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Allattamento senza problemi, suggerimenti per i capezzoli rientranti

di Angela Bisceglia - 08.05.2013 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Capezzoli rientranti: che cosa fare? Per far fuoriuscire il capezzolo rientrante, prima di attaccare il bambino è utile fare un massaggio, oppure aiutarsi con un tiralatte o con una comune siringa tagliata.

In questo articolo

I veri casi di capezzolo rientrante - anche detto capezzolo invertito o introflesso - sono piuttosto rari. Tutti gli altri in genere si risolvono spontaneamente attaccando bene il bambino, che con la suzione riesce a farli sporgere in fuori. Tra l'altro, va sempre considerato che, durante l'allattamento, il lattante non deve succhiare il solo capezzolo ma tutta l'areola.

Suggerimenti

Ecco i consigli del dossier Allattamento al seno: tra arte, scienza e natura del Ministero della salute per la gestione dei capezzoli rientranti:

 

  • Provare a offrire il seno al bambino con una presa a coppa, o a C, che facilita l'attacco.
  • Aspettare che la bocca del piccolo sia ben aperta prima di portarlo al seno.
  • Prima di attaccare il bambino, esercitare una blanda suzione sul capezzolo con una tiralatte, oppure con il metodo della siringa, un efficace rimedio della nonna.

 

Come funziona il metodo della siringa

Si prende una siringa da 10 o 20 cc, si taglia la parte dove c’è l’ago e vi si inserisce lo stantuffo al contrario; si appoggia sul capezzolo la parte liscia della siringa e si imprime un po’ di aspirazione per facilitare la sporgenza del capezzolo.


Il dossier ricorda inoltre che è particolarmente importante prevenire l’ingorgo che renderebbe ancora più difficile l’attacco. Se necessario, si può spremere il latte e darlo con una tazzina mentre il neonato impara ad allattare al seno.

A chi chiedere aiuto


Se la mamma non riesce a risolvere il problema da sola, la cosa migliore da fare è rivolgersi il prima possibile a un esperto di allattamento, che valuterà la situazione e la aiuterà a capire come posizionare correttamente il bebè.
Esistono varie realtà alle quali le mamme possono rivolgersi: l'ospedale in cui hanno partorito, i consultori territoriali (anche se non sempre sono presenti), esperte di allattamento IBCLC, che sono le uniche a ricevere una formazione internazionale ufficiale. Esistono anche varie associazioni che possono offrire aiuto, come la Leche League o il Mami, Movimento allattamento materno italiano.

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Revisionato da Valentina Murelli - Aggiornato il 10.12.2015

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