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Svezzamento vegetariano

di Simona Regina - 05.12.2012 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Quando arriva il momento dell'alimentazione complementare al latte, che nelle prime settimane e nei primi mesi dall'introduzione dei nuovi alimenti semisolidi rimane ancora l'alimento principale, si può seguire uno svezzamento vegetariano?

In questo articolo

Svezzamento vegetariano: si o no? È una scelta sana per i bambini e le bambine che nella propria alimentazione quotidiana cominciano ad affiancare altri alimenti al latte?

Innanzitutto chiariamo che qui, quando parliamo di svezzamento vegetariano, in questo contesto ci riferiamo alla cosiddetta alimentazione latto-ovo-vegetariana (lov): che esclude la carne ma include formaggi, uova e latticini.

Il dubbio più comune quando si pensa allo svezzamento vegetariano ha a che fare con eventuali carenze nutrizionali cui andrebbero incontro i bambini e le bambine non mangiando carne.

Ma se la dieta è ben bilanciata e ben pianificata e se ai pasti si affianca l'integrazione necessaria (eventualmente di vitamina B12, ferro, Dha...), diverse società scientifiche che si occupano di nutrizione ritengono che i bambini non corrono rischi di malnutrizione. Purché ai pasti vengano via via introdotti adeguatamente tutti gli altri gruppi alimentari: cereali, latticini, verdura, frutta, legumi… 

La Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) sottolinea in proposito l'importanza - centrale - del concetto di dieta "ben pianificata": è fondamentale che l'alimentazione lo sia per salvaguardare il benessere del bambino e della bambina che inizia ad assaporare altri cibi, oltre al latte.

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Leggi anche la Guida allo svezzamento di nostrofiglio.it con le ultimi indicazioni della comunità scientifica

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Il ferro

I valori di assunzione raccomandati di ferro sono 11 milligrammi al giorno per i lattanti di 6/12 mesi e di 8 mg/die per i bambini di 1-3 anni. A tal fine, la Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu) raccomanda - a maggior ragione in caso di svezzamento vegetariano - il consumo di alimenti ricchi di ferro insieme ad altri cibi contenenti acido ascorbico (agrumi, fragole, kiwi…) o altri acidi deboli della frutta in modo da facilitare e aumentare l'assorbimento del ferro.

Il ferro più facilmente assorbibile e biodisponibile, infatti, il ferro eme, si trova solo negli alimenti animali, mentre negli alimenti vegetali si trova solo sotto forma di ferro non-eme.

Nel Documento sulla dieta vegetariana, la Sinu spiega che la ferritina vegetale contenuta nei fagioli di soia ha un assorbimento paragonabile a quello del ferro eme (la forma più facilmente assorbibile, presente nella carne e nel pesce): i fagioli di soia pertanto possono sostituire la carne rossa nello svezzamento dei bambini vegetariani.

La soia, come indica la Sinu , è un importante fonte di ferro biodisponibile per i vegetariani (se ne raccomanda il consumo ai vegetariani con uno stato del ferro compromesso).

E sempre nello stesso documento, la Sinu sottolinea che l'incidenza di anemia da carenza di ferro durante lo svezzamento indicativamente non è più alta nei bambini vegeteriani rispetto a chi sperimenta uno svezzamento onnivero.

Come si legge nel libro Impariamo a mangiare, di Luigi Nastri, Jacopo Pagani e Andrea Vania (Giunti), alcuni "trucchi" possono aiutare a ottimizzare l'apporto di ferro. Per esempio i seguenti:

  1. Usare più spesso possibile i legumi, privilegiando quelli secchi: i legumi sono ricchi di fitati, molecole solubili in acqua che inibiscono l'assorbimento di ferro. Poiché quelli secchi, prima dell'uso vengono tenuti anche per diverse ore in acqua cambiandola spesso, questa operazione contribuisce a lavare gran parte dei fitati
  2. I legumi, per la stessa ragione di cui sopra, vanno cotti in abbondante acqua
  3. Due dei principali composti attivi degli agrumi - vitamina C e acido citrico - facilitano l'assorbimento di ferro, zinco e rame: condire le verdure bollite con il limone rappresenta un ottimo aiuto alla copertura del fabbisogno di ferro.

In ogni caso, dato che il ferro (insieme agli acidi grassi omega-3 di tipo DHA, alla vitamina B12, al calcio..) può potenzialmente essere carente seguendo uno stile vegetariano, se ne raccomanda il monitoraggio.

Proteine: quali?

In termini di macronutrienti, un apporto proteico qualitativamente e quantitativamente adeguato è indispensabile per la crescita  dei  bambini.

Ma quante proteine servono?

"Nel secondo semestre di vita, cioè quando iniziamo il divezzamento - si legge nel libro Impariamo a mangiare (Giunti) - un bambino medio ha bisogno al massimo di 22 grammi di proteine al giorno: l'ideale sarebbero 11 grammi". Si consideri che con mezzo litro di latte materno un bimbo ha già circa 4,5 grammi di proteine, che diventano 6 se prende latte in formula (di tipo 2)… e le proteine non sono solo in carne, pesce o formaggi, ma si trovano anche nella pasta, nei vegetali e perfino nella frutta.

Nel position paper Diete vegetariane in gravidanza e in età evolutiva della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Società  Italiana di Medicina dell'Adolescenza (Sima) e Società Italiana di Medicina  Perinatale (Simp), si indica che i bambini che seguono un'alimentazione vegetariana/vegana devono avere un apporto proteico maggiorato del 30-35% fino a 2 anni di età.

Ma non mangiando carne, quali sono le fonti di proteine?

Come detto sopra, le proteine si trovano anche nella pasta, nei vegetali e perfino nella frutta.

Alcune raccomandazioni dal documento della Sipps:

- Nel  periodo dell'alimentazione complementare  il  seitan,  derivato  dal  grano,  non  aggiunge  proteine  di  qualità che possano   integrare   quelle  già  assunte  con  le  pappe  di cereali  normalmente  usate  in  questo periodo della vita.

- Con  l'inizio  dell'alimentazione  complementare occorre essere molto attenti agli alimenti utilizzati, poiché  molti di quelli ammessi  nell'alimetazione vegetariana non sono adatti a bambini di età inferiore ai due anni, come  per  esempio  il  tempeh, troppo ricco di sale.

Anche il tofu, in base al tipo di conservazione in  salamoia, ne può contenere quantità troppo elevate.

Vitamina B12: integrazione necessaria

La vitamina B12 è fondamentale per lo sviluppo del sistema nervoso centrale. E la si trova pressocché solo in alimenti di origine animale.

L'integrazione della vitamina B12 è necessaria se si segue un'alimentazione vegana, può esserlo in caso di nutrizione vegetariana. Anche nella fase dello svezzamento. Perché latticini e uova possono non garantire l'apporto sufficiente a coprire i fabbisogni del bambino e/o della bambina.

La biodisponibilità della vitamina B12 in una dieta latte-ovo-vegetariana dipende infatti dalla quantità e dalla tipologia di alimenti consumati (latticini e uova), dal consumo di alimenti fortificati (cereali a colazione) e dagli integratori (che sono l'unica fonte in caso di dieta vegana).

Il position paper già citato del gruppo di lavoro della Società Italiana di Nutrizione Umana evidenzia che la maggior parte delle diete vegetariane fornisce un adeguato apporto nutrizionale per tutte le fasce d'età. È comunque importante monitorare lo stato di nutrienti chiave (proteine, vitamina B12, calcio, ferro, zinco, acidi grassi omega-3). 

Raccomandazione, quella relativa alle periodiche valutazioni dello status nutrizionale e della necessità di ulteriori supplementazioni, indicata anche dal position paper Diete vegetariane in gravidanza e in età evolutiva delle Società italiana di pediatria preventiva e sociale, Federazione italiana medici pediatri, Società Italiana di Medicina dell'Adolescenza e Società Italiana di Medicina Perinatale che dicono no alle diete vegetariane fai-da-te.

Documento che esordisce sottolineando che diverse società scientifiche che si occupano di nutrizione hanno una posizione favorevole verso gli stili alimentari vegetariani, in tutte le epoche della vita, purché correttamente  pianificate, nutrizionalmente adeguate e purchè vengano integrati i nutrienti carenti. 

Vitamina B12, ma non solo.

La dieta latte-ovo-vegetariana (e le sue varianti) può essere carente di vitamina  B12, acidi grassi omega 3 come DHA,  ferro e, a volte, anche di vitamina D e calcio (seppure il deficit di calcio sia piuttosto improbabile in quanto la sua assunzione è garantita primariamente dal consumo di latte, formaggi, e in misura minore da legumi, frutta secca..).

Pertanto, seppur più ricca di nutrienti rispetto alla vegana, si raccomanda un attento monitoraggio nutrizionale del lattante, anche dopo l'inizio dell'alimentazione complementare, provvedendo alle integrazioni necessarie per evitare deficit della crescita,  anemia o deficit neurologici. Ferro, zinco, DHA e vitamina B12, tutti micronutrienti la cui carenza nelle diete vegetariane è possibile (e può essee tanto maggiore quanto più la dieta è restrittiva), giocano infatti un ruolo fondamentale nello sviluppo neuronale e neurocognitivo.

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