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Primi istanti di vita: le raccomandazioni dell'Oms per le prime cure del neonato

di Valentina Murelli - 09.03.2018 - Scrivici

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Fonte: Cultura RM / Alamy / IPA
Favorire il miglior passaggio possibile alla vita fuori dall'utero e il massimo contatto con la mamma. Queste le principali indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità per i primi momenti di vita dei bambini

In questo articolo

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha appena pubblicato delle nuove indicazioni per l'assistenza al parto fisiologico. Assistenza che dovrebbe essere rispettosa e senza troppe medicalizzazioni non solo per la donna, ma anche per il bebè appena venuto al mondo. Ecco dunque cosa raccomanda l'Oms per i primi istanti di vita del neonato.

1. Taglio del cordone ombelicale


Dovrebbe essere fatto in modo ritardato, cioè non prima di un minuto dopo la nascita. Questo per consentire il passaggio di una quantità extra di sangue - e dunque di ferro - dalla placenta al neonato e per favorire il passaggio alla vita extrauterina.

2. Aspirazione delle prime vie aeree


Non è raccomandata l'aspirazione di routine di naso e bocca del neonato se il liquido amniotico era chiaro e il piccolo ha cominciato a respirare autonomamente da solo.

3. Contatto pelle a pelle


Se non ci sono complicazioni, nella prima ora dopo la nascita i neonati dovrebbero essere messi in contatto pelle a pelle con le loro mamme, per prevenire il rischio di ipotermia e promuovere l'inizio dell'allattamento.

4. Avvio dell'allattamento


Tutti i neonati, compresi quelli di basso peso che sono in grado di alimentarsi al seno, devono essere attaccati al seno il prima possibile dopo la nascita, non appena sono clinicamente stabili e loro e le mamme sono pronti.

5. Il bagnetto


Il primo bagnetto del bebè dovrebbe avvenire il giorno dopo la nascita (24 ore). Se per ragioni culturali questo non è possibile, andrebbe ritardato di almeno 6 ore dopo la nascita.

6. L'abbigliamento


L'abbigliamento ideale per il bimbo appena nato deve tenere conto delle condizioni ambientali (magari fuori è caldo, ma in ospedale l'aria condizionata rende l'ambiente piuttosto fresco...). L'Oms consiglia uno o due strati di indumenti in più rispetto agli adulti e un cappellino o cuffietta.

7. Rooming in


Mamma e nonato non dovrebbero essere separati, e dovrebbero invece stare nella stessa stanza per 24 ore al giorno.

8. Vitamina K


A tutti i neonati dovrebbe essere dato 1 mg di vitamina K dopo la nascita (meglio se dopo il primo contatto pelle a pelle con la mamma) come profilassi per la malattia emorragica del neonato.

"La vitamina K è importante per la produzione di sostanze che contribuiscono alla normale coagulazione del sangue" spiega Lina Bollani, neonatologa del policlinico San Matteo di Pavia e membro della Società italiana di Neonatologia. "Alla nascita, i bambini hanno carenza fisiologica di questa vitamina perché il suo trasferimento in utero attraverso la placenta è limitato. Di conseguenza, in mancanza di profilassi si può andare incontro alla cosiddetta malattia emorragica del neonato, che comporta la comparsa, a due-quattro giorni di vita, di emorragie spontanee esterne (per esempio a livello ombelicale), ma anche interne". In questo caso sono particolarmente temibili quelle a livello del cranio.

"Non solo" prosegue Bollani. "Poiché il latte materno è una sorgente povera di vitamina K, nei bambini allattati al seno c'è un ulteriore rischio di emorragia, anche se molto più basso, tra il primo e il terzo mese di vita. Ecco perché, oltre alla raccomandata somministrazione di vitamina K alla nascita - in genere per via intramuscolare - nei bimbi allattati al seno si continua la supplementazione per bocca fino a 14 settimane".

La profilassi oftalmica (il collirio)


Le nuove raccomandazioni Oms per il parto positivo non fanno menzione di una pratica che viene effettivamente svolta di routine nei nostri ospedali, e cioè la profilassi oftalmica: si tratta in pratica dell'applicazione di un collirio o di una crema oculare per la prevenzione di infezioni oculari che potrebbero portare alla cecità, in primo luogo la gonorrea e le infezioni da clamidia.

"Almeno alle nostre latitudini, le migliorate condizioni igieniche hanno reso meno importante il problema" afferma Bollani. In effetti alcuni paesi, per esempio Svezia e Danimarca, non applicano più la profilassi oftalmica a tutti i neonati, ma solo a quelli considerati a rischio. Tuttavia, l'ufficio stampa dall'Oms ci fa sapere che rimangono valide le indicazioni di un altro recente documento dell'Organizzazione stessa, pubblicato nel 2016, secondo il quale la profilassi oftalmica è raccomandata per tutti i neonati.

"E così accade in Italia" puntualizza la neonatologa, sottolineando che si tratta di una posizione condivisa anche dall'Associazione americana dei pediatri e dai Centri di controllo e prevenzione delle malattie di Atlanta.

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