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Baby talk: perché quando parliamo ai bambini cambiamo linguaggio

di Elena Berti - 10.10.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Baby talk: perché parliamo così ai bambini, come mai i bambini sembrano capire questo tipo di linguaggio e quali sono i rischi

In questo articolo

Baby talk: perché parliamo così ai bambini

Capita di storcere il naso o anche di mettersi a ridere ascoltando un adulto che parla con un bambino piccolo. Eppure, il riflesso è sempre quello: usare il baby talk per rivolgersi ai neonati e ai più piccoli. Ma perché parliamo in questo modo?

Che cos’è il baby talk

Per baby talk si intende un tipo di linguaggio utilizzato per parlare coi neonati e i bambini piccoli da parte degli adulti, in particolare dei genitori ma non solo. In inglese si parla anche di motherese, in italiano tradotto come maternese o madrese, a dimostrazione di quanto il compito di cura resti responsabilità delle madri che quindi si trovano più spesso a rivolgersi ai bambini nel quotidiano. 

A caratterizzare il baby talk ci sono sia la sua semplicità che la componente affettiva, che quindi modula la voce in una maniera tutta particolare. Quando l'adulto parla in questo modo a un bambino in genere ci sono variazioni: 

  • fonetiche, si parla più lentamente e in maniera più chiara
  • semantiche, si usano poche parole e semplici
  • morfologiche, le frasi sono spesso brevi e concrete
  • pragmatiche, si preferisce rivolgersi ai bambini piccoli con domande (di chi sono questi piedini?)
  • cinesiche, la parte non verbale è infatti molto accentuata

Il baby talk compromette lo sviluppo del linguaggio?

Molti adulti ridono di come i genitori parlano ai propri neonati, ritenendo che abbiano completamente perso la testa. In realtà, questo il baby talk è del tutto istintivo e tutti, più o meno, si rivolgono così ai bambini piccoli. Ma c'è chi teme che accentuarlo troppo possa compromettere lo sviluppo del linguaggio del bambino. In realtà, non c'è nessuna prova a sostegno, anzi: il motherese è il modo naturale in cui adulti e neonati entrano in contatto. Diverso è, nelle fasi successive, parlare per onomatopee e non chiamare le cose col proprio nome: ti sei fatto la bua o il treno fa ciuf ciuf non sono baby talk ma solo modi sbagliati di parlare!

Baby talk, l’importanza della comunicazione non verbale

La comunicazione non verbale è il primo linguaggio dei neonati ed è anche quello che loro interpretano nei genitori: facce arrabbiate, tono della voce, abbracci, tutto invia loro delle informazioni.

I bambini ridono di fronte alle facce buffe, ma provate a fare uno scherzetto tipo bubusette con la faccia arrabbiata e vedrete che la reazione del piccolo cambierà notevolmente!

I bambini piccoli interpretano i messaggi degli adulti tramite il loro modo di parlare e, in automatico, gli adulti cambiano tono e modalità quando parlano con i bambini. Il baby talk è il modo che le mamme ma anche i papà, i nonni, hanno di comunicare con un nuovo nato, perché esprime tenerezza, dolcezza e amore che finiscono tutti nel tono della voce, nelle parole e nella tonalità! 

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