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Sindrome della vena cava in gravidanza: cos’è e come si manifesta

di Francesca De Ruvo - 28.09.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La sindrome da ipotensione supina, o sindrome della vena cava, si può verificare in gravidanza quando la donna si distende sulla schiena e l'utero comprime la vena cava

Capogiri, pallore, sudorazione e svenimenti. Questi sono i sintomi più comuni associati alla sindrome da ipotensione supina, meglio conosciuta come sindrome della vena cava, un disturbo circolatorio che sorge quando la pressione sulla vena cava inferiore impedisce al sangue di fluire liberamente al cuore.

In particolare, la sindrome della vena cava si manifesta quando la donna, soprattutto nelle ultime fasi della gravidanza, si distende sulla schiena e in questo modo il peso dell'utero grava sulla vena cava. Lo schiacciamento di questa importante vena comporta una diminuzione della pressione arteriosa che può sfociare in capogiri e svenimenti.

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Cos’è la vena cava?

La vena cava è il più ampio tronco venoso che abbiamo all'interno del nostro corpo ed è situata nella cavità addominale. La sua funzione è molto importante e consiste nel raccogliere e trasportare il sangue povero di ossigeno al cuore. "La vena cava è una vena collettrice che raccoglie il sangue da tutte le vene periferiche" spiega il Prof. Sergio Ferrazzani, professore associato di ginecologia e ostetricia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. "Nel nostro corpo distinguiamo la vena cava inferiore e la vena cava superiore. In particolare, la vena cava inferiore raccoglie il sangue delle vene degli arti inferiori e dell'addome, e lo porta alla parte destra del cuore".

Quando la vena cava inferiore viene schiacciata, ad esempio dall'utero di una donna incinta, il sangue non circola più liberamente e la pressione arteriosa diminuisce. In questo caso possiamo parlare di sindrome della vena cava.

La sindrome della vena cava in gravidanza

"La sindrome della vena cava è un problema circolatorio che si può verificare nelle donne in gravidanza, soprattutto durante il terzo trimestre" spiega la Prof. Maria Teresa Gervasi, Direttore dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'Azienda Ospedaliera dell'Università di Padova. "Non succede a tutte le donne, ricordiamolo, però può capitare che quando la futura mamma è in posizione supina inizi ad avvertire giramenti di testa, vertigini e senso di svenimento.

Capita perché l'utero gravido è in grado di comprimere la vena cava inferiore e in questo modo arriva meno sangue al cuore" precisa Gervasi.

La sindrome della vena cava, o sindrome da ipotensione supina, si verifica più spesso nel secondo o terzo trimestre, quando l'utero inizia ad avere un peso non indifferente. "L'utero di una donna non incinta pesa circa 70 grammi, verso la fine della gravidanza, invece, pesa 1 chilogrammo, a cui dobbiamo aggiungere 1 litro di liquido amniotico e oltre 3 chili di feto. Questo carico comprime i vasi addominali ed è per questo che se la donna sta molto in posizione supina è possibile che vada incontro a svenimenti" afferma il Prof. Ferrazzani.

I sintomi della sindrome della vena cava

I sintomi della sindrome da ipotensione supina sono:

  • calo della pressione sanguigna;
  • vertigini;
  • sudorazione;
  • nausea;
  • pallore;
  • edema sulle gambe;
  • svenimento;
  • battito cardiaco accelerato (tachicardia);
  • difficoltà nella respirazione.

Cosa fare per evitare la compressione della vena cava inferiore?

La compressione della vena cava avviene quando la donna è in posizione supina, ovvero distesa sulla schiena con la pancia in su. "Non appena si avvertono i sintomi, è opportuno che la donna si metta in una posizione differente, ad esempio sul fianco, e il problema si risolve" spiega la dott.ssa Gervasi, che poi aggiunge "se la donna non cambia posizione, anche il feto può soffrire, ma generalmente non succede proprio perché la donna avverte subito i sintomi tipici di questa sindrome".

Ricordiamo comunque che non succede necessariamente a tutte le donne e molto dipende dalla dimensione dell'utero e dalla struttura fisica della madre. Il consiglio, però, resta quello di non passare troppo tempo in posizione supina e di preferire invece la posizione sul fianco destro o sinistro.

Fonti utilizzate:

  • Consulenza della Prof. Maria Teresa Gervasi, Direttore dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'Azienda Ospedaliera dell'Università di Padova;
  • Consulenza del Prof. Sergio Ferrazzani, professore associato di ginecologia e ostetricia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma;
  • Linee guida Società Italiana di Ecografia Ostetrico Ginecologica (2015)

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