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Le paure dei bambini

di Marzia Rubega - 10.01.2013 - Scrivici

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Paura del buio, dei mostri, del temporale, del dottore…Ma da cosa nascono? E, soprattutto, come può un genitore rassicurare suo figlio?

Paura del buio, paura dei mostri, paura del temporale, paura degli animali, paura del dottore, paura dell'asilo, paura dello sporco, paura dei mostri, paura del water...

Un lungo (e 'sorprendente') elenco che coinvolge, pur se in misura diversa, tutti i bambini.

'Mamma, ho paura!' - una dichiarazione, improvvisa e frequente, accompagnata da occhi sgranati e voce sempre più lamentosa (che tenerezza!)... Una situazione che ogni genitore ben conosce e cerca di arginare come può quando si presenta. Perché le paure sono una 'normale' tappa del processo di crescita: non a caso, compaiono nei periodi più cruciali, in genere tra i due-tre anni e tra i cinque-sette anni.

Nostrofiglio.it ha intervistato sul tema Giuseppe Maiolo, psicologo e psicoterapeuta, docente presso l'Università di Bolzano, Facoltà di Scienza della Formazione, autore di numerosissimi saggi (tra cui L'occhio del genitore, Erickson Edizioni, una preziosa 'guida' per la famiglia) e, con Giuliana Franchini, di una serie di libri per i più piccoli che ha come protagonista un gatto fifone (Le 7 paure di Ciripò, Le carte di Ciripò, Le emozioni di Ciripò, Erickson Edizioni, online).

La paura del buio è sicuramente tra quelle più comuni, e condivisa da molti bambini, ma il 'repertorio' dei timori infantili (che talvolta lascia l'adulto perplesso), è comunque assai vasto.

Che cosa sono le paure?

“Le paure sono emozioni ed esperienze che ogni bambino vive. Ma sono anche reazioni fisiche e psichiche utilissime. E poi, la paura è un meccanismo di difesa che mette in stato di allarme l’organismo quando ci troviamo di fronte a qualcosa che sentiamo pericoloso o non conosciamo. Per questo, la risposta conseguente alla paura può essere l’attacco o la fuga. Il fatto che le paure siano, poi, reazioni istintive fa sì che non possano essere spiegate”.

Se la paura è un sistema di 'difesa' naturale e istintivo, come mai si manifesta in modo così forte, e variegato, soprattutto durante la prima infanzia?

“I bambini provano molte paure perché si sentono indifesi e conoscono ancora poco del mondo che li circonda.

Ecco, perché si superano con la crescita. In altre parole, sono transitorie e legate alla realtà che il bambino va scoprendo. Quelle più frequenti riguardano spazi ed eventi che il bambino percepisce come minacciosi.

La paura del temporale, del buio o quella di alcuni animali dipende, solitamente, dalla difficoltà a controllare la realtà. Il temporale, per esempio, spaventa perché minaccia la sicurezza individuale.

Poi ci sono le paure che nascono da esperienze negative come la paura del dottore, perché rimanda al dolore fisico e alla malattia. In ogni caso, sono tutte paure fisiologiche, cioè assolutamente normali, che hanno una preziosa funzione protettiva. Servono ad aiutare il bambino a sviluppare la capacità di reagire e la vigilanza”.

La realtà, spesso, spaventa il bimbo ma anche le creature immaginarie, mostri di ogni sorta e oggetti misteriosi e parlanti popolano le sue più profonde inquietudini. Come mai?

“Queste paure nascono dal mondo interno del piccolo, dalle sue insicurezze e sono alimentate dalla sua fantasia. Per il bambino, ogni oggetto è vivo: se, per esempio, inciampa e finisce contro un tavolo, è questo ad avergli fatto male. La capacità di fantasticare, e il pensiero magico e animistico, quello per cui ogni cosa (come il tavolo) ha una sua vita, è infatti tipico della prima infanzia”.

Questo spiega perché dietro una tenda che si muove, si possa nascondere uno spettro terrificante. Il bimbo proietta all'esterno, per difesa, le cose che lo agitano dentro di lui, in genere i sentimenti negativi, e questi si trasformano in fantasmi e mostri.

Nel catalogo delle paure ci sono, poi, quelle legate a momenti particolari …

“Lo svezzamento, l’entrata al nido o alla scuola dell’infanzia, sono momenti di passaggio assolutamente critici. In queste occasioni, la sicurezza del bimbo, alimentata dalla vicinanza alla madre, è messa a dura prova. Pianto, rifiuto di allontanarsi, disturbi fisici sono espressioni di una paura profonda: quella di essere abbandonato. Anche il timore di restare solo o di essere rapito è abbastanza frequente per il piccolo. E tutto nasce dallo stato di dipendenza sia fisico che psichico che il bambino vive nel corso della sua infanzia”.

Di fronte alle paure del figlio spesso l’adulto non sa come comportarsi. Che cosa consiglia ai genitori?

“Prima di tutto, occorre accettare il fatto che le sue paure siano legittime. Non serve forzarlo a diventare coraggioso, anzi è controproducente perché il bambino si sente non compreso. E ancor più negativo è deriderlo.

È necessario, invece, rispettare i suoi tempi e ascoltare con attenzione e disponibilità i racconti delle sue paure. Mostrare interesse reale per quelli che sono i suoi terrori, anche quelli notturni, dà dignità alle sue insicurezze e lo rassicura.

La funzione del genitore è quella di diventare alleato del bambino: spiegazioni razionali, e parole - 'Dai, dai, non avere paura, non c'è nulla!' - non servono.

Quando l'adulto si trasforma, invece, in un alleato per il bimbo, gli lancia un messaggio ben preciso e rassicurante: 'Lottiamo insieme contro le tue preoccupazioni'.

Il piccolo supera tutti gli ostacoli quando una figura lo accompagna. Nell'alleanza con il bimbo, l'adulto si deve mettere nei suoi panni, entrare nella stessa dimensione e prendere in carico, per esempio, l'incubo che il figlio racconta e, in generale, le sue inquietudini”.

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