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Come proteggere la pelle delicata dei neonati?

di Simona Regina - 18.05.2018 - Scrivici

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Fonte: Pinterest
Non servono 18 prodotti diversi per prendersi cura della pelle dei neonati. Ne parliamo con il dermatologo Cesare Filippeschi dell'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze

Alla domanda “come proteggere la pelle delicata dei neonati?, Cesare Filippeschi risponde senza esitazione: “va trattata con delicatezza e cura”. Quindi alle mamme e ai papà consiglia di “non usare detergenti aggressivi e profumati, potenzialmente sensibilizzanti, neppure quelli a base di componenti alcolici, sgrassanti o a base di disinfettanti antisettici, perché irritanti, ma di prediligere detergenti delicati dermatologicamente testati. Inoltre, anche in caso di detergenti da poter usare senza risciacquo, raccomanda comunque di sciacquare sotto acqua corrente”.

Il dermatologo dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze consiglia inoltre di proteggere la pelle del bambino/a con creme emollienti, meglio se ricche di ceramidi, perché contribuiscono a mantenere inalterato il film idrolipidico cutaneo, quindi la funzione di barriera della cute dalle aggressioni degli agenti esterni.

Però avvisa: “non servono 18 prodotti diversi per prendersi cura della pelle di un/a neonato/a. Così come non è detto che tutto quello che è naturale sia meglio. Ci sono prodotti fitoterapici, per esempio, come appunto le creme naturali cosiddette non farmacologiche, che possono avere potere allergizzante o irritante".

Non troppi vestiti

Anche la pelle respira e per lasciarla respirare, il dermatologo del Meyer invita i genitori a non vestire eccessivamente i propri figli, perché quando sono troppo coperti aumenta la temperatura corporea, quindi la sudorazione, col rischio di disidratazione, e tutto questo può favorire irritazioni cutanee che, a loro volta, facilitano lo scatenamento del prurito.

Allora che fare?

  • non serve imbacuccarli
  • per vestire un neonato regolatevi su voi adulti: pertanto se voi andate in giro in camicia, non è il caso di far indossare loro body, maglietta, tuta, maglioncino, giubbino e, poi, portarli in giro sul passeggino sotto una pesantissima coperta.
  • optate per una copertura a cipolla, in modo da evitare che vadano in surriscaldamento: è una buona norma sia in estate sia in inverno

Come evitare le irritazioni da pannolino

"Il pannolino - suggerisce Filippeschi - va cambiato più spesso possibile nell’arco della giornata". E prima di mettere il pannolino pulito e asciutto, meglio lavare inguine e sederino sotto l’acqua corrente tiepida. "Da evitare l’uso delle salviette imbevute, ancora di più se i bimbi hanno la pelle particolarmente delicata - per esempio con dermatite atopica - perché le salviette imbevute sono potenzialmente irritanti".

Quando si è in giro, meglio usare le acque termali: si trovano in farmacia.

In caso di irritazioni, non bisogna subito ricorrere a una pomata antimicotica, perché non sempre tutto ciò che compare nell’area del pannolino è un fungo o una candida. Spesso l’arrossamento è causato dall’azione caustica di urine e feci che, in chi ha la pelle particolarmente delicata, possono produrre una specie di ustione: si tratta dunque nell’immediato di un danno chimico, e non di un’infezione. Anche se non è da escludere che, in questi casi, eventuali agenti infettivi possano aggredire più facilmente. E quindi una dermatite infettiva possa presentarsi come complicanza di una dermatosi irritativa.

È importante allora, a ogni cambio del pannolino, non trascurare la regolare detersione sotto l’acqua e, in caso di irritazione, l’uso di una crema idratante ed emolliente evitando però di metterne troppa, per non creare una sorta di tappo che potrebbe peggiorare la situazione.

Assolutamente da evitare l’uso di pomate farmacologiche o prodotti antisettici senza l’indicazione del medico, perché possono alterare la flora batterica e favorire infezioni nell’area.

Dermatite atopica

In caso di dermatite atopica, o eczema atopico, che è una malattia infiammatoria cutanea molto frequente nell’infanzia, Filippeschi rassicura le mamme e i papà rincuorandoli sull’uso di pomate cortisoniche. “Ritengo sia importante abbattere la corticofobia, il terrore cioè di usare la pomata cortisonica, perché l’assorbimento del cortisone a livello cutaneo è minimale mentre gli effetti benefici sono rilevanti, perché il cortisone contribuisce a tenere la cute integra e quindi a non scalfire il suo effetto barriera.

E oltre a migliorare la qualità della vita nell’immediato, riduce la possibile comparsa di allergie future. Se un bambino infatti ha per molti anni un eczema atopico non gestito bene può in futuro diventare allergico. Perché - continua il dermatologo - alcuni studi hanno dimostrato che gli antigeni delle sostanze allergizzanti passano attraverso la cute abrasa, entrano in circolo e sensibilizzano più facilmente il bambino".

Il bimbo o la bimba con eczema atopico ha una pelle arrossata, secca, con desquamazioni, secche o umide, che causano prurito

Nella maggior parte dei casi l’eczema atopico migliora d’estate, con l’esposizione solare – “il sole è una vera terapia” dice Filippeschi – mentre peggiora solitamente in inverno. “In ogni caso la stragrande maggioranza tende a risolversi col passare degli anni”.

“La dermatite atopica – continua - non è correlata a una maggior propensione alle infezioni cutanee, a meno che non venga trattata inadeguatamente: allora il prurito può far sì che il bimbo si scortichi e la cute ferita è più vulnerabile alle infezioni”.

Filippeschi però raccomanda ai genitori di non ricorrere al fai da te: prima di usare il cortisone o altri farmaci sempre rivolgersi al pediatra o alla specialista per individuare il trattamento più adeguato a seconda delle lesioni: creme idratanti, emollienti, antinfiammatorie, antibiotici...

Proteggere la pelle dal sole non significa fuggire dai raggi solari

Soprattutto con l’estate alle porte, Filippeschi raccomanda di proteggere la pelle di bambini e bambine (ma anche la propria) con adeguate creme solari, di non esporli al sole nelle ore di punta (dalle ore 11,30 alle 16,00) e nel resto della giornata di farlo comunque con prudenza: gradualmente.

È consigliabile l'uso di creme ad alto fattore di protezione, efficaci contro i raggi ultravioletti B e A

“Ma questo non significa fuggire dai raggi solari e impedire che bambini e bambine giochino sulla spiaggia o nel parco in città, per paura che si scottino. Oggi riscontriamo in molti bambini un deficit di vitamina D proprio a causa della pochissima vita all’aria aperta”. Ed è ormai noto che i raggi solari stimolano la pelle a produrre vitamina D, fondamentale affinché il calcio (introdotto con i cibi) fortifichi le ossa.

La crema solare protettiva va messa opportunamente su tutto il corpo e non come un bollino solo sui nei

Aggiornato il 05.03.2019

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