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Candida al seno: che fare?

di Simona Regina - 26.05.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Candida al seno: sintomi, terapia, prevenzione. Spiega tutto la dottoressa Laura Travan, responsabile della neonatologia del Burlo Garofolo di Trieste

La candida al seno è un'infezione del capezzolo: uno dei problemi cui si può andare incontro durante l'allattamento. La stragrande maggioranza delle candidosi è causata dalla Candida albicans, un fungo che abita normalmente sulla pelle, sulle mucose genitali e nel cavo orale, in equilibrio con altri microorganismi. 

Per capire come gestire e come prevenire la candida al seno, abbiamo interpellato la dottoressa Laura Travan, responsabile facente funzioni della Neonatologia e terapia intensiva neonatale dell'Ospedale materno infantile Burlo Garofolo di Trieste.

Che cos'è la candida al seno?

La candidiasi è un'infezione fungina del capezzolo o della regione capezzolo-areola.

Che cosa ne causa l'insorgenza?

La causa più frequente di candida al seno è la Candida albicans, agente patogeno della candidiasi cutanea più frequente nella donna.

Si tratta di un fungo che normalmente è presente sulla nostra pelle. È infatti un germe saprofita se presente a bassa carica, microrganismo con cui conviviamo abitualmente. In zone sottoposte a stress meccanico, come lo è la zona della suzione, può alterarsi l'equilibrio tra germi buoni e germi cattivi e insorgere un'infezione.

La candidiasi del capezzolo, dal punto di vista obiettivo, si distingue dalle altre infezioni che possono insorgere sul capezzolo per la colorazione della lesione tipicamente rosa salmone.

Le lesioni cioè assumono questo colore caratteristico.

Inoltre la candidiasi innesca un dolore molto forte, trafittivo, anche fra le poppate: quindi non solo quando il neonato si attacca al seno, ma anche fra una poppata e l'altra.

Ricordiamo che possono coesistere le lesioni fessurative che chiamano ragadi.

Quali sono i sintomi?

Il segno della candida al seno è la colorazione del capezzolo: diventa rosa salmone.

Il sintomo è il dolore che tipicamente non compare solo durante l'allattamento, quando il bambino succhia, ma anche dopo, tra le poppate.

Parliamo di un dolore riferito come trafittivo, che viaggia generalmente da fuori verso dentro, molto intenso, molto profondo.

Rispetto ad altre infezioni del capezzolo, è bene sottolineare che con la candidiasi - essendo un fungo - può verificarsi il cosiddetto "effetto ping pong" tra mamma e bambino: ovvero il continuo passaggio dell'infezione dall'uno all'altra.

Questo significa che non basta occuparsi della candida del capezzolo della mamma trascurando la bocca del bambino, perché se curiamo solo l'infezione sul capezzolo e non nella bocca del bambino, a ogni nuova poppata il bambino che si attacca al seno può contagiare nuovamente la mamma. Ecco perché si somministrano antifungini topici. 

Come si cura?

La candida al seno si tratta con pomate antifungine per somministrazione orale, il che vuol dire che non solo non arrecano danno ma curano anche eventuali infezioni presenti nella bocca del neonato. Pomate che si applicano sul seno della mamma e nella bocca del neonato/bambino, qualora la candida sia presente anche lì.

In caso di candida al seno si parte dunque con un trattamento topico con un farmaco antimicotico. Se l'infezione non risponde alla terapia topica, servono anche due-tre settimane di terapia sistemica orale con Fluconazolo o altro farmaco che agisca sulla candida e che, all'occorrenza, andrà prescritto dal medico.

Il medico può anche valutare la necessità di fare un tampone cutaneo, a seconda che si tratti del primo episodio o un'infezione recidivante.

Il tampone serve per evidenziare il tipo di germe presente sulla cute, ma è opportuno ricordare che la Candida albicans è un fungo normalmente presente sulla cute, per cui la diagnosi eziologica è molto difficile ed è meglio basarsi sull'aspetto delle lesioni e sui sintomi: esantema rosa salmone sul capezzolo e dolore trafittivo tra le poppate.

In altre parole, il tampone potrebbe rilevare la presenza di questo germe ma questo germe potrebbe essere "innocente spettatore" di un altro problema.

È possibile prevenire l'insorgenza della candida al seno?

Non c'è un meccanismo di prevenzione medica in senso stretto, ma si può cercare di evitare la formazione delle ragadi, che sono le fessurazioni della cute che possono favorire l'insorgenza della candida.

Come? 

Si consiglia di allattare in posizione semi reclinata, in posizione comoda, stando ben sedute sul sacro, in modo che il bambino o la bambina prenda contatto con tanta superficie corporea, sua sul corpo della mamma. Questo fa sì che non succhi di lato o di parte, e nell'attacco al seno ci sia meno forza, meno potenza, quindi meno traumatismo sul capezzolo.

Questo tipo di approccio, noto come approccio biological nurturing, come illustriamo anche in questo studio sulla rivista scientifica International Breastfeeding Journal, favorendo un buon attaccamento al capezzolo durante la suzione, diminuisce i problemi al seno, in termini di ragadi e dolore. In altre parole, è un modo per prevenire il trauma meccanico che, come dicevamo, può favorire la candida al seno: minor trauma sul capezzolo, minor incidenza della candida.

Il nostro studio ha riscontrato che nelle donne che hanno allattato in posizione rilassata e semi reclinata i problemi al seno, come le dolorose ragadi che si possono formare sui capezzoli, sono più che dimezzati.

Si tratta di una posizione molto studiata da un'ostetrica inglese che si chiama Suzanne Colson.

Quindi, per concludere, il nostro consiglio è di assumere una posizione comoda durante l'allattamento, semi reclinata, con la schiena tra 15 e 60 gradi, e il bambino posto ventralmente sopra di sè.

L'intervistata

Laura Travan è responsabile facente funzioni della Neonatologia e terapia intensiva neonatale dell'IRRCS materno infantile Burlo Garofolo di Trieste

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