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La nanna del neonato

di Valentina Murelli - 17.03.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Le cose fondamentali da sapere per un sonno sicuro e sereno nei primi mesi di vita.

In questo articolo

Dormire non è solo una funzione naturale, fisiologica dell'organismo: come respirare e nutrirsi è anche una funzione indispensabile e un bisogno fondamentale. Anche per i bebè dormire è fondamentale, per consentire all'organismo di ricaricarsi delle energie spese durante le ore di veglia e per assicurare uno sviluppo psicofisico armonico ed equilibrato: durante il sonno, infatti, si consolidano sviluppo cerebrale e memoria, si producono ormoni importanti per la crescita, si rafforza il sistema immunitario.

Neomamme e neopapà, tuttavia, sanno fin troppo bene che il sonno dei loro bambini è un tasto più che dolente. Vediamo allora le cose fondamentali da sapere su questo argomento.

1 Il sonno dei bambini è “diverso” da quello degli adulti

Come spiega il pediatra Alberto Ferrando nel suo Il libro della nanna (Edizioni LSWR, Milano 2019), nei bambini è più elevata che negli adulti la percentuale di sonno REM (quello in cui si verificano i sogni e il cervello si comporta come se il soggetto fosse sveglio) rispetto al sonno NON REM (quello più profondo, in cui ci si riposa). In particolare, se negli adulti si osserva un 25% di fase REM sul totale del sonno, nei bambini si arriva al 50%. E anche il sonno NON REM è strutturato in modo diverso e, nei primi mesi di vita, risulta nel complesso meno profondo.

Per questo, come sottolinea la psicologa perinatale Alessandra Bortolotti nel libro I cuccioli non dormono da soli, "è piuttosto difficile che un bambino dorma profondamente prima del terzo mese".

Sonno REM e sonno NON REM

Ecco come appaiono nel neonato, secondo la descrizione di Ferrando, ripresa da quella del pediatra americano T. Berry Brazelton:

 

Sonno profondo (NON REM): "Il neonato è in grado di eliminare tutti gli stimoli fastidiosi che provengono dall'ambiente che lo circonda. Il suo respiro è profondo, pesante e regolare. Tiene gli occhi chiusi ed è inattivo; se si muove può avere dei soprassalti".

 

Sonno leggero (REM): "Il respiro del neonato è irregolare e più superficiale. Può fare delle contorsioni e dei movimenti mimici del volto. Se viene svegliato può rimanere assonnato e diventare nervoso o cercare di riaddormentarsi".

2 Meglio non nutrire aspettative esagerate

Proprio perché il sonno dei bambini è diverso da quello degli adulti è bene mettersi subito nell'ottica di idee che il proprio bambino potrebbe svegliarsi spesso o dormire relativamente poco (tra l'altro spesso non è vero che dorme poco, ma ai genitori, giustamente stanchi, sembra che sia così).

Meglio evitare paragoni con i figli di amici, parenti, conoscenti, perché il bisogno di sonno varia da bambino a bambino anche in funzione del temperamento, per cui è possibile trovare bambini a cui bastano relativamente poche ore di sonno, mentre altri hanno bisogno di dormire molto di più, senza che una delle due circostanze sia la spia di qualcosa che non va.

3 Quanto dovrebbe dormire un neonato

Al di là della variabilità individuale, secondo la National Sleep Foundation americana è comunque raccomandato che dalla nascita ai tre mesi di vita un bambino dorma circa 14-17 ore nell'arco delle 24 ore. Sono considerati comunque nella norma intervalli compresi tra le 11-13 ore e le 18-19 ore di sonno, mentre non è raccomandabile che un bambino così piccolo dorma meno di 11 ore o più di 19. (Ovviamente parliamo di indicazioni statistiche generali: il fabbisogno appropriato di ciascun bambino può comunque variare in base a vari fattori).

4 Dove farlo dormire

È una delle tante questioni controverse riguardo al sonno del bambino: dove farlo dormire? Nella sua cameretta o nella camera dei genitori? E in questo caso in una culla o un lettino separati o addirittura nel lettone? Ferrando sottolinea che il consiglio attuale degli specialisti sia quello di:

far dormire i bambini nella stessa camera dei genitori almeno per i primi 6-12 mesi di vita

Detto questo, il pediatra precisa che "qualsiasi scelta venga presa è necessario adottare alcune precauzioni per proteggere il bambino durante il sonno e garantirne la sicurezza". Vediamole.

Se dorme nella sua cameretta

  • è opportuno che sia comunque vicina a quella dei genitori, in modo da poter intervenire tempestivamente alle richieste del bambino;
  • se si allatta, la camera dovrà avere almeno una poltrona, se possibile reclinabile, per rendere più agevole l'allattamento;
  • ma attenzione: mai dormire con il bimbo su una poltrona o sul divano per il rischio di soffocamento.

Culla, lettino, navicella...

La scelta è assolutamente personale. Ferrando sottolinea che si è optato per la navicella della carrozzina, questa comincerà a stare stretta al bambino intorno ai tre-quattro mesi.

In culle o lettini è consigliato:

  • sistemare il neonato con i piedini che toccano il bordo inferiore;
  • controllare bene dimensioni del materasso (non devono restare spazi vuoti sui lati) e consistenza (deve essere abbastanza rigido);
  • non tenere oggetti morbidi come peluche;
  • evitare paracolpi e coperte;
  • non legare il ciuccio al polso o al collo del bambino con lacci, corde, nastri o collanine perché potrebbero ferire il bambino o addirittura strangolarlo;
  • eliminare corde e fili con figure mobili appese sopra culla o lettino (potrebbero cadere sul bimbo) o almeno verificare che siano davvero ben ancorate;
  • nel caso di lettino con le sbarre, verificare che la loro distanza sia a norma, cioè compresa tra 4,5 e 6,5 cm.

Culla fianco letto o next to me

È la culla che può essere posizionata accanto al lettone, come una sorta di sidecar (ma facendo attenzione a non lasciare spazi).

È considerata dall'Unicef la soluzione più sicura per il sonno del neonato

Nel lettone con i genitori

"La scelta di far dormire il bambino nel lettone è assolutamente personale" scrive Ferrando, sottolineando che in alcuni casi questo garantisce sonni più tranquilli a tutti, ma in altri può rendere il sonno di genitori e bambini più disturbato. In ogni caso, se ci si orienta verso questa scelta va considerato che può essere attuata in sicurezza solo se sono soddisfatti alcuni criteri. Ecco i punti del sonno sicuro riassunti da Ferrando sulla base di indicazioni internazionali:

  1. I genitori – dunque sia la mamma sia il papà – non devono fumare né consumare alcol o sostanze che possano provocare sonnolenza. Idem per l'assunzione di farmaci che provocano sonnolenza. In tutti questi casi, meglio culla o lettino.
  2. I genitori non devono essere di corporatura robusta perché l'eccesso di peso di un genitore può costituire un rischio in caso di condivisione del lettone.
  3. Il bimbo dovrebbe essere allattato al seno (con la formula cambia la qualità del sonno di mamma e bambino).
  4. Quando non è allattato, il bambino deve essere messo a dormire a pancia in su, non sul fianco né a pancia in giù.
  5. Il bambino deve essere sano e nato a termine. Per neonati prematuri o di basso peso alla nascita meglio evitare la condivisione del lettone.
  6. Il bambino non deve essere vestito in modo troppo pesante: una tutina o un pigiama leggeri bastano.
  7. Il letto dovrebbe avere un materasso rigido, senza spazi o interstizi nei quali il bambino potrebbe incastrarsi; le coperte devono essere leggere (no piumoni) e non devono mai coprire la testa del piccolo.
  8. Sul letto non devono mai salire animali domestici (o altri fratelli, quando il bambino è ancora piccolo).
  9. La mamma non deve indossare gioielli, pigiami e camice da notte con nastri o lacci lunghi (e meglio raccogliere i capelli se sono lunghi).
  10. No al sonno su poltrone e divani.

Infant seats e sdraiette

Scrive Ferrando: "Non è consigliata per dormire in quanto, essendo una sedia molto piccola, il bambino non ha la possibilità di grandi movimenti né il pieno controllo del collo".

5 Come farlo addormentare

Ecco un'altra questione scottante: far addormentare il bambino al seno o in braccio oppure nella sua culla o lettino? Secondo Ferrando è meglio abituarlo ad addormentarsi da solo, con i propri mezzi, mettendolo nel suo lettino quando ancora non è addormentato. Non tutti però concordano con questa posizione.

Alessandra Bortolotti, per esempio, ricorda che è assolutamente normale che il bambino "voglia essere preso in braccio e rassicurato per addormentarsi". D'altra parte, nelle prime settimane di vita, il contatto "è l'unico linguaggio che conosce e riconosce perché gli permette di ritrovare gli odori, il sapore e il calore che aveva conosciuto nella pancia della mamma".

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