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Allattare e lavorare si può: i consigli per le mamme

di Giulia Foschi - 12.12.2017 - Scrivici

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Fonte: ipa agency
L'idea di allattare e lavorare può spaventare molte mamme. Eppure, allattare e lavorare non solo è possibile, ma è anche un diritto importantissimo per la salute del bambino e della mamma. Con pochi accorgimenti, tutte le mamme possono riuscirci.

In questo articolo

Allattare è un gesto naturale e la vita frenetica di oggi non deve impedire alle mamme di continuare a farlo. Giorgia Cozza, autrice del libro «Allattare e lavorare si può», spiega perché l’allattamento è un diritto e come fare ad allattare continuando a lavorare.

Il diritto all’allattamento


«Allattare è un diritto, uno tra quelli spesso negati alle donne in Italia. Il problema è a monte, le donne oggi stanno lottando per il diritto di essere madri e lavoratrici, un concetto ancora non sdoganato – spiega Giorgia Cozza -. L’allattamento incide sulla salute del bambini nell’immediato e a lungo termine, permette una crescita ottimale, previene otiti, disturbi gastrointestinali, riduce molti problemi ai denti, protegge da malattie croniche e autoimmuni, aiuta a prevenire tumori infantili».

Vantaggi dell'allattamento al seno


Allo stesso tempo anche per la mamma diminuiscono le probabilità di ammalarsi di cancro al seno, alle ovaie e all’endometrio. «Inoltre, dal punto di vista psicologico l’allattamento è di grande aiuto per la mamma e per il bambino anche per affrontare il distacco. Ecco perché la società dovrebbe incentivarlo, per le donne che possono e vogliono allattare. Purtroppo il diritto non è quasi mai tutelato: molte donne si ritrovano a doversi nascondere in bagno per tirare il latte, senza sapere neppure dove appoggiarsi. Basterebbe poco: un locale riservato, un piccolo frigorifero, uno sgabellino».

Congedo e permessi per allattamento


«Attualmente – chiarisce l’autrice - esiste il congedo di maternità, un periodo in cui si può stare a casa compreso nei canonici 5 mesi, 2 prima e 3 dopo il parto, oppure 1 prima e 4 dopo. In questo periodo si recepisce un' indennità economica dell’80 per cento.

La legge prevede anche un periodo di astensione facoltativa, il congedo parentale, per un totale di 10 mesi per entrambi i genitori di cui usufruire fino al compimento degli 8 anni di età del bambino.

Fino al primo compleanno del bambino, inoltre, ogni mamma ha diritto a 2 ore al giorno di permesso di accudimento (anche se non allatta), che diventa 1 ora nel caso in cui la mamma lavori meno di 6 ore al giorno».

Consigli per le mamme che allattano e lavorano


Prima di tutto le mamme devono essere consapevoli dei propri diritti. Poi, è utile organizzarsi e sfruttare qualche trucco.

  • IL TIRALATTE. «L’alleato è il tiralatte: molte mamme si scoraggiano perché la prima volta può uscire pochissimo latte, ma bisogna riprovare, prenderci la mano».
  • FRIGO E FREEZER. «Il latte si conserva in frigorifero per 2-3 giorni e si può anche congelare e conservare in freezer per 3-4 mesi».
  • IMPACCHI CALDI. «Per favorire la fuoriuscita del latte si possono applicare sul seno degli impacchi caldi».
  • ALLATTARE E TIRARE. «Alcune mamme tirano da un seno mentre allattano dall’altro, perché è la suzione del bambino che stimola la produzione».
  • SERENITA'. «Io consiglio di vivere questo periodo con leggerezza: l’allattamento è un momento di gioia».

A questo link trovate il vademecum della Leche League sulla conservazione del latte materno.

Consigli per chi accudisce il bambino


Chi rimane ad accudire il bambino può scaldare il latte materno a bagnomaria o sotto l’acqua calda (meglio evitare il microonde e la fiamma diretta): «Il latte può presentarsi separato in due parti - siero e crema - o con delle particelle di grasso: non significa che non sia più buono, è sufficiente agitarlo adagio. Può darsi che all’inizio il bambino non voglia prendere il biberon, ma niente paura, si abituerà: nei neonati i cambiamenti avvengono rapidamente. E’ inutile, però, che sia la mamma a tentare di insegnargli a bere dal biberon: finché c’è lei il piccolo sceglierà sempre il seno».

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