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Quando portare il bambino dal pediatra?

di Valentina Murelli - 08.10.2020 - Scrivici

pediatra
Fonte: shutterstock
Quante volte bisogna portare il bambino dal medico nei suoi primi anni di vita? Non c'è un numero fisso: è importante partecipare ai bilanci di salute, incontri programmati per controllare la crescita e lo sviluppo psicomotorio, e poi andarci ogni volta che serve, perché c'è qualche problema di salute.

In questo articolo

Il pediatra è il dottore del bambino

Lo specialista che ne seguirà la crescita dalla nascita almeno fino a sei anni (ma è possibile stare con il pediatra fino ai 14 anni) e punto di riferimento per mamma e papà per ogni piccolo o grande dubbio sulla salute del loro piccolo.

I bilanci di salute o visite filtro

Alcuni incontri con il pediatra sono programmati: sono i cosiddetti bilanci di salute o visite filtro, controlli di routine per valutare la crescita e lo sviluppo psicomotorio del piccolo. Il Servizio sanitario nazionale ne passa almeno sei, tre entro l'anno e altri tre tra i due e i sei anni: in genere però ce n'è qualcuno in più, e comunque sono le singole regioni o addirittura le singole Asl a stabilire esattamente quanti farne (eventualmente anche nella fascia 6-14).

Tra 0 e sei anni si parte sempre con un esame fisico generale, con la raccolta di dati relativi a peso, altezza e circonferenza cranica. Inoltre viene effettuata una valutazione psicomotoria e sensoriale: si controllano linguaggio, vista, udito, abilità motorie e sviluppo neurologico.

I bilanci di salute sono appuntamenti molto importanti per intercettare se c'è qualcosa che non procede proprio nel verso giusto, o per chiedere consiglio al pediatra su qualche momento particolare della crescita, come lo svezzamento. Non solo: durante questi incontri i medici in genere ne approfittano per spiegare ai genitori cosa possono aspettarsi dal loro bambino nel corso delle settimane o mesi successivi e come intervenire in caso di piccoli problemi, oltre che rispondere a eventuali domande su temi particolari, come le vaccinazioni. Ecco perché è bene non perderseli!

Ovviamente, se ci sono situazioni particolari, per esempio un lattante che presenta anomalie nella crescita e deve essere tenuto sotto controllo, gli incontri con il pediatra possono essere anche più frequenti e ravvicinati.

Bilanci di salute: tutti gli appuntamenti fondamentali da 0 a sei anni

PRIMO MESE

La prima visita avviene in genere dopo due settimane dalla nascita, e comunque entro i primi 45 giorni. Si controllano: la crescita (peso, lunghezza, circonferenza cranica), la fontanella, le anche, gli occhi, lo sviluppo neurologico, la presenza di eventuali malformazioni non visibili alla nascita, i genitali.

Il pediatra prescrive vitamina D e, al bisogno, vitamina K e fluoro per i dentini e discute con i genitori la gestione del bambino, fornendo, se occorre, sostegno all'allattamento. Inoltre dovrebbe illustrare le prime vaccinazioni e offrire indicazioni per la prevenzione della morte in culla e le complicazioni da fumo passivo.

2/3 MESI

Si ripetono i controlli di base (esame fisico, crescita, valutazione psicomotoria, stato cardiovascolare) e si controlla lo stato delle vaccinazioni.

6 MESI

Esame fisico, valutazione psicomotoria e sensoriale, valutazione delle vaccinazioni. Si comincia a parlare di svezzamento (mai prima dei 4 mesi, meglio a partire da 6 mesi) e si forniscono indicazioni sulla prevenzione degli incidenti domestici.

8/9 MESI

Esame fisico e valutazione psicomotoria e sensoriale. Per esempio si valuta se il bambino siede in modo corretto, se e come sgambetta, se ha cominciato la lallazione, se ha interesse per l'ambiente circostante. In molte Asl è previsto il Boel test, che permette di valutare l'udito, ma anche le capacità attentive e relazionali del bambino.

12 MESI

Esame fisico e valutazione psicomotoria e sensoriale. Si valuta l'alimentazione del bambino e si illustra la vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia-varicella, da fare intorno ai 13-15 mesi.

18 MESI

Esame fisico. Controllo delle vaccinazioni. Valutazione dell'attività motoria: il bambino dovrebbe aver cominciato a camminare. Valutazione del linguaggio: dice qualche parola, oltre a mamma e papà? Segue il discorso e capisce quello che gli viene chiesto? Alcune regioni prevedono l'esecuzione di un test per l'individuazione precoce dell'autismo basato sull'osservazione del bambino e un questionario per i genitori).

24 MESI

Esame fisico, valutazione psicomotoria (il bambino cammina, salta, corre?) e sensoriale. Valutazione del linguaggio: intorno ai 2 anni il bimbo dovrebbe pronunciare almeno 50 parole e riuscire a metterne insieme due o più per esprimere concetti. Valutazione della vista: si esegue il test di Lang per l'ambliopia (capacità di visione stereoscopica). In alcune regioni viene effettuato un test per il daltonismo (che in altre è effettuato al controllo dei 5/6 anni).

E ancora: il pediatra valuta l'occlusione dentale (il bambino dovrebbe aver abbandonato il succhiotto, o cominciare a farlo) e spiega le norme fondamentali di igiene orale (oppure può suggerire una visita da un dentista, per chiarire questi aspetti).

36 MESI

Proseguono gli esami fisici e le valutazioni motorie, sensoriali e del linguaggio.

5-6 ANNI

Esame fisico, valutazione psicomotoria, sensoriale e del linguaggio. Controllo delle vaccinazioni. Valutazione dell'acuità visiva (se il bambino vede bene oppure no). Valutazione dei denti: può essere il momento di inviare il bambino al dentista per un primo controllo. Valutazione dello scheletro e dell'atteggiamento posturale, per individuare eventuali anomalie come scoliosi, piede piatto, lordosi, cifosi. Valutazione di eventuali disturbi dell'apprendimento (come la dislessia) che potrebbero emergere con l'inizio della scuola. Indicazioni sulla prevenzione di obesità e disturbi alimentari.

Altri controlli

Oltre che in occasione dei bilanci di salute, si può andare dal pediatra ogni volta che si voglia portare alla sua attenzione qualche problema del bimbo: febbre, tosse, vomito e diarrea, malattie esantematiche, eventuali dermatiti o allergie sono tra le più comuni preoccupazioni per i genitori.

In genere prima di andare in ambulatorio c'è un passaggio telefonico con il dottore, che comincia a fornire le prime indicazioni su cosa è meglio fare o non fare.

Dal pediatra con la febbre? Sì, si può!

La febbre è la condizione del bambino che più spesso porta i genitori a chiedere al pediatra una visita a casa. Richiesta che, però, spesso non viene accolta. D'altra parte, il bambino con la febbre può tranquillamente andare in ambulatorio: anzi, in genere è decisamente meglio che lo faccia. Non solo le sue condizioni non si aggravano, ma nel suo studio il medico ha sottomano eventuali strumenti per una prima diagnosi (tampone faringeo, esame urine, micro prelievo di sangue).

Solo se la febbre supera i 39° C, non risponde ai farmaci e le condizioni generali sono tali da non consentire lo spostamento (per esempio perché ci sono vomito o diarrea molto frequenti) può essere utile la visita domiciliare.

Pediatra e sintomi compatibili con Covid-19

Che cosa succede su un bambino presenta sintomi compatibili con il Covid-19 (febbre o altri sintomi di tipo influenzale come mal di golaraffreddoretosse)? I genitori devono contattare il pediatra o il medico di famiglia per la valutazione clinica: sarà il medico, in caso di sospetto COVID-19, a richiedere tempestivamente il test diagnostico, comunicandolo al Dipartimento di prevenzione dell'Asl di riferimento. Lo stesso Dipartimento di prevenzione provvede all'esecuzione del test diagnostico e si attiva per l'approfondimento dell'indagine epidemiologica e le procedure conseguenti.

Vaccini: ecco il calendario tra 0 e sei anni

I vaccini dell'infanzia non si fanno dal pediatra, ma nel centro vaccinale dell'Asl di riferimento, che si fa carico di invitare i genitori ai vari appuntamenti previsti dal calendario vaccinale nazionale. Ricordiamo che dal 2017 alcune vaccinazioni sono obbligatorie. Ecco tutti i vaccini da fare, tra obbligatori e raccomandati.

Tre mesi

Obbligatori: prima dose difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae di tipo B (esavalente). Raccomandati: prima dose meningococco B; prima dose pneumococco.

Quattro mesi

Raccomandati: seconda dose meningococco B.

Cinque mesi

Obbligatori: seconda dose difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae di tipo B (esavalente). Raccomandati: seconda dose pneumococco.

Sei mesi

Raccomandati: terza dose meningococco B.

Tra 3 e 7 mesi

Raccomandati: rotavirus (due o tre dosi a seconda del tipo di vaccino).

11 mesi

Obbligatori: terza dose difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, Haemophilus influenzae di tipo B (esavalente). Raccomandati: terza dose pneumococco.

13 mesi

Raccomandati: quarta dose Meningococco B.

Tra 13 e 15 mesi

Obbligatori: prima dose morbillo, parotite e rosolia (MPR); prima dose varicella (oppure prima dose tetravalente MPRV). Raccomandati: prima dose Meningococco C.

Sei anni

Obbligatori: richiamo difterite, tetano, pertosse, polio (DTP + polio); richiamo morbillo, parotite, rosolia e varicella (MPR o MPRV).

Tra i 12 e i 18 anni

poi verranno fatti i richiami per difterite, tetano, pertosse, polio (obbligatori) e il richiamo meningococco C, più la vaccinazione HPV (raccomandati.

Quando il pediatra non basta: il pronto soccorso

Una caviglia slogata, un braccio dolorante dopo una caduta dalla bici, un brutto taglio: sono alcuni esempi di condizioni che spingono i genitori a portare i figli in ospedale, al pronto soccorso, senza passare dal pediatra.

E in inverno si aggiungono anche malattie respiratorie, specie se ci sono sintomi importanti come può accadere nel caso della laringite.

A volte la corsa in ospedale è pienamente giustificata, ma in altri casi basterebbe andare dal pediatra, evitando di sovraffollare gli ospedali. Per sapere quando è il caso di portare il bimbo al pronto soccorso, leggi l'articolo.

Revisionato da Luisa Perego

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