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Sesso dopo il parto

di Angela Bisceglia - 21.11.2011 - Scrivici

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Fonte: Contrasto
Diciamoci la verità: dopo la nascita del bebè, fare sesso è forse l’ultimo dei tuoi pensieri. Trascorsi i primi tempi, però, è bene recuperare l’intimità della coppia. Facile a dirsi, ma come si fa? Ne parliamo con gli esperti

40 giorni prima di ricominciare

“Dopo il parto, è necessario attendere almeno 30-40 giorni prima di riprendere l’attività sessuale, indipendentemente dal tipo di parto” premette Monica Calcagni, ginecologa a Roma. “E’ questo il tempo minimo necessario per una completa guarigione di eventuali ‘tagli’ (non solo cesareo, ma anche episiotomia o piccole lacerazioni spontanee), per consentire all’utero e alla vagina di ritornare alle normali dimensioni e per veder terminare le lochiazioni, ossia le perdite ematiche fisiologiche che si verificano nel puerperio. In ogni caso, prima di riprendere i rapporti, è consigliabile fare una visita dal ginecologo per controllare che sia tutto ok”.

L’influsso degli ormoni

Trascorsi i 40 giorni, tuttavia, ricominciare a fare sesso non è facile. In parte la ‘colpa’ è degli ormoni. “Dopo gli scombussolamenti ormonali della gravidanza, nel post parto si verificano nuovi cambiamenti che fanno calare il desiderio sessuale” spiega la ginecologa: “innanzitutto si ha un aumento considerevole della prolattina, che è l’ormone che fa produrre il latte, ma che di rimando induce un calo della libido; a questo si aggiunge che nelle settimane successive al parto la neomamma è in uno stato di stress molto elevato, che fa aumentare il cortisolo (non a caso denominato ormone dello stress), con effetti negativi sul desiderio”.

Ciliegina sulla torta: è facile che negli ultimi mesi di gravidanza il sesso sia stato messo da parte e ricominciare dopo tanto tempo potrebbe provocare dolore durante la penetrazione, e questo spinge a rimandare un appuntamento tutt’altro che piacevole.

Desiderio in caduta libera

Anche la psiche non ci aiuta un gran che: “Anzi, diciamo pure che dopo la nascita di un bambino il desiderio sessuale va a farsi benedire” esordisce scherzosamente la sessuologa Francesca Romana Tiberi Francesca Romana Tiberi, presidente dell’Associazione Italiana Sessuologia e Psicologia relazionale. “E questo per tantissimi motivi.

Tanto per cominciare, da ‘libere e belle’, com’eravamo fino a qualche mese fa, ci ritroviamo di punto in bianco catapultate nel ruolo di mamma, ad accudire un pupo che assorbe tutto il nostro tempo e le nostre energie.

Un’esperienza bellissima, certo, ma stancante, specie se consideriamo che, se non abbiamo aiuti, ci tocca occuparci anche della casa, della spesa e di eventuali altri bambini.

Morale: il sesso diventa un’altra incombenza alla quale rinunciamo volentieri e quando finalmente poggiamo la testa sul cuscino, ad un incontro a luci rosse preferiamo di gran lunga un’ora in più di sonno! Altro fattore: teniamo presente che la sessualità è strettamente legata all’idea di maternità e questo, in una fase in cui non si è ancora metabolizzata la prima gravidanza, ci porta inconsciamente a rifiutare un atto che può portare altri figli, che non si è pronte ad accogliere.

Mettiamoci poi che diventare mamme è un evento talmente coinvolgente e gratificante, che tutto il resto viene lasciato fuori, quasi possa disturbare questo momento tutto nostro, che vogliamo goderci a 360°.

Aggiungiamo l’ultima? Dopo la gravidanza le forme cambiano e abbiamo il timore che il nostro corpo non sia più così attraente agli occhi del partner, quindi preferiamo evitare ‘incontri ravvicinati’”. Insomma, gli ingredienti ci sono tutti per stare alla larga dal sesso. Che fare?

Come recuperare l’intimità di coppia

  • Non aspettare che torni il desiderio. Il sesso non va trascurato in attesa che la voglia torni da sé: il desiderio si autoalimenta, così come i cali del desiderio: meno lo fai, meno hai voglia di farlo. Se invece mantieni accesa la fiammella, gradualmente il desiderio ritorna. È un po’ come la paura di guidare: se dopo la patente non prendi subito la macchina, la paura col tempo si consolida e finisce che non si guida più.

  • Fate squadra. Il sesso è un fatto di coppia e va affrontato in coppia. Parla con lui, confidagli come ti senti e quel che stai provando: star zitte, fingere o rifiutarsi tout court non va bene per te e neanche per lui, poiché potrebbe dar adito a mille interpretazioni.

    Magari scoprirai che anche lui ha delle remore a ricominciare, specie dopo una pausa di parecchi mesi, oppure si rende conto del tuo disagio ma non sa come comportarsi.

  • W le coccole! La ricetta magica? La ‘tecnica degli assaggini’. Se di avere rapporti sessuali completi non te la senti, recuperate le effusioni dei tempi in cui eravate ‘fidanzatini’. È un riavvicinamento soft alla sessualità, che ti aiuta a riassaporare un po’ per volta i piaceri dell’intimità: è come se avessi seguito una dieta prolungata e non te la sentissi di fare tutt’una volta un’abbuffata: cominciamo ad assaggiare di tutto un po’, di volta in volta magari ti verrà voglia di fare un pasto completo…

  • Prendi tu l’iniziativa... però prendila! La maggior parte delle volte è lui a fare le manovre di avvicinamento? Chiedigli di aspettare che sia tu a prendere l’iniziativa. Sapere di poter scegliere come e quando aiuta a sentirsi più libere, purché non sia una scusa per rimandare all’infinito il vostro incontro! È vero che con i bambini i tempi e gli spazi sono molto limitati, ma bisogna trovarli: individua il momento in cui ti senti più rilassata, più disponibile, più attratta da lui (e magari in cui il bebè dorme) e fagli delle avances. E non accampare la scusa che il tempo non si trova: per andare dal parrucchiere o a fare un giro per vetrine il tempo si trova, vero?

  • Concentrati! Confessa, quante volte mentre fate l’amore pensi: e se il bebè si sveglia? Avrò spento il cellulare? Che preparo da mangiare domani? No, così non va! Fai un bel respiro e sforzati di riportare l’attenzione al ‘qui e ora’: concentrati su quel che state facendo in quel momento, sulla parte del corpo che lui ti sta toccando; all’inizio probabilmente i pensieri tenderanno a divagare di nuovo, ma con un po’ di ‘allenamento’ vedrai che ci riuscirai.

  • Partecipa attivamente. Non lasciare che sia lui ad ‘esplorare a caso la mappa’, ma dagli un aiuto. “Spesso le donne si lamentano che gli uomini si fiondano subito ‘lì’, mentre a loro piacerebbe essere accarezzate in altre parti” osserva la sessuologa. “Bene, assodato che lui non è un indovino, come fa a saperlo se tu non glielo comunichi? Se ti piacciono le carezze al collo o sulle cosce, non avere remore a portare lì le sue mani. Stai sicura che, se piace a te, piacerà anche a lui perché sa che ti sta procurando piacere”.

  • Il piacere fa fare meglio il dovere. Arriviamo ad un concetto cruciale. Sin da piccola ti hanno inculcato la regola: prima il dovere, poi il piacere? O l’idea che il dovere è ‘da brave’, il piacere no? O forse sei una di quelle persone che, quando vogliono far qualcosa di bello per se stesse, devono prima verificare che ci siano tutte le congiunture astrali favorevoli?

Beh, è ora di cambiare rotta, anche perché la maternità può accentuare questo modo di essere così ‘perfettino’. “La sessualità è un rivendicare il nostro piacere e non è giusto sacrificarlo per inseguire il mito di una perfezione che non esiste” fa notare la sessuologa. “Cominciamo a cambiare modo di ragionare dalla nostra quotidianità, concedendoci almeno un piacere al giorno.

Non è necessario fare chissà che cosa, basta dedicarsi ogni giorno una coccola di puro godimento: poltrire un po’ sul divano, gustarsi una bella cucchiaiata di nutella, regalarsi un massaggio dall’estetista, frequentare un corso di acquagym: dei momenti insomma in cui non sei mamma-colf-lavoratrice, ma sei te stessa e pensi solo a te stessa. Ricorda che bisogna voler bene a se stesse prima di voler bene agli altri. È un insegnamento positivo anche per i nostri figli: la maternità non è un dovere, che ci costringe a rinunciare a noi stesse, e l’amore non vuol dire rinuncia”.

  • E se non gli piaccio? È uno dei timori più frequenti delle neommme: quello di non essere più attraenti agli occhi del partner. È vero: le forme del corpo cambiano, ma spesso lui non lo nota neanche (tranne che il seno ha una-due taglie in più… e questo, stai pur certa, non gli dispiace!). Se però non ti va di farti vedere con qualche rotolino di troppo, si può sempre spegnere la luce!

  • Se a essere bloccato è lui. Finora abbiamo parlato dei cali di desiderio di lei, ma può capitare che ad essere bloccato sia il partner. Potrebbe ad esempio sentirsi escluso dal rapporto simbiotico che si crea tra mamma e bebè, essere frenato dall’idea di un possibile rifiuto o aver paura di farci del male; senza considerare che anche per lui non è facile passare dal ruolo di compagno a quello di papà e che anche lui potrebbe essere stressato dai nuovi ritmi imposti dal bebè.

Se ti rendi conto che sta vivendo una di queste situazioni, devi rassicurarlo, sul tuo amore innanzitutto e sul fatto che la nascita del bambino non ha cambiato i tuoi sentimenti nei suoi confronti. E, ancora una volta, concedetevi tanto spazio per le coccole, senza finalizzarle necessariamente al sesso.

  • Caro, dove mi porti stasera? È l’ultimo ma forse il principale consiglio: anche con un bebè non dobbiamo dimenticarci che siamo una coppia e dobbiamo trovare tempo solo per noi come coppia: se per una sera ci separiamo dal bambino non sarà la fine del mondo! Approfittiamo della disponibilità di nonni, baby-sitter o vicina di casa e andiamo al cinema o a mangiare una pizza, senza sensi di colpa: se abbiamo fatto un bambino vuol dire che ci vogliamo bene, e il nostro amore va alimentato, per dare il giusto nutrimento, anche in termini di serenità, alla nostra famiglia.

    E poi, nella penombra della sala, magari ci scappa un abbordaggio…

Anche se allatti, usa il contraccettivo! Ci credono ancora in tante, ma l’allattamento non protegge da gravidanze indesiderate: è vero che la fertilità un po’ si riduce, ma fino a quando il ciclo non torna, non si sa mai quando avviene l’ovulazione e non si hanno i segnali soliti – secrezioni vaginali, calcolo dei giorni – che ci consentono di individuare il periodo a rischio. Se non si desidera un nuovo bebè, pertanto, è necessario scegliere da subito un metodo anticoncezionale.

Quale? “Se la mamma non allatta, appena ritorna il ciclo – circa 40 giorni dopo il parto - può prendere la pillola anticoncezionale estro-progestinica” risponde la ginecologa; “se invece allatta, gli estrogeni vanno evitati perché potrebbero passare nel latte, anche se in piccole quantità, mentre non c’è nessun problema ad assumere la pillola progestinica, a base di solo progesterone, che non viene rilasciato nel latte. In alternativa si può inserire la spirale, ma occorre aspettare 3 mesi dopo un parto naturale ed almeno 7-8 mesi dopo un cesareo. Nessun problema invece ad usare il preservativo da subito”.

Aggiornato il 17.05.2016

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