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Allattamento al seno: quando è davvero necessaria l’aggiunta?

di Angela Bisceglia - 04.04.2013 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
“Nell’ultimo mese il neonato è cresciuto meno delle tabelle, ci vuole l’aggiunta?” “La notte il bambino si sveglia spesso: fame o dentini?” Due domande sullo stesso tema e cioè l’integrazione del latte materno. Risponde Riccardo Davanzo, neonatologo presso l’ospedale Burlo Garofolo di Trieste ed esperto di allattamento al seno.

La neonata è cresciuta meno dello standard, ma non vuole il biberon

“Mia figlia ha due mesi e qualche giorno. Ieri sono andata dalla pediatra e mi ha detto che non è cresciuta come doveva crescere, e così al mio seno devo aggiungere latte artificiale. Però mia figlia non ne vuole sapere, non sa succhiare, è da ieri che sono nervosa, perché salta le poppate, visto che non vuole succhiare dalla bottiglia. Come devo fare?” (Mary)

Riccardo Davanzo, neonatologo presso l’ospedale Burlo Garofolo di Trieste ed esperto di allattamento al seno, dice: “Bisognerebbe innanzitutto sapere quanto esattamente la bambina è cresciuta e da quanto tempo si riscontra la scarsa crescita.

Se è un problema di un breve periodo e la bimba non ne vuole sapere di prendere il biberon, val la pena di aspettare, provando ad attaccare la piccola più spesso e vedere cosa succede. A volte capita di riscontrare uno stop nella crescita per una-due settimane, che poi si recupera senza problemi nelle settimane successive, magari con un aumento di peso doppio.

D’altronde la bambina ha già fatto la sua scelta, rifiutando in tutti i modi l’aggiunta, quindi inutile insistere e complicarsi da sole la vita. Se fino a pochi giorni fa è cresciuta, vuol dire che il latte della mamma le bastava.

Il suggerimento che si può dare è star serene e provare a fare poppate più frequenti, in modo da adeguare la produzione del latte alle richieste, e nel frattempo controllare che la produzione di urine sia abbondante, con 5-6 pannolini bagnati al giorno, segno che il latte bevuto è sufficiente. Molto probabilmente nel giro di poco tempo riprenderà la sua corretta crescita”. Leggi anche Allattamento al seno, i consigli alle neomamme

La notte il bambino si sveglia per cercare il seno: saranno i dentini o sarà fame?

“Mio figlio ha nove mesi e prende ancora il mio latte, ma sono dieci giorni che di notte si sveglia spessissimo; saranno anche i dentini ma cerca in continuazione il seno. Sono stata dal pediatra, il quale mi ha consigliato di dargli il latte di proseguimento con due biscotti. Faccio bene a dare il latte artificiale per la prima volta a nove mesi? Molte mamme passano a quello vaccino diluito con acqua.... Inoltre il mio intento era di dargli il latte mio fino ad un anno! Ma ho anche paura che sia diminuito sia per la diminuzione delle poppate che per lo stress dovuto alle notti insonni!” (Antonella)

“Il bambino ha un’età in cui sicuramente ha già cominciato a mangiare le pappe, quindi il latte materno non costituisce più l’alimento esclusivo. Proprio per questo il ricorso al latte artificiale non è indispensabile.

Perché si sveglia, allora? I motivi possono essere tanti: possono essere disturbi del sonno o piccoli incubi notturni, del tutto normali, possono essere i dentini, che, per la loro novità, creano disagio al piccolo, ma può essere semplicemente il desiderio di star vicino alla mamma e richiedere la sua presenza.

Si consideri che i bambini allattati al seno hanno un sonno fisiologicamente più leggero rispetto a quelli allattati artificialmente, in più si abituano a essere rassicurati e soddisfatti nelle loro esigenze proprio con la poppata al seno. In tutti i casi questo atteggiamento non va considerato come una regressione, ma come un fenomeno normale e passeggero.

Quale dunque la soluzione? Cercare di aumentare la sera gli alimenti solidi e semisolidi, se il bambino li gradisce, così da esser tranquille che vada a letto sazio e sperando che a stomaco pieno dorma di più. E se la notte si sveglia, accettare questi risvegli attaccando il bambino al seno, senza stressarsi più di tanto: a volte bastano pochi minuti per quietarlo e poter così riprendere a dormire, piuttosto che continuare a farlo piangere in attesa che smetta.

Quanto al latte artificiale, potrebbe rispondere solo al desiderio di mangiare, ma non risolverebbe il suo desiderio di coccole e di rassicurazione, quindi di fatto non risolverebbe il problema.

In ogni caso, se la mamma volesse ricorrere all’aggiunta, andrebbe adoperato un latte di proseguimento, non il latte vaccino, che, sebbene diluito, non è adatto prima del compimento dell’anno di età”.

Leggi anche lo Speciale sull'allattamento al seno

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