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Vaccinazione anti Covid in gravidanza

di Sara De Giorgi - 24.09.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La nuova circolare del Ministero della Salute dichiara che la vaccinazione anti Covid-19 in gravidanza non è controindicata, ma le donne incinte potranno chiedere un'esenzione

Recentemente il Ministero della Salute ha affermato che la vaccinazione anti Covid non è controindicata in gravidanza, ma non sarà nemmeno obbligatoria. Il Ministero, infatti, ha deciso di lasciare libertà di scelta a tutte le donne incinte che non hanno intenzione di vaccinarsi durante la gestazione e ha quindi stabilito la creazione di un "green pass" provvisorio che le esonera dalla vaccinazione. Le più importanti società scientifiche nazionali e internazionali, però, insistono sull'importanza di vaccinare le future mamme contro il Covid.

Facciamo il punto della situazione con l'aiuto del dott. Luca Savelli, Direttore dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì.

In questo articolo

La vaccinazione anti Covid in gravidanza

L'Istituto Superiore di Sanità (ISS), alla luce dei dati emersi, ha pubblicato recentemente un nuovo documento ufficiale contenete le indicazioni per la vaccinazione anti Covid, "raccomandando l'estensione dell'offerta vaccinale, con vaccini a mRNA, a tutte le donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre che desiderino vaccinarsi". Già circa un mese fa il Ministero della Salute aveva fatto sapere, in una circolare, che la vaccinazione anti Covid "non è controindicata" nelle donne incinte perché non sono emersi effetti collaterali importanti.

"Al momento non ci sono evidenze scientifiche di danni alla mamma o al feto" risponde il dott. Savelli. "Per i primi mesi non avevamo dati disponibili e le donne incinte chiaramente non potevano essere inserite nei trial, per questo motivo la vaccinazione è stata inizialmente sconsigliata. Poi, però, un numero sempre crescente di donne ha fatto il vaccino durante la gravidanza, o perché faceva parte del personale sanitario o perché considerate pazienti ad alto rischio. I dati relativi a queste donne, diverse decine di miglia, sono stati inseriti in un registro e si è notato fin da subito che non vi erano effetti avversi o complicanze né per le donne né per il feto.

Per questo motivo le società scientifiche, prima quelle americane e poi quelle italiane, hanno deciso di consigliare, attraverso documenti ufficiali, la vaccinazione alle donne in gravidanza".

Recentemente i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani hanno aggiornato le proprie linee guida, sostenendo che la vaccinazione anti Covid è raccomandata per tutte le persone di età pari o superiore a 12 anni, comprese le donne in gravidanza, che allattano e che cercano di rimanere incinta ora o in futuro.

In Italia, la Società Italiana di Ginecologia e Ostetrica (SIGO), l'Associazione Ostetrici Ginecologici Ospedalieri Italiani (AOGOI), l'Associazione Ginecologi Universitari Italiani (AGUI), la Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP), la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Società Italiana di Neonatologia (SIN), la Società Europea di Rianimazione Pediatrica (ESPNIC) hanno lanciato un appello al Ministero della Salute e alle istituzioni nazionali affinché venga promossa la vaccinazione anti Covid in gravidanza e in allattamento. I vaccini a mRna, cioè Pfizer e Moderna, si legge nel documento congiunto, "sono assolutamente sicuri sia per le donne in gravidanza, sia per le donne che allattano. Non esistono quindi controindicazioni diverse dal resto della popolazione alla vaccinazione. Il vaccino, inoltre, non influisce sulla fertilità della donna, né vi è alcun motivo per rimandare una gravidanza".

È stato inoltre dimostrato, in uno studio pubblicato sulla rivista JAMA, che il vaccino anti Covid genera una buona risposta immunitaria nelle donne incinte o che allattano e questo si traduce in un trasferimento di anticorpi protettivi dalla mamma al neonato.

Le indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità

È ora disponibile il nuovo documento dell'Istituto Superiore di Sanità sulla vaccinazione anti Covid in gravidanza e in allattamento. Ecco le indicazioni dell'ISS per le donne in gravidanza:

  • In considerazione delle crescenti evidenze sulla sicurezza della vaccinazione in gravidanza sia nei confronti del feto che della madre, delle nuove evidenze relative alla maggiore morbosità associata alla variante Delta, della crescente circolazione della stessa variante e del notevole abbassamento dell'età mediana all'infezione in Italia, l'ISS raccomanda l'estensione dell'offerta vaccinale, con vaccini a mRNA, a tutte le donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre che desiderino vaccinarsi;
  • sebbene la vaccinazione possa essere considerata in qualsiasi epoca della gravidanza, le evidenze scientifiche relative a vaccinazioni eseguite nel primo trimestre sono ancora poche. Le donne che desiderino vaccinarsi in questa epoca gestazionale devono valutare rischi e benefici insieme al personale sanitario;
  • le donne a maggior rischio di contrarre l'infezione da SARS-CoV-2 e/o a maggior rischio di sviluppare una malattia grave da COVID-19 (donne con fattori di rischio come età> 30 anni, BMI>30, comorbidità, cittadinanza di Paesi ad alta pressione migratoria) rimangono il target prioritario per la vaccinazione in gravidanza;
  • il personale sanitario è tenuto a illustrare nella maniera più chiara possibile il rapporto tra rischi e benefici, così da permettere a ogni donna di prendere la decisione più appropriata per il proprio caso. I sanitari dovrebbero anche raccomandare la vaccinazione dei conviventi per limitare ulteriormente il rischio di contagio delle donne in gravidanza e durante l'allattamento;
  • se una donna vaccinata scopre di essere incinta dopo essere stata vaccinata, non c'è evidenza in favore dell'interruzione della gravidanza.
  • se una donna scopre di essere in gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino può considerare di ritardare la seconda dose fino al secondo trimestre.

 

Vaccinazione in allattamento

  • Le donne che allattano possono vaccinarsi senza alcuna necessità di interrompere l'allattamento;
  • la donna che allatta deve essere informata che la vaccinazione non espone il lattante a rischi e gli permette di assumere, tramite il latte, anticorpi contro il Covid-19;
  • il neonato allattato da madre vaccinata segue il suo calendario vaccinale senza alcuna modifica.

Covid-19 in gravidanza: è davvero più aggressivo?

Nel documento congiunto SIGO, AOGOI, AGUI, AGITE, SIMP, SIN, SIP ed ESPNIC le società scientifiche invitano il Ministero della Salute a cercare di velocizzare la vaccinazione anti Covid per le donne in gravidanza, soprattutto per contrastare i possibili rischi gravi per questa categoria fragile e per i loro bimbi.

"Le evidenze scientifiche più recenti ci mostrano che le donne incinte hanno un maggior rischio di sviluppare una polmonite grave e che il virus, se contratto durante la gravidanza, può provocare danni alla placenta, aumentando così il rischio di ritardi della crescita e di parto pretermine" precisa Savelli.

Secondo uno studio, pubblicato sulla rivista JAMA Pediatrics, vi sarebbe addirittura un rischio di morte 20 volte maggiore nelle donne incinte che hanno contratto l'infezione rispetto a quelle non infette, oltre a una più elevata probabilità di dover essere ricoverate in terapia intensiva, parto pretermine e complicanze della gestazione, come la preeclampsia.

Sebbene ora per le donne incinte vi sia la possibilità di richiedere l'esenzione per il vaccino anti Covid, come vedremo a breve, il consiglio delle più importanti società scientifiche rimane quello di non rimandare la vaccinazione e di farla anche in gravidanza.

Vaccinazione anti Covid in gravidanza: quando si può fare?

"La vaccinazione si potrebbe fare in qualsiasi momento, ma per essere più sicuri sarebbe meglio aspettare il secondo trimestre di gravidanza" spiega il dott. Savelli. Come mai? Perché circa il 10-15% della popolazione sviluppa la febbre dopo la seconda dose e nel primo trimestre la febbre potrebbe provocare effetti avversi (maggior rischio di aborto). "La donna incinta può quindi scegliere di vaccinarsi a partire dalla quindicesima settimana di gravidanza, mentre se è stata vaccinata prima della gravidanza, allora si consiglia di aspettare comunque il secondo trimestre per la seconda dose" precisa Savelli.

Per chi cerca un figlio, invece, non ci sono problemi, anzi! "È bene che le donne che desiderano un figlio programmino il vaccino visti gli effetti avversi del virus sullo sviluppo e sulla funzione della placenta".

La vaccinazione, ricordiamo, è caldamente raccomandata per le donne in gravidanza che presentano fattori di rischio potenziali come diabete, obesità, età superiore ai 35 anni.

L’esenzione temporanea per le donne in gravidanza

Il Ministero della Salute, nella nota del 4 agosto, ha specificato che nelle donne in allattamento o gravidanza la vaccinazione non è controindicata. Nel secondo caso però si può optare per il rinvio della somministrazione dopo una valutazione medica e a quel punto "potrà essere rilasciato un certificato di esenzione temporanea alla vaccinazione".

Le certificazioni di esenzione dalla vaccinazione contro il Covid-19 saranno dispensate al fine di consentire l'accesso ai servizi e alle attività ai soggetti che per condizione medica (tra cui anche donne in gravidanza) non possono ricevere o completare la vaccinazione per ottenere una certificazione verde Covid-19.

Nella circolare è specificato anche che: «Le persone che ottengono una esenzione alla vaccinazione anti-SARS-CoV-2 devono essere adeguatamente informate sulla necessità di continuare a mantenere le misure di prevenzione come: usare le mascherine, distanziarsi dalle persone non conviventi, lavare le mani, evitare assembramenti in particolare in locali chiusi, rispettare le condizioni previste per i luoghi di lavoro e per i mezzi di trasporto».

Si fa presente che, fino al 30 settembre 2021, salvo ulteriori disposizioni, le certificazioni potranno essere rilasciate in formato cartaceo direttamente dai medici vaccinatori dei Servizi vaccinali delle Aziende ed Enti dei Servizi Sanitari Regionali o dai Medici di Medicina Generale o Pediatri di Libera Scelta. Dopo il 30 settembre 2021, invece, il certificato che attesta che si è esentati dal vaccino si potrà ottenere anche tramite un computer o uno smartphone, poiché dovrebbe essere avviato il sistema nazionale per l'emissione digitale delle certificazioni.

Fonti utilizzate: Consulenza del dott. Luca Savelli, Direttore dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì; position papaer SIGO, AOGOI, AGUI, AGITE; materiale informativo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità

Revisionato da Francesca De Ruvo - Aggiornato il 25.09.2021

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