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Vaccino contro la pertosse in gravidanza? Ecco perché sì

di Valentina Murelli - 04.05.2023 - Scrivici

pertosse
Fonte: Shutterstock
Vaccino contro la pertosse in gravidanza: è obbligatorio? In quale settimana si fa e quali sono i rischi per il feto. Dove farlo e perché serve

In questo articolo

Vaccino contro la pertosse in gravidanza

La pertosse è una malattia molto seria, soprattutto se la contrae un bambino durante il suo primo anno di vita. In questa fascia di età, infatti, la malattia non si presenta solo con i classici attacchi di tosse, ma spesso con delle crisi di apnea in cui il bimbo smette di respirare. La pertosse può causare numerose complicanze come polmonite, encefalopatia, insufficienza respiratoria grave e addirittura la morte. Per proteggere i neonati è importante che siano le mamme a fare il vaccino contro la pertosse in gravidanza. Grazie alla vaccinazione, la futura mamma produce anticorpi che passano al feto attraverso la placenta e che lo proteggeranno nei primi mesi di vita finché non verrà vaccinato.

Pertosse, perché è pericolosa nei bambini piccoli

"La pertosse è una malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa, causata dal batterio Bordetella pertussis. Viene annoverata fra le malattie infantili perché colpisce soprattutto i bambini sotto i 5 anni, ma in realtà sono spesso adulti (soprattutto i genitori) e adolescenti a trasmettere la malattia ai più piccoli" afferma Paolo Bonanni, professore di igiene all'Università di Firenze e membro del gruppo di lavoro sui vaccini della Società Italiana di Igiene (SItI).

La particolarità di questa malattia è che l'immunità conferita da una prima infezione non è definitiva e declina quindi con il tempo. "Non abbiamo un'immunità permanente dalla pertosse e infatti dopo 7/10 anni dalla malattia o dopo 5/7 anni dalla vaccinazione ritorniamo a essere suscettibili all'infezione – spiega Bonanni – è una malattia che possiamo avere più volte nel corso della vita". Ed è proprio per questo motivo che il Piano nazionale vaccini prevede non solo la vaccinazione durante l'infanzia e l'adolescenza, ma anche richiami in età adulta (ogni dieci anni).

I rischi per i bambini

La pertosse – soprannominata anche "tosse asinina" - non è una passeggiata: i primi sintomi sono spesso raucedine, raffreddore, tosse notturna, ai quali poi si somma una tosse convulsiva e ostinata.

Si tratta di una malattia molto contagiosa.

Come riporta l'Istituto Superiore di Sanità, "un adeguato trattamento antibiotico permette la guarigione in una quindicina di giorni", ma il vero problema è quando a contrarre la malattia sono i bambini, specie quelli molto piccoli (meno di un anno) perché la pertosse nei primi mesi di vita può essere addirittura mortale. Nei bambini piccoli le complicazioni più gravi comprendono:

  • emorragie al naso provocate dai colpi di tosse;
  • otiti;
  • polmoniti e broncopolmoniti (1 caso ogni 20);
  • encefalopatie (1-2 casi su 1000);
  • anossia cerebrale, cioè problemi di ossigenazione al sistema nervoso centrale che possono creare danni permanenti.

Se contratta nei primi mesi di vita, come abbiamo visto, la pertosse può portare anche alla morte (1-2 casi su 1000). Ecco perché è necessario che la mamma protegga il proprio piccolo effettuando lei stessa la vaccinazione contro la pertosse durante la gestazione.

L'unico modo serio, concreto e di provata efficacia per proteggere il bambino nei primi mesi è la vaccinazione della mamma in gravidanza. Quando una donna riceve il vaccino antipertosse, produce gli anticorpi contro Bordetella pertussis che passano al feto tramite la placenta e che lo proteggono per diverse settimane dopo la nascita. "Spesso c'è una sorta di remora storica per cui le donne in gravidanza non devono "curarsi" o al massimo solo per le cose indispensabili – afferma il Prof. Bonanni – ecco, il vaccino per la pertosse, insieme a quello antinfluenzale, sono due vaccinazioni che possono salvare la vita a molti bambini e che non presentano effetti collaterali per le future madri".

Vaccinarsi contro la pertosse nell'ultimo trimestre di gravidanza riduce moltissimo il rischio dei neonati sotto ai due mesi di ammalarsi, e di farlo gravemente. L'ultima conferma in questo senso viene da uno studio pubblicato pochi anni fa sulla rivista Clinical Infectious Disease da un gruppo di ricercatori del più importante centro americano dedicato al controllo e alla prevenzione delle malattie.

Gli studiosi hanno analizzato la storia clinica personale e familiare di 240 bambini che avevano avuto la pertosse prima di compiere due mesi e di oltre 500 bambini con caratteristiche simili, ma che non si erano ammalati. Scoprendo che, in effetti, la malattia era molto meno frequente tra i piccoli le cui mamme avevano fatto il vaccino contro la pertosse - o, meglio, il vaccino trivalente contro difterite, tetano e pertosse - durante l'ultimo trimestre di gravidanza.

I dati dello studio parlano chiaro: vaccinarsi nel terzo trimestre di gravidanza evita il 78% dei casi di pertosse nei bambini sotto i due mesi d'età, e il 90% dei casi più gravi, quelli che richiedono il ricovero in ospedale e sono potenzialmente mortali.

Si tratta di un'ulteriore conferma a una serie di dati già esistenti sull'efficacia di questa misura di protezione. Uno studio pubblicato ad aprile 2017 sulla rivista scientifica Pediatrics, per esempio, ha mostrato che tra i quasi 150 mila bambini nati in California tra il 2010 e il 2015, quelli le cui madri avevano ricevuto in gravidanza il vaccino contro difterite, tetano e pertosse avevano il 91% in meno di probabilità di ammalarsi di pertosse nei primi due mesi di vita, e il 69% di probabilità in meno nel primo anno di vita.

"Non vaccinarsi contro la pertosse in gravidanza, per paura degli effetti avversi, significherebbe mettere in pericolo la salute e addirittura la vita del proprio bimbo. Un rischio decisamente troppo grande rispetto ai minimi effetti collaterali che il vaccino può avere" sostiene Bonanni.

Possibili effetti collaterali del vaccino contro la pertosse

Il vaccino contro la pertosse (somministrato insieme a difterite e tetano nel vaccino trivalente dTpa) è davvero molto sicuro, tanto che è attualmente raccomandato da varie autorità sanitarie internazionali e nazionali tra cui il nostro Ministero della Salute e anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Essendo un medicinale potrebbe causare degli effetti collaterali che solitamente sono lievi, come ad esempio:

  • dolore, rossore e gonfiore in sede di iniezione;
  • malessere generale;
  • mal di testa;
  • febbre leggera.

In rare situazioni può capitare che si verifichino delle reazioni allergiche, ma si tratta di una vera rarità.

Il vaccino contro la pertosse è infatti controindicato solo per le donne che hanno manifestato in passato una reazione allergica a una delle sostanze contenute nel preparato vaccinale (eccipienti compresi) o a una dose precedente della vaccinazione antipertosse.

Vaccino pertosse in gravidanza: rischi per il feto

Per quanti riguarda invece la sicurezza del vaccino sul feto, nessuno studio condotto fino a oggi ha evidenziato effetti avversi sul feto dovuti alla vaccinazione contro la pertosse conseguita nel periodo della gravidanza.

Com'è fatto il vaccino contro la pertosse

Il vaccino contro la pertosse, somministrato come vaccinotrivalente dTpa, è un vaccino acellulare: significa che non contiene l'organismo intero (il batterio Bordetella pertussis), per quanto inattivato, ma solo alcune sue componenti proteiche. In alcuni paesi, tra i quali appunto l'Italia, il vaccino acellulare ha sostituito negli anni quello cellulare (intero, inattivato) perché quest'ultimo, pur essendo sicuro, tende a dare qualche effetto collaterale in più.

Quando si fa il vaccino per la pertosse in gravidanza?

In quale settimana va fatto il vaccino contro la pertosse in gravidanza? Il momento migliore per effettuare la vaccinazione in gravidanza è tra le 27 e le 36 settimane. "Idealmente la 28a settima sarebbe la migliore perché si va verso la fine della gravidanza ed essendo la placenta più permeabile passano più anticorpi al feto, ma l'importante è fare il vaccino" aggiunge Bonanni.

La vaccinazione nel terzo trimestre va fatta anche se è stato fatto da poco il richiamo decennale del vaccino dTpa (difterite, tetano, pertosse) e anche se è già stata fatta durante una precedente gravidanza, come indicato anche dal CDC statunitense (Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie).

"La vaccinazione va effettuata ad ogni gravidanza, anche se le gravidanze sono molto vicine perché altrimenti non si raggiunge un titolo anticorpale tale per poter fornire al feto un quantitativo di anticorpi adeguato a proteggerlo" conclude il Prof. Bonanni.

Altre informazioni utili sul vaccino contro la pertosse

  • La vaccinazione contro la pertosse è - insieme a quella antinfluenzale - raccomandata e offerta gratuitamente alle donne in gravidanza come indicato nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale;
  • La vaccinazione della mamma protegge il bambino nei primi mesi di vita, ma non esonera dalle vaccinazioni che deve fare il bambino stesso a partire dai tre mesi circa.
  • Il vaccino contro la pertosse non è disponibile in forma singola, ma in forma combinata con difterite e tetano (dTpa), quindi è questo il vaccino che va fatto in gravidanza.

Fonti

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Revisionato da Francesca Capriati

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