Avere un gemello influisce sulla qualità della propria vita e diminuisce sensibilmente il rischio di morti accidentali causate da situazioni controverse o cattive abitudini: a rivelarlo uno studio di due ricercatori della Washington University, David Sharrow e James Anderson, i quali hanno analizzato date e cause di morte di circa tremila gemelli danesi nati tra il 1870 e il 1900.
Tali informarzioni sono poi state confrontate con la mortalità media e le cause di decesso più comuni in quell'epoca, mostrando con una certa evidenza come i gemelli eterozigati (e ancor di più quelli omozigoti) dimostrino una maggiore tendenza a superare i 60 anni di età rispetto al resto della popolazione.
Più del Dna conta lo stile di vita
Poiché gli studiosi reputano poco probabile che tutti quei gemelli detenessero una predisposizione genetica a vivere più a lungo, Sharrow ed Anderson si sono focalizzati riguardo i benefici che il particolare legame che si stringe tra gemelli comporti allo stile di vita di ciascun individuo.
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A quanto si evince dai dati, i gemelli infatti sono meno esposti a rischi di perire in incidenti, colluttazioni, crimini violenti o per conseguenze di vizi particolarmente nocivi; ciò potrebbe essere motivato dal «legame sociale instauratosi tra gemelli, che protegge loro dall'intraprendere attività pericolose e fornisce assistenza emotiva e materiale nei momenti di stress».
Il supporto reciproco, anche in casi di lontananza, appare dunque come un fattore determinant nella qualità dell'esisistenza di due individui così legati.
FONTE: Journal.plos.org
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