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Gravidanza sana, le 10 cose da fare nei 9 mesi

di Nostrofiglio Redazione - 03.07.2009 - Scrivici

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Che cosa mangiare, quali farmaci evitare, quali esami fare, come prevenire le infezioni. A queste e altre domande risponde il 'Decalogo per una maternità serena', dell'Associazione italiana per lo studio della malformazioni

1 - INFORMA IL GINECOLOGO SUL RISCHIO DI MALATTIE CONGENITE

Il rischio che un bambino possa nascere affetto da una malattia congenita dipende da varie cause, ed è bene conoscerle, quando è possibile, ancor prima che la gravidanza abbia inizio. Per questo è importante che i futuri genitori informino dettagliatamente il medico circa la presenza, nella loro storia di coppia e in quella delle rispettive famiglie di provenienza, di patologie e difetti congeniti, malattie croniche, aborti spontanei. Nel caso delle malattie cromosomiche, come la sindrome di Down, il principale elemento di rischio è l’età della mamma, in particolare dopo i 35 anni, oltre i quali sono consigliati esami più approfonditi di diagnosi prenatale.

2 - FAI GLI ESAMI DEL SANGUE PER STABILIRE IL RISCHIO DI INFEZIONI

Le infezioni, specialmente se contratte per la prima volta, rappresentano ancor oggi un pericolo per il bambino che sta crescendo nel grembo materno. Perciò è opportuno che la gestante, all’inizio della gravidanza, verifichi con appositi esami del sangue la presenza o meno di anticorpi contro diverse malattie infettive, come la toxoplasmosi, la rosolia, il Citomegalovirus. Qualora sia a rischio di contagio, la futura mamma dovrà adottare alcune precauzioni o vaccinarsi, mentre la trasmissione della patologia al feto potrà essere evitata, se necessario, con un parto cesareo.

3 - MANGIA SANO E CON PICCOLI PASTI FREQUENTI

Alimentarsi in modo corretto mentre si aspetta un bambino è importante soprattutto per la sua salute futura. La dieta in gravidanza deve essere variata ed equilibrata, con piccoli pasti più frequenti invece dei tre normali. L'incrmento di peso varia a seconda del BMI, o indice di massa corporea, prima della gestazione. Calcola il tuo BMI on line (devi inserire il tuo peso prima della gravidanza) e poi con la tabella sotto verifica se l'incremento durante i pesi di gestazione è in linea con le indicazioni mediche.

 

4 - STOP A SIGARETTE, ALCOL E DROGHE

Nei nove mesi dell’attesa è d’obbligo smettere di fumare, non bere alcolici (è ammesso al massimo un bicchiere di vino a pasto) e non fare uso di droghe. Sono infatti tutte abitudini che danneggiano in vario modo il feto.

Le radiografie andrebbero evitate per non generare inutili apprensioni, anche se il livello di radiazioni emesso dalle attuali apparecchiature è molto basso, e i rischi per il piccolo sono trascurabili.

5 - NON PRENDERE MEDICINE DI TUA INIZIATIVA

Durante la gravidanza è vietato prendere medicinali di propria iniziativa: qualsiasi farmaco, anche quelli di uso più comune, deve essere assunto soltanto dietro specifica indicazione e sotto controllo del medico. Le donne che prendono medicinali per problemi cronici devono consultare preventivamente il medico quando desiderano avere un figlio. Nessun problema per le cure dentarie e le relative anestesie locali.

6 - INFORMATI SUI TEST NON INVASIVI DI DIAGNOSI PRENATALE

Per individuare in modo personalizzato il rischio che il feto sia interessato da un’anomalia cromosomica esistono esami ecografici e sanguigni non invasivi assolutamente innocui per il nascituro. In base al loro risultato, la gestante potrà decidere liberamente se eseguire o meno altri esami più invasivi, come il prelievo dei villi coriali e l’amniocentesi.

7 - VALUTA LA POSSIBILITA' DI FARE VILLOCENTESI O AMNIOCENTESI

Se la futura mamma vuole avere la certezza che il proprio bambino non sia affetto da patologie cromosomiche, ha la possibilità di effettuare due esami più dettagliati, ma più invasivi, di diagnosi prenatale, per raccogliere cellule di cui si analizzano poi i cromosomi. Entrambi questi esami, vale a dire il prelievo dei villi coriali e l’ amniocentesi, comportano la penetrazione di un sottile ago all’interno dell’utero, con conseguente rischio di aborto, sia pure minimo (fra lo 0,5 e l’1% dei casi). È comunque sempre consigliabile informarsi preventivamente, per scegliere strutture sanitarie qualificate e operatori che vantano una lunga esperienza in merito a queste procedure.

8 - NON SALTARE L'ECOGRAFIA MORFOLOGICA (19-23 SETT)

Tutte le gestanti devono eseguire un’ecografia morfologica nel secondo trimestre della gravidanza, fra la 19a e la 23a settimana, allo scopo di verificare la normalità degli organi del feto. Questa ecografia è in grado di identificare oltre il 50% delle loro anomalie congenite, purché sia effettuata da operatori esperti con strumenti adeguati. Con questa indagine si controlla anche l’andamento della crescita del nascituro e la quantità del liquido amniotico.

9 - SAPPI CHE IL FETO PUO' ESSERE CURATO ANCORA IN UTERO O SUBITO DOPO LA NASCITA

Cresce sempre di più il numero delle malformazioni che possono essere curate efficacemente già prima della nascita o subito dopo, consentendo al bambino una vita normale. Questi risultati sono il frutto di un lavoro d’équipe fra diverse figure mediche specialistiche, normalmente in uso nelle migliori strutture sanitarie.

10 - ASSICURATI CHE AL BEBE' SIANO FATTI I PRIMI SCREENING

Subito dopo la nascita, i medici prelevano alcune gocce di sangue dal bambino per ricercare l’eventuale presenza di alcune malattie del metabolismo, e precisamente la fenilchetonuria, lafibrosi cistica el’ipotiroidismo congenito. Questo controllo precoce permette di intervenire immediatamente con le cure più opportune, evitando i gravi danni che queste patologie, non diagnosticabili durante la gravidanza, potrebbero provocare al piccolo. Oggi inoltre è possibile effettuare la diagnosi precoce di altre due condizioni: lussazione congenita dell'anca eipoacusia bilaterale congenita (sordità)

 

Il decalogo è a cura dei prof Domenico Arduini, Enrico Ferrazzi, Anna Maria Marconi (ostetrici e ginecologi) e del genetista Giuseppe Simoni. E' stato distribuito gratuitamente in diversi ospedali e negli studi di 7.500 ginecologi italiani

 

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Aggiornato il 01.11.2014

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