Home Neonato

Il settimo mese del neonato

di Valentina D'Andrea - 15.08.2014 - Scrivici

neonato-settimo-mese
Fonte: Shutterstock
I consigli alla neo mamma sulla dentizione, sul raffreddore, sul dolore alle gengive, sull'otite e su quello che può accadere nel settimo mese di vita e come risolverlo, i primi piccoli traguardi del bebè

A sette mesi quasi sempre si sono superati i piccoli ostacoli legati all’introduzione dei primi alimenti solidi e si è presa la decisione relativa all’affido del bambino durante le ore in cui la mamma si assenta da casa per lavoro, per cui il quotidiano comincia ad assumere le caratteristiche di una quieta routine priva di scossoni. La dentizione di solito è già iniziata e i genitori tendono ad attribuire qualsiasi manifestazione anomala – dall’irritabilità al pianto difficile da consolare fino alla comparsa di qualche linea di febbre - alla eruzione dei dentini, anche se di fatto non sempre è proprio questo da considerare la causa di tutti i piccoli inconvenienti che possono interessare il bambino. Al riguardo va sottolineato che intorno ai sette mesi potrebbero comparire i primi segnali della cosiddetta “ansia da separazione”, sentimento di struggente malinconia legato al momento in cui il bambino acquisisce per la prima volta la consapevolezza di non essere un tutt’uno con la sua mamma, ma un’entità diversa e staccata da lei. Di ansia da separazione se ne parla nel capitolo dedicato all’ottavo mese di vita. (Leggi tutta L'agenda del bambino, da 0 a 12 mesi )

LA DENTIZIONE

L’epoca della dentizione è variabile ed è influenzata anche dalla famigliarità. I figli di genitori a cui sono spuntati i denti molto tardi rispetto alla media in genere a loro volta ritardano, anche se la regola non è assoluta. Nella maggior parte dei casi il primo dentino spunta tra i cinque e gli otto mesi di vita, mediamente tra i sei - sette, seguito quasi subito dal dentino gemello. Ecco le altre informazioni che possono risultare utili sull’argomento.

  • Non ci si deve preoccupare né se il primo dentino compare a tre mesi né se intorno all’anno ancora non ne è spuntato neppure uno: entrambe le eventualità sono accettabili.

    Di solito i primi a mostrarsi sono i due incisivi inferiori centrali. Dopodiché arrivano i quattro incisivi superiori, i due restanti incisivi inferiori, i quattro premolari, i quattro canini. Questa prima fase della dentizione può completarsi a due anni, anche seguendo un ordine diverso. Poco prima dell’eruzione di un dentino il bambino può essere nervoso, irritabile, può piangere con facilità, mostrarsi inquieto al momento di addormentarsi e la sua salivazione può aumentare in maniera consistente, ma non è una regola assoluta.

  • I primi denti che spuntano sono popolarmente definiti da latte, ma il loro nome scientifico è “decidui”, in quanto sono destinati a cadere, eventualità che comincia a evidenziarsi dai sei-sette anni di vita. La loro funzione è comunque importante sia per la corretta masticazione sia perché la loro presenza assicura la crescita regolare dei denti permanenti che spunteranno in seguito. Se un dente da latte cade, il dente permanente che gli corrisponde potrebbe crescere storto, anche qualora non fosse geneticamente prevista questa anomalia.

  • I dentini da latte richiedono alcune attenzioni, prima tra tutte quella di non offrire al bambino alimenti contenenti zucchero, in quanto questa sostanza è la grande responsabile della carie. I primi dentini si possono pulire con una garzina sterile avvolta intorno a un dito, in attesa che il bambino si dimostri collaborativo rispetto all’impiego dello spazzolino da denti (che di solito si può cominciare a proporre a due anni). In generale, è importante ricordare che un dente pulito non si caria e che questo messaggio andrebbe trasmesso il prima possibile. Per quanto riguarda il primo controllo dal dentista c’è davanti ancora molto tempo: andrebbe infatti effettuato intorno ai cinque anni di vita.

SE LE GENGIVE GLI FANNO MALE

Di solito per lenire il fastidio che coinvolge le gengive durante la dentizione è sufficiente offrire al bambino i giocattolini da mordere, meglio se raffreddabili in freezer.

Il freddo produce infatti un effetto antidolorifico che spesso riesce a tranquillizzare il bambino. Si può, inoltre, massaggiargli la gengiva con il dito avvolto in una garzina sterile precedentemente inumidita con acqua tiepida. Se nessuno di questi rimedi dovesse funzionare e il bambino apparisse sofferente può essere opportuno impiegare uno specifico gel dentale, dalla blanda azione anestetica. E’ bene, comunque, consultare il pediatra per ottenere da lui la prescrizione.

PULIRGLI IL NASINO

In caso di raffreddore è una buona regola provvedere alla pulizia del nasino sia per allontanare la concentrazione di virus che il muco ingloba, sia per assicurare al bambino una respirazione migliore. Se le secrezioni nasali sono abbondanti e tendono a formare crosticine può essere opportuno usare un aspiratore nasale. Si tratta di un presidio da appoggiare con delicatezza all’imbocco del naso che una volta azionato procura al piccolo molto sollievo. In alternativa, fargli respirare vapore acque può egualmente sollecitare la fuoriuscita di abbondanti quantità di muco. Il muco va poi asportato con un fazzoletto morbido (anche usa e getta) tamponando lievemente. E’ di sollievo per il bambino anche il lavaggio nasale che si effettua con una siringa senza ago e una piccola quantità di soluzione fisiologica (acqua e sale, da preparare facendo bollire un cucchiaio di sale fino in un litro d’acqua). La soluzione fisiologica va introdotta con delicatezza nel naso, appoggiando l’apice della siringa senza ago alla base delle narici. Per tutta la durata del raffreddore è consigliabile stendere alla base del naso un velo sottile di crema emolliente per limitare l’arrossamento ed evitare che l’umidità prodotta dal muco screpoli la pelle.

DA SAPERE

Non è mai stata evidenziata una relazione tra comparsa di febbre e dentizione, nonostante ancora oggi sia diffusa l’idea che quando la temperatura sale ci sia di mezzo un dentino in arrivo. E’ vero anche, però, che spesso il bambino comincia ad ammalarsi (febbre, tosse, mal di gola e così via) proprio quando comincia la dentizione: l’ipotesi è che si tratti di una pura coincidenza determinata dal fatto che i denti iniziano a fare la loro comparsa proprio quando cominciano a scemare gli anticorpi materni, che rimangono nell’organismo del bebè per alcuni mesi dopo il parto e hanno un’azione altamente protettiva nei confronti delle malattie.

A questo si aggiunge che la dentizione richiede all’organismo un impegno che può temporaneamente renderlo più debole nei confronti dei microorganismi responsabili delle infezioni delle vie respiratorie.

PUO’ ACCADERE

Dolore all’orecchio esterno (otite esterna)

Può capitare che l’orecchio esterno del bambino diventi sede di prurito e dolore a volte associati alla presenza di secrezioni chiare (o di pus, nei casi peggiori). In una simile eventualità si deve pensare all’otite esterna, un problema determinato dal contatto prolungato tra l’orecchio e l’acqua. Quando la zona esterna dell’orecchio rimane a lungo esposta al bagnato (o anche solo all’umidità) si crea, infatti, un habitat favorevole alla proliferazione di microorganismi capaci di scatenare un’infiammazione.

Cosa fare: bisogna sentire il pediatra perché è a lui che spetta la diagnosi. Per controllare il dolore e il fastidio basta il paracetamolo somministrato per bocca. Su indicazione del pediatra può essere necessario instillare nel condotto uditivo un preparato in gocce contenente cortisone e antibiotici.

Il raffreddore

Il raffreddore è un’eventualità frequentissima nei primi anni di vita, tant’è che è praticamente impossibile che trascorra un intero anno senza che il bambino ne venga colpito. Ne è responsabile il rinovirus, che ha la poco piacevole peculiarità di modificarsi di continuo: da qui l’impossibilità dell’organismo di produrre anticorpi che lo possano proteggere per sempre dai suoi attacchi. Per sua caratteristica il raffreddore provoca solo abbondante fuoriuscita di muco dal naso, spesso associata ad arrossamento degli occhi e lacrimazione, ma non dà febbre.

Cosa fare: il raffreddore deve fare il suo corso che nulla può arrestare e che in genere si protrae per circa una settimana. Per dare sollievo al bambino è bene tenergli il nasino pulito, sia usando la siringa senza ago con soluzione fisiologica, sia aspirando l’eccesso di muco (vedi anche il paragrafo “Pulirgli il nasino”, in questo capitolo).

Per non peggiorare la situazione né ritardare la guarigione è importantissimo non esporre il bambino al freddo e a sbalzi di temperatura.

COSA SI’

Quando si esce con il bambino in un giorno di nebbia è più che consigliabile proteggerlo con una sciarpa, da mettere davanti alla bocca. La nebbia spinge infatti verso il basso i gas inquinanti e le polveri sottili, per cui è più facile che il bambino si trovi a respirare un’aria nociva per l’apparato respiratorio. Sempre quando c’è la nebbia è bene evitare di aprire le finestre per aerare la casa in quanto lo scambio tra l’aria dell’ambiente e quella esterna non sarebbe vantaggioso.

COSA NO

Nei primi anni di vita (ma sarebbe bene che la norma venisse rispettata almeno in linea di principio anche in età adulta) non si devono addolcire le bevande né gli altri alimenti destinati al bambino. Se occasionalmente si vuole offrirgli qualcosa di dolce, nonostante non sia affatto necessario, si deve comunque preferire lo zucchero in granelli al miele. Questo vale per tutto il primo anno di vita, periodo in cui la tossina botulina che può essere presente nel miele si può rivelare tossica per l’organismo.

I TRAGUARDI DEL SETTIMO MESE

Il neonato dovrebbe ...

A sette mesi deve emettere sillabe come “ba”; “ta”; “pa”; “da” in modo forte e chiaro e deve riuscire a stare seduto senza sostegno per vari minuti, con la testa e la schiena erette.

Il neonato potrebbe...

Eccezionalmente potrebbe riuscire ad alzarsi in piedi dalla posizione sdraiata o seduta, semplicemente aggrappandosi a un mobile o alla rete del box.

Leggi tutta L'agenda del bambino, da 0 a 12 mesi

(L'agenda del bambino è stata redatta con la consulenza di Leo Venturelli, pediatra di famiglia, autore di numerose pubblicazioni di pediatria ambulatoriale e coautore di libri di divulgazione per genitori tra cui E' nato un bambino, La grande enciclopedia del bambino, Da 0a 6 anni, una guida per la famiglia)

Crea la tua lista nascita

lasciandoti ispirare dalle nostre proposte o compila la tua lista fai da te

crea adesso

TI POTREBBE INTERESSARE

ultimi articoli