Salumi in allattamento
Molte donne si chiedono se possono mangiare i salumi in allattamento. La risposta è sì, ma con moderazione. L'allattamento è una fase fondamentale per una sana e corretta crescita del bambino perciò la dieta della mamma deve essere il più equilibrata possibile. In questa fase comunque non si corre più il rischio di contrarre la toxoplasmosi, un'infezione dovuta al consumo di carne poco cotta oppure cruda, e si può tornare a mangiare tutto quello che desidera, compresi prosciutti, salami, mortadelle o altri cibi provenienti dalla carne, a patto che prenda le dovute precauzioni, a partire dal rispetto delle consuete norme igieniche.
I possibili rischi dei salumi
Sebbene i casi siano davvero rari, la toxoplasmosi può in realtà essere trasmessa tramite il latte e colpire gli organi del piccolo. Per questo motivo la neomamma dovrebbe limitare il consumo di carne cruda. Se proprio non si riesce a fare a meno del prosciutto crudo o della carne salada, il consiglio è quello di acquistare dei prodotti certificati e di cui si conosce la provenienza. Altra avvertenza riguarda l'alto contenuto di sale, grassi saturi e conservanti di origine industriale di molti salumi, i quali potrebbero nuocere al delicato organismo del neonato e compromettere la forma fisica della mamma.
L’alimentazione in allattamento
Un documento dell'azienda ospedalie università di Padova riporta le principali regole per la dieta di una donna che allatta. I bisogni nutrizionali sono proporzionali alla quantità di latte prodotto e sono superiori a quelli della gestante. È necessario:
- Aumentare l'apporto di proteine.
- Aumentare l'apporto di calorie, adattandolo alle necessità individuali.
- Non escludere nessuna categoria alimentare.
- Aumentare l'apporto di vitamine e di minerali.
- Mantenere un adeguato apporto di fibra alimentare.
- Aumentare l'apporto di acqua, in proporzione alla quantità di latte prodotto.
- Frazionare i pasti.
- Abolire l'alcol e limitare le bevande contenenti caffeina, consentiti 1 o 2 caffè al giorno.
- Controllare il peso corporeo.
- Non fumare.
Consigli per la dieta in allattamento
Sempre l'azienda ospedale università di Padova consiglia, in allattamento, di consumare adeguate quantità di latte, preferibilmente parzialmente scremato, oppure mangiare yogurt, perfetto come spuntino di metà mattina o pomeriggio oppure dopo cena.
Le carni e il pesce vanno cotti in modo semplice, evitando i fritti e l'uso eccessivo di grassi. Da evitare sono selvaggina, molluschi, crostacei, pesce crudo, formaggi piccanti o in generale spezie e cibi piccanti. Alcuni alimenti potrebbero dare al latte materno un sapore sgradevole e perciò è consigliabile non consumarli in eccesso. Alcuni di questi ultimi sono gli asparagi, l'aglio, la cipolla, i porri, tutte le varietà di cavoli e le mandorle amare. Alcuni studi ritengono anche che una intensa attività sportiva con la produzione di acido lattico possa alterare il sapore del latte. Altri alimenti a cui fare attenzione sono quelli che possono provocare intolleranze e allergie nel lattante come il cioccolato, le fragole, la frutta oleosa o i legumi. Sono infine sconsigliati i dolcificanti artificiali e gli alimenti che li contengono.
I benefici dell’allattamento
Allattare al seno fa bene sia alla mamma che al bambino ed è una pratica raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità almeno nei primi sei mesi di vita del neonato. Alla donna permette una ripresa più rapida dal parto, la riduzione di perdite ematiche, la riduzione di contrarre il cancro al seno prima della menopausa, un rischio ridotto di contrarre osteoporosi e cancro alle ovaie, maggiori possibilità di perdere peso e di recuperare il peso forma in tempi più celeri e minori possibilità di cadere in depressione post parto. Al bambino l'allattamento al seno riduce l'incidenza delle gastroenteriti, funge da protezione delle vie respiratorie, migliora lo sviluppo psicomotorio e della vista e riduce il rischio di sviluppare obesità, sovrappeso e allergie.