulla parete posteriore della vagina. È un'alterata condizione anatomica che, se sintomatico, provoca problemi alla defecazione. Il retto è la parte terminale del colon. Nelle donne, la vagina è separata dal retto da una parete solida di tessuto resistente e fibroso. Se la zona si indebolisce e parte del retto si rigonfia, si ha un prolasso all'interno dell'utero, detto appunto rettocele. Stitichezza cronica, tosse cronica, e qualsiasi attività che possa causare pressione sul pavimento pelvico può provocare la condizione. Il rettocele è comune nelle donne adulte e ancora di più nelle anziane che hanno avuto parti multipli. Spesso, insieme al fenomeno, possono presentarsi casi di cistocele, rigonfiamento anormale della vescica, e prolasso uterino, cedimento dell'utero nella vagina.

Cosa causa il rettocele

Le cause che provocano il rettocele possono essere varie come fattori ostetrici, quali la gravidanza, l'episiotomia, l'isterectomia, oppure disordini della dinamica della defecazione, tali da determinare una spinta eccessiva per poter evacuare, con conseguente incremento della pressione addominale. Un'altra possibile causa è legata all'invecchiamento, con perdita progressiva del tono tessutale e indebolimento del setto rettovaginale. Il rettocele può essere classificato in tre tipi in base alle sue dimensioni:

  • Piccolo: se la profondità massima è inferiore ai 2 cm
  • Medio: se compreso tra i 2 e i 4 cm
  • Grande: se supera i 4 cm

Quali sono i sintomi del rettocele

Nella maggior parte dei casi il rettocele è asintomatico e viene individuato durante una visita proctologica o ginecologica. Se sintomatico, invece, il principale segnale è la sindrome da defecazione ostruita, ovvero la difficoltà a evacuare. In altri casi può esserci anche dolore della zona del retto, sanguinamento, sensazione di ingombro nel lume vaginale. Inoltre nei rettoceli di grandi dimensioni o di vecchia data, può instaurarsi con il tempo, se non trattati chirurgicamente, un'incontinenza a gas e/o feci.

Quali sono i rischi della condizione

I rischi legati al rettocele, quando sintomatico, sono principalmente la difficoltà ad andare di corpo e la comparsa di dispareunia, una sensazione dolorosa che compare nella zona della vagina durante i rapporti sessuali. Possono anche manifestarsi casi di incontinenza di gas o feci a causa dell'instaurarsi di una neuropatia da stiramento del nervo pudendo.

Come diagnosticare e curare il rettocele

Per una diagnosi corretta del rettocele basta un esame pelvico. Può poi essere utile un approfondimento di alcuni aspetti per comprendere la severità del disturbo e lo stato di salute del pavimento pelvico. I pazienti possono essere sottoposti a un questionario di valutazione, per capire quanto il disturbo influenza la vita della persona, a una risonanza magnetica nucleare, a un'ecografia e a una defecografia. Ecografia e risonanza magnetica nucleare servono a misurare la porzione di retto che sporge dalla vagina e osservare il prolasso di altri organi pelvici. La defecografia permette di valutare l'efficienza di svuotamento intestinale. Nelle forme iniziali di rettocele, il trattamento può essere mirato a combattere la stitichezza con una dieta ricca di fibre e un'adeguata idratazione giornaliera. Ci sono poi trattamenti riabilitativi del pavimento pelvico e trattamenti chirurgici che prevedono l'asportazione del prolasso rettale interno per via transanale.

I consigli per evitare il rettocele

Gli esperti suggeriscono delle abitudini da adottare per evitare i fastidi del rettocele:

  • consumare 25-35 grammi al giorno di fibre o assumere integratori alimentari di fibre
  • bere molta acqua, dai 6 agli 8 bicchieri al giorno
  • evitare un eccessivo sforzo durante la defecazione
  • applicare una pressione nella parte posteriore della vagina durante l'evacuazione
  • seguire esercizi di rafforzamento del pavimento pelvico (Kegel)
  • fare "biofeedback", una specifica forma di terapia fisica del pavimento pelvico che mira a migliorare la sensazione rettale e la
  • contrazione dei muscoli del pavimento pelvico
  • consumare agenti che ammorbidiscano le feci

Può infine essere d'aiuto anche il seguire una terapia ormonale sostitutiva.

In ogni caso, è fondamentale seguire le indicazioni del proprio medico curante.

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