La visita ginecologica
Non è uno di quegli appuntamenti che annotiamo in agenda con grande euforia, diciamocelo: al controllo periodico dal ginecologo preferiremmo volentieri fare altro. Eppure la visita ginecologica assume un ruolo fondamentale per il benessere della donna e non a caso rientra tra gli accertamenti che accompagnano la popolazione femminile per molti anni nell'arco della vita.
Come si svolge e perché è un importante momento di prevenzione e valutazione dello stato di salute ce lo spiega Alessandro Bulfoni, responsabile di Ostetricia e Ginecologia di Humanitas San Pio X a Milano.
A cosa serve la visita ginecologica?
"La visita ginecologica è un momento importante in quanto serve a ispezionare i genitali esterni e interni della donna – spiega Bulfoni -. In particolare, il primo tempo della visita è l'ispezione tramite esame obiettivo: il ginecologo riesce così a verificare che i genitali esterni siano morfo-conformati, regolari. Con l'esplorazione vaginale si riesce a osservare lo stato di salute del canale vaginale e quindi monitorare sia il collo dell'utero, sia il corpo uterino. Questo passaggio permette di evidenziare la regolarità della morfologia e delle dimensioni dell'apparato, oppure di riscontrare eventuali anomalie. Con la visita ginecologica si riescono ad apprezzare, inoltre, anche le regioni annessiali, tuba e ovaio, attraverso quattro parametri d'indagine: le dimensioni, la mobilità, la consistenza e la dolorabilità".
Come si svolge la visita ginecologica?
"Questa visita dovrebbe essere effettuata sia in età fertile, sia in età post menopausale almeno una volta all'anno – aggiunge Bulfoni -. In situazione di salute generale, la prima visita ginecologica si può effettuare a seguito del primo rapporto sessuale, là dove si per visita si comprenda l'esplorazione vaginale. Per quanto riguarda l'ispezione, ossia l'osservazione dei genitali esterni, questa è possibile anche se la paziente non ha avuto rapporti. Nel caso invece si rendesse necessaria la visita di una paziente virgo (ovvero che non ha mai avuto rapporti sessuali), si prende in considerazione l'esplorazione rettale.
La visita ginecologia andrebbe sempre associata all'esecuzione di una ecografia transvaginale perché tutti i sospetti di eventuali alterazioni che una visita può originare possono essere approfonditi contestualmente mediante una "ecografia office" Può capitare però, che in alcuni ambulatori questo non sia possibile e che dunque la visita non sia completata dall'indagine ecografica".
"Sarebbe buona abitudine, inoltre, associare alla visita un controllo senologico dove sia possibile effettuare la palpazione del seno. Anche qui la valutazione può affiancarsi alla prescrizione di esami ecografici o mammografici".
Quali sono le indicazioni per cui si richiede una visita ginecologia in base all'età?
"Considerando le diverse fasi della vita si può distinguere l'opportunità della visita ginecologica:
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in età premenopausale: la necessità di voler prenotare una visita è generalmente dovuto a infezioni vaginali, vaginiti o disturbi del ciclo mestruale. In età fertile si ricorre alla visita ginecologica anche per sospette endometriosi o dolori pelvici.
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nel post menopausa i motivi di visita più frequenti sono dovuti a perdite ematiche atipiche o sensazioni di peso come il prolasso.
Più generalmente, ogni situazione che faccia sentire la donna in disarmonia o dubbiosa sui propri sintomi o sul proprio stato di salute degli organi genitali interni ed esterni può essere determinante per prenotare un consulto medico".
Con che cadenza si effettua la visita ginecologica e quali controlli sono richiesti?
"La routine della visita ginecologica come forma di prevenzione si dovrebbe eseguire una volta all'anno – chiarisce il medico -. A questo si associa l'esecuzione del pap test: quando si ha esito negativo le linee guida indicano che questo test di screening possa essere ripetuto anche a distanza di un periodo di un anno e mezzo, due anni".
"Capita che possiamo richiedere esami del sangue in età premenopausale, in particolare dosaggi ormonali o rilievo dei marcatori tumorali per sospetta lesione ovarica o cisti ovarica. Esami strumentali di secondo livello come tac o risonanza possono essere richiesti dallo specialista non soltanto per sospetto di patologie neoplastiche, ma anche per patologie benigne per indagare, ad esempio, sulla presenza di fibromi di volume particolari o per approfondire una diagnosi di endometriosi.
Queste richieste non devono preoccupare le pazienti in quanto non si tratta necessariamente di andare a valutare patologie maligne".
Se si vuole ricercare una gravidanza, che esami e visite bisogna fare?
"Molte donne preferiscono rivolgersi al proprio ginecologo prima di cercare una gravidanza – commenta l'esperto -. Durante questa visita si valuta che l'utero e le ovaie non abbiano patologie. Generalmente viene fatto eseguire un pap test per escludere qualsiasi patologia a carico dell'apparato genitale, così da dare un parere positivo per iniziare una gravidanza".
Visite ginecologiche in gravidanza
"Generalmente si richiede che la paziente si sottoponga a una visita ginecologica ostetrica una volta al mese che permetta di rilevare il corretto sviluppo uterino, e quindi del feto, e la continenza del collo uterino, la continenza cervicale, la consistenza della parete uterina. In questa occasione ci si accerta che l'utero sia morbido e rilassato e che non vi siano contrazioni. Anche in questo caso, la visita dovrebbe essere associata a un'ecografia ostetrica per il controllo del battito fetale.
Oltre alle visite, va ricordato che ci sono ecografie fondamentali durante la gestazione:
- quella del primo trimestre,
- la morfologica
- e quella dell'accrescimento.
Insieme alla visita mensile, la gestante svolge regolarmente esami ed è valutata la pressione arteriosa il peso corporeo. La curva glicemica, infine, si effettua attraverso esami del sangue intorno alla 25ima settimana".
Visite ginecologiche nel post gravidanza
"Di routine si esegue un solo controllo post partum a un mese dall'espletamento del parto - conclude il medico dell'Humanitas San Pio X - dove il ginecologo controlla
- l'involuzione dell'utero,
- gli esiti dell'eventuale episiotomia (il taglietto che viene effettuato dall'ostetrica per facilitare il parto),
- e dall'eventuale episiorrafia, la cucitura successiva.
In caso di parto cesareo, infine, viene monitorato l'esito della ferita da taglio cesareo. Generalmente non si rendono necessari ulteriori controlli".
L'intervistato
Alessandro Bulfoni è responsabile di Ostetricia e Ginecologia di Humanitas San Pio X a Milano.