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Il pupazzo del cuore: l’oggetto transizionale

di Valentina Murelli - 23.05.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
L'oggetto transizionale è un mezzo di conforto, utile quando il bimbo lascia il suo contesto affettivo primario (la mamma, la casa) per andare altrove

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L'oggetto transizionale

"Una micromamma da portare sempre con sé". Così la pedagogista milanese Monica Castagnetti, formatrice del Centro per la salute del bambino di Trieste, definisce l'oggetto transizionale, descritto per la prima volta dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott.

In pratica si tratta di un oggetto fisico che fornisce conforto psicologico ed emotivo al bambino, soprattutto nel momento in cui deve abbandonare temporaneamente il suo contesto affettivo primario (la mamma, la famiglia, la casa), magari per andare al nido o qualche ora a casa dei nonni. L'effetto di conforto deriva dal fatto che rappresenta una sorta di sostituto materno. "Può trattarsi di qualunque cosa: un doudou, una bambola, un pupazzo, ma anche un fazzoletto, una copertina" spiega Castagnetti.

Alcuni ritengono che il bambino vada abituato ad avere un oggetto transizionale e che fin da quando è molto piccolo lo si può mettere in contatto con un pupazzo o simili, che tendenzialmente diventerà il suo preferito. Non tutti, però, sono d'accordo.

"In realtà non è detto che il bambino lo accetterà" commenta Castagnetti. "Per prima cosa, non tutti i bambini ne hanno davvero bisogno: alcuni hanno già dentro di loro questo conforto, sanno che la mamma tornerà. Altri sostituiscono l'oggetto fisico con un'abitudine o un rituale. Per esempio, ci sono bimbi che quando arrivano al nido fanno semre la stessa cosa, si avvicinano sempre allo stesso gioco, si siedono sempre allo stesso posto: un rito che appunto li conforta rispetto alla prospettiva che le cose si svolgeranno secondo un certo ordine, al termine del quale arriverà la mamma".

E ancora: "Anche se desiderano un oggetto transizionale, non è detto che i bimbi scelgano quello che hanno pensato per loro i genitori. Se ne hanno bisogno, se lo trovano da soli". Magari mamma e papà hanno acquistato un delizioso (e costosissimo) doudou, ma il loro bimbo preferisce un vecchio fazzoletto della mamma.

E va benissimo così. 

Se il bimbo non ha l'oggetto transizionale, bisogna preoccuparsi? La scelta di avere un oggetto transizionale è assolutamente soggettiva e non c'è una regola in questo. Non c'è da preoccuparsi se il bambino salta questa tappa, se non si lega in maniera simbiotica ad un oggetto o ad un peluche. Magari passa molto tempo con la mamma ed è per questo che non ne sente il bisogno o, magari, anche quando la mamma si allontana, lasciandolo con i nonni, la babysitter o all'asilo nido, il piccolo respira un'atmosfera di serenità che non genera in lui alcuna angoscia o preoccupazione.

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