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Lo sviluppo del linguaggio

di Nostrofiglio Redazione - 11.02.2013 - Scrivici

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Il bimbo impara a parlare! L’iter generale del bambino verso la conquista delle prime parole e delle prime frasi di senso compiuto

Esattamente come avviene per i primi passi, anche per la pronuncia delle prime parole esiste un giusto momento per ogni singolo bambino. Ogni bambino ha cioè tempi e modalità di apprendimento del linguaggio che possono essere molti diversi, quindi non ha molto senso entrare in allarme se non ha raggiunto gli stessi traguardi di un coetaneo. Posto questo, a scopo puramente indicativo qui sotto è riportato l’iter che in generale conduce alla conquista delle prime parole e poi delle prime frasi di senso compiuto.

  • dal quarto-quinto mese comincia a emettere alcune vocali, in genere la “u”, con tono acuto e trillante. Tra il sesto e l’ottavo mese comincia la lallazione, cioè l’emissione di sillabe (ma, pa, ba, ta, ca, la).

  • a dieci mesi compiuti comincia a pronunciare parole di senso compiuto. Più di frequente si tratta di “papà” e “pappa”. A volte può già dire con chiarezza “mamma” e “nanna” anche se può nascere il dubbio che non ne conosca ancora appieno il significato

  • tra gli undici e i dodici mesi padroneggia e comprende il significato di più parole: mamma, papà, nonno, nonna, tata. Può coniare termini estremamente esplicativi: brum (automobile); quaqua (acqua); bau (cane); clo-clo (cavallo). A 12 mesi compiuti è quasi sempre in grado di farsi capire e di esprimere richieste precise.

Per la pronuncia di frasi composte da soggetto e verbo (dammi l’acqua) bisogna in genere attendere almeno i 18 mesi.

L’eventualità che all’anno di vita non parli ancora è poco rilevante, se però il bambino dimostra di comprendere quello che gli viene detto, si gira quando viene chiamato per nome e obbedisce a piccoli ordini (prendi il biscotto, dammi la palla). Per favorire l’acquisizione del linguaggio sono d’aiuto le filastrocche e le canzoncine. E’ bene inoltre nominare gli oggetti che si usano (ecco il pettine; mettiamo le scarpine) e spiegare le azioni che si compiono (la mamma adesso ti prepara la pappa).Di fondamentale importanza è usare le parole senza mai storpiarle. Non va fatto neppure per imitare scherzosamente il bambino, nel caso in cui sia lui a pronunciarle male, perché il compito dei genitori è quello di insegnarle in modo corretto.

(consulenza di Leo Venturelli, pediatra di famiglia, autore di numerose pubblicazioni di pediatria ambulatoriale e coautore di libri di divulgazione per genitori tra cui E’ nato un bambino, La grande enciclopedia del bambino, Da 0 a 6 anni, una guida per la famiglia)

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