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Depressione post parto: in Lombardia ne soffre una mamma su tre

di Francesca Amè - 06.02.2014 - Scrivici

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La media è superiore rispetto a quella nazionale, secondo l'indagine presentata dall'Osservatorio nazionale sulla salute della donna. Tra i fattori di rischio: aver sofferto in passato di depressione, una gravidanza indesiderata o non programmata,la giovane età, separazione, problemi economici e poco supporto della famiglia. Tra i fattori di protezione: la famiglia che si prende cura e coccola la neo mamma, gli alimenti ricchi di Omega 3 e frequentare consultori o luoghi dove ci si può confrontare con altre donne

Ansia, difficoltà ad addormentarsi, crisi di pianto, mancanza di concentrazione. E poi un senso di impotenza e inadeguatezza che rende difficile affrontare la giornata. Nei casi più estremi, apatia nei confronti del bambino e, in pochissimi casi-limite, infanticidio. La maternità può essere anche questo. La depressione post partum è nemico subdolo e implacabile.

«E’ una ladra della maternità: le donne devono saperlo»¸ dice a NostroFiglio.it Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Salute mentale e neuroscienze del Fatebenefratelli di Milano.

Colpevolizzarsi o ignorare e minimizzare la situazione non serve ed è pericoloso: la depressione in gravidanza è un disturbo dell’umore e, come tale, ha dei fattori di rischio ma anche dei fattori di protezione. Solo conoscendoli, si può affrontare e superare.

Depressione: in Lombardia ne soffre 1 mamma su 3

OnDa, Osservatorio Nazionale sulla salute della donna, ha promosso un’indagine sulla depressione in gravidanza e nel post-partum. E’ emerso che, in Lombardia, ne soffre una mamma su tre: in tutta Italia circa il 16% delle future madri o delle neomamme ha sofferto di depressione.

La depressione non è il maternity-blues

Attenzione però: la depressione post partum, ci spiega Mencacci, non è il ‘maternity blues’. Quest’ultimo è un fatto frequente: dopo il parto, la brusca caduta dei livelli ormonali (estro-progestinici) provoca crisi di pianto, irritabilità, insonnia e ansia. Il disturbo, diagnosticato sull’80% delle partorienti, di solito si risolve spontaneamente nel giro di una decina di giorni.

Secondo gli esperti, questa patologia è in realtà una sorta di stratagemma della natura che pone la madre in maggiore allerta dopo la pacatezza della gravidanza. La depressione post partum è tutt’altra cosa. Qualcosa che – lo racconta la ricerca di OnDa – il 50 % delle donne fatica persino a ipotizzare. Eppure esiste, e non va sottovalutata. (Ti potrebbe interessare: Depressione post parto e baby blues)

Attenzione alla trentaduesima settimana

Come spiegano Mencacci e Luca Bernardo, direttore del dipartimento materno-infantile del Fatebenefratelli, la depressione può avere importanti avvisaglie già durante la gravidanza: «Ecco perché parliamo di depressione perinatale: si è scoperto che anche in gravidanza si possono manifestare questi sintomi, specie intorno alla trentaduesima settimana.

Intervenire presto è fondamentale: nei mesi prima del parto la donna è più aperta e disponibile a prendersi cura di sé e a farsi aiutare», spiegano gli esperti.

Fattori di rischio

Gli studi hanno dimostrato alcuni fattori di rischio: il principale è l’avere sofferto in passato di depressione. «Sfatiamo subito il mito che durante la gravidanza si debbano sospendere gli psicofarmaci, nel caso di una terapia in corso: si tratta di una sospensione assurda, molto dannosa per la psiche della madre e per il suo rapporto con il bambino. Una sospensione che, in molti casi, è stata responsabile di una pesante crisi post-partum», commenta Mencacci.

Tra gli fattori scatenanti ci sono gravidanza indesiderata o non programmata, la giovane età, le gravidanze ravvicinate, recenti eventi stressanti (un lutto, ad esempio, o una separazione con il padre del bambino), difficoltà o impossibilità ad allattare, storie di abusi, un parto ‘deludente’ (frequente nelle donne che hanno subìto cesareo non programmato), ma anche la disoccupazione, problemi economici e soprattutto la mancanza di supporto sociale o della famiglia.

Fattori di protezione

Studi recenti hanno dimostrato come la vitamina D possa migliorare l’umore della donna, anche in situazioni critiche: sì dunque a stare al sole, all’aria aperta e sì anche ad alimenti ricchi di Omega 3 (gli acidi grassi essenziali).

Dal punto di vista pratico, come spiega Francesca Merzagora, presidente di OnDa, è fondamentale la prevenzione: le donne devono essere informate e sapere dove trovare supporto medico alle prime avvisaglie.

Tantissimo può fare la famiglia: il sostegno del compagno e dei familiari è fondamentale. A loro è chiesto, nelle settimane immediatamente successive al parto, di farsi carico delle incombenze pratiche: la neomamma deve sentirsi coccolata, aiutata, protetta. Deve avere tempo per recuperare lo scarso sonno notturno.

«Il lavoro è il miglior deterrente alla depressione post-partum – spiega Mencacci – non a caso, in molte delle interviste svolte nell’ultima indagine, proprio la mancanza di lavoro e di stabilità economica era fonte di grande stress per le neomamme».

Importante anche rivolgersi ai consultori e frequentare i corsi post-partum che normalmente gli ospedali offrono: il confronto con le altre donne e la possibilità di parlare con ostetriche e puericultrici è utile a comprendere il problema. La depressione post partum si affronta con la terapia, psicologica e farmacologica, ed è curabile: questo va subito chiarito. Ma deve essere diagnosticata e tratta da da esperti.

10 consigli per sorridere contro la depressione post parto

  1. Ricordati che sorridere fa bene a te a chi hai intorno

  2. Fai ridere il tuo bambino: riderai anche tu!

  3. Prenditi cura di te stessa

  4. Concentrati su un pensiero felice

  5. Se ti senti triste, chiama un’amica!

  6. Ritagliati uno spazio per qualcosa che ami

  7. Abbraccia e lasciati abbracciare

  8. Prova a vedere con po’ di ironia e distacco quello che stai vivendo

  9. Concediti qualche piacere

  10. Prova a distrarti anche uscendo dall’ambiente in cui vivi

(campagna "Un sorriso per le mamme" ideata da O.N.Da)

E se sto male, dove vado?

In Italia esistono sei centri di eccellenza in Italia per la diagnosi e la cura di questo disturbo, cui è bene rivolgersi per avere informazioni o chiedere un consulto: a Torino il Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Molinette (tel. 011.6336740), a Milano il Centro Psiche Donna del Fatebenefratelli (tel. 02.63633313), a Pisa la Perinatal Depression Research and Screening Unit dell’Università Pisana (tel. 800.598.171), ad Ancona gli Ospedali Riuniti (tel. 366.194.08.63), a Napoli il Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Napoli (tel. 081.5666503), a Catania l’Unità operativa di Psichiatria del Policlinico ‘Rodolico’ (tel. 095.3782468).

 

(LEGGI ANCHE: Depressione post parto, come riconoscerla e curarla)

 

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