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Separazione con figli, come affrontarla

di Nostrofiglio Redazione - 08.07.2008 - Scrivici

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La separazione dei genitori è sempre un avvenimento negativo per i figli. Ma cosa significa esattamente separazione per i figli? Come può affrontare questa crisi una famiglia? Sentiamo il parere del professore Remo Largo, autore del libro "Figli sereni di genitori separati".

Per i bambini la separazione di mamma e papà è una catastrofe. Perché?

Per un bambino lui e i genitori sono una cosa sola. Per lui è inimmaginabile che la mamma nella vita possa essere stata senza il papà, con un altro compagno o in un'altra città. Non fa parte della logica di un bambino, e per questo è anche difficile spiegarglielo.

Significa che ogni tentativo di spiegargli perché tra i genitori non c'è più feeling e perché si vogliono separare è un'impresa vana?

Non nel senso in cui ce lo immaginiamo noi. Se ad esempio gli dici che mamma e papà non vanno più d'accordo, litigano continuamente e per questo vogliono separarsi, il bambino penserà: "Anch'io però litigo con il mio fratellino, però restiamo insieme lo stesso".

Cosa si deve dunque dire ad un bambino di quattro anni i cui genitori intendono separarsi?

Sicuramente non è possibile spiegargli il perché della separazione, ma è molto importante parlare col bambino e dirgli cosa succederà rispondendo alle sue domande in modo comprensibile ad un bambino della sua età. Poi l'unica cosa importante sarà come il bambino vivrà questa esperienza. La promessa che "papà verrà a trovarti ogni fine settimana" ha poco senso. Il piccolo infatti non afferra queste dimensioni temporali. La cosa importante che deve capire è che il papà verrà a trovarlo e lo chiamerà spesso. La sensazione che deve avere è "Anche se mamma e papà non staranno più insieme, per me non cambierà niente". Se i rapporti interpersonali vengono mantenuti, la separazione non farà più paura.

Nessuna comprensione dunque per le donne che preferiscono mandare l'ex compagno al diavolo? O per i papà che non reggono alla frustrazione e si ritirano?

Capisco i genitori che hanno un impulso di questo tipo, è una reazione umana. Ma non capisco chi poi davvero segue questo impulso.

Chi mette al mondo dei bambini si è preso la responsabilità di farli stare bene. E la responsabilità di non farli stare peggio a causa di una separazione. Il presupposto è che mamma e papà durante la separazione siano in grado di controllarsi, non mettendo davanti a tutto la propria sofferenza ma il bene dei propri figli.

Non è sempre facile sapersi controllare.

Infatti è difficile. Ma può anche avere risvolti positivi. Assumersi le proprie responsabilità e non abbandonarsi alla tristezza è d'aiuto anche per gli adulti. La vita continua ad avere un senso logico se ci si mette in testa che adesso ci sono uno o due bimbi di cui occuparsi.

E che dire dei genitori che crescono da soli i figli e che li considerano come l'unica cosa che dia un senso alla loro vita, e che poi finiscono per considerarli quasi dei sostituti del partner? Rischia di diventare più un peso che un aiuto per i bambini.

Responsabilità significa anche non considerare i figli come la medicina della propria anima. La tentazione di cercare nei figli l'amore e il riconoscimento che sono venuti a mancare o di scaricare su di loro la rabbia e la frustrazione è grande. Ma i figli non servono a questo, sarebbe una specie di violenza emotiva! Per questo occorre cercare aiuto non appena ci si accorge di non essere in grado di gestire la separazione. Affinché la separazione sia il più possibile indolore è importante riuscire ad elaborare le esperienze negative, la tristezza e la sensazione di sconfitta. Ciò è spesso possibile con l'aiuto di un terapeuta. A volte invece anche dei buoni amici possono risultare d'aiuto. L'importante è non tirarsi indietro e non cercare di risolverla solo tra sé e i bambini.

A molti genitori, e in particolare alle donne, risulta difficile gestire consapevolmente questa situazione. Chi deve crescere da solo i figli viene inoltre guardato spesso con compassione...

Crescere da soli i figli sicuramente non è un compito semplice. Se a ciò si aggiungono la tristezza e le difficoltà economiche, molti si lasciano sopraffare dall'angoscia. Io ritengo tuttavia che oggi si possa ben dire a testa alta: cresco da solo i miei figli. I tempi in cui la separazione era ritenuta una cosa riprovevole sono finiti. È diventato normale separarsi, se il rapporto non funziona più. E sinceramente penso che sia meglio così! Sempre meglio che salvare le apparenze e far soffrire i bambini. I figli non possono infatti rimanere impassibili di fronte ai litigi dei genitori. Ad ogni discussione pensano di esserne la causa. Tutti i sentimenti negativi tra i genitori vengono trasmessi pari pari ai figli. Pensa a come ti senti quando ti trovi tra due amici che litigano: persino per un adulto è difficile non farsi influenzare dalla tensione dell'atmosfera. Per i bambini affrontare una situazione del genere è molto più difficile! È pur sempre vero che ai bambini bisogna dare il buon esempio. E dei genitori che si lanciano dietro i piatti, in cui uno piange sempre e l'altro ha un amante sono un buon esempio? Io credo di no.

E allora è meglio separarsi?

Senza dubbio. Con ciò non intendo dire che si deve mettere fine ad un rapporto con leggerezza, in base all'umore del momento. Oggi a volte le persone prendono decisioni di questa entità troppo alla leggera. Appena in un rapporto c'è qualcosa che non va e il partner non soddisfa al cento per cento i nostri bisogni, la facciamo finita. A volte vorrei che le famiglie fossero più tenaci.

Quando è il momento di separarsi?

A questa domanda ogni coppia deve rispondere per sé. La cosa importante è non considerare la separazione per forza in modo negativo. I bambini possono soffrire anche in una famiglia non separata, in cui però i rapporti sono costantemente tesi.

Dobbiamo saper accettare il fatto che i tempi sono cambiati. Le persone percorrono un tratto di vita assieme e poi si separano. A fronte di ciò è importante spiegare ai genitori che una separazione non significa necessariamente la fine della felicità. Bisogna infondere loro coraggio e non farli sentire in colpa! Credo che molte famiglie funzionino persino meglio se i genitori non devono vedersi e litigare continuamente. Se una persona è in grado di voltare pagina e allo stesso tempo di prendersi l'impegno di collaborare con l'altro, ci sono buone probabilità di creare una "famiglia separata felice". I genitori devono dare il buon esempio e mostrare ai propri figli che la separazione non significa per forza la fine della famiglia, ma può anche essere l'inizio di un nuovo stile di vita.

Come deve svolgersi concretamente una separazione per poter funzionare?

Per quanto possa essere difficile, i genitori non devono separare i propri affetti. Spesso la rottura è grande e uno dei due coniugi improvvisamente se ne va di casa. In questi casi si scatena il caos e ci vuole un po' di tempo per tornare alla normalità. Una separazione dovrebbe essere preparata con cura. Bisogna considerare tre fattori:

  1. Come fare perché la cura dei bambini rimanga il più possibile stabile? Un papà che prima ha messo a letto i bambini due o tre volte a settimana dovrebbe continuare a farlo anche dopo la separazione, non importa se in una casa nuova o in quella vecchia. Il nido o l'asilo dovrebbero restare gli stessi, e anche il tempo dedicato ai bambini. Solo le persone care ai bambini possono prendersene cura, ad esempio i nonni.

  2. Come fare perché il rapporto del bambino con mamma e papà resti uguale a prima? L'obiettivo dovrebbe essere far sì che, nonostante la separazione, per il figlio resti tutto uguale.

    La separazione è infatti per un bambino la cosa più temibile che ci possa essere. Paura soprattutto di essere abbandonati: se papà se ne va, allora anche la mamma potrebbe andarsene, no? Solo standogli vicino come prima e con lo stesso amore può mitigare questa paura.

  3. Come fare a vivere separati e continuare assieme ad educare i figli? Ciò è possibile solo mettendosi nell'ordine di idee di avviare una collaborazione nella quale i genitori sono intercambiabili e disposti al compromesso. L'obiettivo è riuscire a separare il ruolo di amanti da quello di genitori e trovare un accordo per tutto quello che riguarda i figli. Evitate assolutamente che si creino situazioni del tipo: "La mamma mi ha detto che potevo..." oppure "Ma papà mi ha detto che..." È indispensabile parlarsi apertamente e avere una stessa idea di educazione dei figli. So per esperienza diretta quanto sia difficile. Il primo ostacolo sta nell'imporsi di dominare se stessi e la situazione. Sono convinto che in questo modo la separazione non sarà una catastrofe per il bambino.

Ciononostante si sente sempre dire che i figli siano i grandi sconfitti di una separazione: cominciano a fare la pipì a letto, ad andare male a scuola, avranno difficoltà a gestire i propri rapporti. È vero?

Molte ricerche sostengono che sia così. Ve ne sono però anche molte altre che mostrano che i bambini soffrono e hanno altrettante difficoltà se si trovano a dover crescere in famiglie non separate ma in cui i rapporti sono continuamente tesi. Sono convinto che ciò che fa soffrire i bambini non è la separazione dei genitori, ma un cattivo rapporto. E quello può esserci con o senza separazione.

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