Quando inizia a diminuire il latte materno
L'allattamento al seno è il miglior nutrimento per il neonato e anche per la mamma. Aiuta la crescita del bambino e lo sviluppo del suo sistema immunitario e facilita la perdita di peso della gravidanza della donna. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di allattare esclusivamente al seno per i primi sei mesi di vita del bambino e continuare a nutrirlo con il proprio latte, insieme ad altri alimenti, fino ad almeno i due anni di vita. Tuttavia, esistono delle condizioni che possono portare, già dopo i primi mesi, a una riduzione della produzione del latte. La diminuzione può verificarsi già 3 o 4 settimane dopo la nascita, ma di solito i sintomi iniziano a diventare evidenti solo a 2 -3 mesi dal parto.
Le cause della diminuzione del latte materno
Quando la produzione del latte inizia a dimunuire, la mamma nota un cambiamento dell'atteggiamento del proprio figlio. Le cause di questa problematica possono essere varie:
- L'attaccamento al seno non è efficace
- L'uso di ciuccio e paracapezzoli
- L'offerta di un solo seno a poppata
- Il consumo da parte della madre di particolari farmaci, come la pillola anticoncezionale, la cabergolina e la bromocriptina
- Una nuova gravidanza
Come capire se il latte materno non basta
Per capire se possono esserci problemi nella produzione del latte, è utile fare attenzione al comportamento del bambino. Se il piccolo piange davanti al seno, lo lascia e lo riprende nervosamente, tira e rilascia il capezzolo, oppure se direttamente lo rifiuta, è possibile che la produzione di latte sia diminuita. Il fenomeno del neonato che rifiuta di attaccarsi al seno viene definito "sciopero del poppante", tende a verificarsi dopo i 4 mesi e, di solito, i bambini continuano a nutrirsi bene di notte. In realtà, anche questo potrebbe essere un segnale di riduzione del latte a insorgenza tardiva.
Se si verifica una diminuzione della quantità del latte, è importante controllate che la dieta della madre sia adeguata: un insufficiente apporto di liquidi, proteine e grassi può condizionare la produzione di latte.
Inoltre, è importante che la dieta sia bilanciata, con 500 calorie in più per meglio sostenere l'allattamento al seno. Altri fattori che possono portare ad avere difficoltà con la quantità di latte prodotta sono:
- stress
- anemia
- scarso riposo
Anche la ripresa del ciclo mestruale può ridurre, per qualche giorno, la produzione del latte.
Come detto in precedenza, le linee guida dell'Oms e del Ministero della Salute raccomandano l'allattamento esclusivo al seno fino ai 6 mesi di vita del bambino. Allattare in maniera esclusiva vuol dire non dare al piccolo alimenti o liquidi diversi dal latte materno, neanche l'acqua. Anche l'uso di tettarelle, ciucci e biberon può interferore con l'allattamento e può metterne a rischio il proseguimento. I benefici del latte materno per il neonato sono molteplici e vanno dalla protezione dalle infezioni come otiti o gastrointeriti, riduzione del rischio di diabete, SIDS, malattie cardiovascolari e allergie oltre a stimolare lo sviluppo intestinale.
Consigli per un’adeguata produzione di latte
Come indicato dall'Humanitas San Pio X, migliorare i comportamenti alimentari, assumere integratori e vitamine, cercare di riposare di più sono tutti validi aiuti, perché sotto stress si riduce la produzione di ossitocina e di conseguenza anche quella del latte. Altri consigli per aumentare la quantità di latte sono:
- Allattare più di frequente con una corretta suzione da parte del bambino
- In caso di ripresa del lavoro fuori casa, organizzarsi allattando la mattina prima di andare al lavoro e al ritorno la sera (lo smart working rende le cose più facili)
- Al lavoro non escludere l'utilizzo del tiralatte, aggiungendo qualche sessione extra per mandare al corpo il segnale che è necessario più latte
- Bere almeno due litri di acqua al giorno per reintegrare i liquidi