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Test combinato in gravidanza (Ultrascreen)

di Niccolò De Rosa - 25.08.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Il test combinato è un test di screening prenatale che personalizza il rischio individuale di avere un bambino con problemi cromosomici

In questo articolo

Cos'è il test combinato?

Il test combinato (o bi-test o duo-test) è un test di screening prenatale non invasivo che personalizza il rischio individuale di partorire un bambino con problemi cromosomici (Sindrome di Down, Sindrome di Edward, Sindriome di patau ecc...), pur senza fornire certezze diagnostiche

Quando farlo

Eseguibile di norma tra l'undicesima e la fine della tredicesima settimana di gravidanza, questo test si compone infatti di due esami differenti

che portano alla compilazione di un referto in grado di stabilire la soglia di rischio - ossia una maggiore o minore probabilità di avere un figlio affetto da anomalie cromosmiche -  calibrata in base all'età della paziente.

Gli esami

Il test combinato prevede che la madre si sottoponga a due esami che non richiedono particolari preparazioni:

  • Un esame ecografico per misurare la translucenza nucale, ossia la misurazione della raccolta di liquido presente in uno spazio compreso tra la cute della nuca e la colonna vertebrale del feto.
  • Un prelievo di sangue per misurare la concentrazione di due sostanze specifiche della gravidanza, la beta-gonadotropina corionica umana (beta-HCG) e la proteina plasmatica A associata alla gravidanza (PAPP-A).

Dal 2017 in Italia questo tipo di test è gratuito ed esente da ticket.

Cosa può rivelare il test combinato?

I dati forniti da ecografia e analisi del sangue materni vengono elaborati attraverso algoritmi predefiniti in relazione all'età della madre.

Il referto finale che se ne ricava non esprime una diagnosi, ma indica una soglia di rischio, ossia il grado di probabilità che il feto sia soggetto ad anomalie cromosomiche come Sindrome di Down, (trisomia 21), sindrome di Edwards (trisomia 18) o Sindrome di Patau (trisomia 13).

Risultato ad alto rischio

Una paziente gravida viene considerata "ad alto rischio" se la probabilità stimata è uguale o superiore ad una determinata soglia che generalmente è compresa tra 1:250 e 1:385 (il valore del rischio di riferimento per una donna di 35-37 anni).

Se il rischio è più basso (es: 1:2000) significa che ci sono meno probabilità della media di avere un figlio affetto da anomalie, mentre se il rischio è più alto (es: 1:100) si evidenzia un rischio maggiore.

Qualora la soglia di rischio si mostrasse troppo alta, è buona norma proseguire le indagini con un esame invasivo (amniocentesi o villocentesi) o, se si decidesse di evitare esami invasivi, con un esame del DNA fetale.

FONTE: ISS

Domande e risposte

Il test combinato è rischioso?

No, il test combinato non è invasivo e non comporta alcuna percentuale di rischio per la salute del feto e della madre.

Quando si fa il test combinato?

Il periodo indicato per sottoporsi al test combinato varia dall'undicesima alla fine della tredicesima settimana di gravidanza.

Test comhinato: a cosa serve?

Consente di stimare il rischio che il feto presenti un'anomalia cromosomica come la sindorme di Down, la sindrome di Edwards o la sindrome di Patau.

Revisionato da Niccolò De Rosa

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