APPENA NATO. IL VOLTO. A pochissimi giorni dalla nascita i neonati hanno grande interesse per tutte le forme che assomigliano a un volto. I primi contatti visivi con i genitori sono molto importanti per sviluppare con il piccolo un attaccamento sicuro: i genitori lo guardano, lo salutano, gli sorridono e lo incoraggiano a fare lo stesso e se c'è un disagio, lo consolano, lo contengono. Dimostrano in questo modo al neonato empatia e coinvolgimento emozionale.
POCHE SETTIMANE. IL FACCIA A FACCIA CON LA MAMMA. I bambini cominciano a preferire i tratti delle persone che si prendono cura di loro, per esempio il volto, la voce e l'odore della madre. "E' come se i bambini fossero pronti non solo a socializzare in generale, ma anche a stringere relazioni specifiche" dice l'esperta.
PRIME SETTIMANE. L'ALLATTAMENTO. Anche l'allattamento è un momento molto importante per costituire le basi di un attaccamento sicuro, soprattutto con la mamma. All'inizio ci possono essere delle difficoltà e il neonato affamato potrebbe cadere preda dell'agitazione e mostrare un comportamento disorganizzato. La madre non deve scoraggiarsi, ma sostenerlo con pazienza, confortarlo e aiutarlo a superare l'agitazione. "La sensibilità del genitore nel rispondere in modo adeguato ai disagi del piccolo è uno dei fattori fondamentali per creare un attaccamento sicuro".
PRIME SETTIMANE. COME AFFRONTARE IL PIANTO DEL NEONATO. Un altro comportamento genitoriale importante per creare un attaccamento sicuro tra il piccolo e mamma e papà, è riuscire a confortarlo e contenerlo quando piange disperato. Come fare? L'esperta consiglia di guardarlo negli occhi, parlargli con voce calma, tenerlo stretto tra le braccia... In questo modo gli si infonde la sicurezza necessaria per superare il brutto momento.
PRIME SETTIMANE. LA NANNA. Il modo in cui i genitori fin dalla nascita gestiscono l'addormentamento del figlio esercita un influsso importante e duraturo sui suoi ritmi di sonno. Alcune strategie: 1. Mettere a letto il bebé solo quando dà i primi segnali di stanchezza. 2. Sviluppare una routine tranquilla prima della nanna. 3. Evitare un coinvolgimento attivo dei genitori: non addormentarlo in braccio, né cullarlo finché si addormenta. Se il bambino si abitua alla presenza costante del genitore, avrà sempre bisogno di questa condizione per dormire e farà fatica in futuro a diventare autonomo nell'addormentarsi. Il genitore può aiutare il sonno dando al piccolo un oggetto di consolazione, per esempio un peluche.
NOVE SETTIMANE. IMITARE LE SMORFIE DEI BAMBINI LI FA CRESCERE PIU' SICURI. I piccoli piano piano iniziano a mostrare un comportamento più sociale: fanno sorrisi, aprono la bocca... E il genitore, spesso inconsapevolmente, imita queste stesse espressioni. Questa imitazione inconscia, non è casuale. "Il piccolo si aspetta la successiva imitazione da parte del genitore. Questo favorisce la formazione di legami stretti e intimi tra bambino e genitore. Inoltre si ritiene che le risposte di rispecchiamento da parte dei genitori possano aiutare il bambino a sviluppare un solido e coerente senso del sé" spiega Lynne Murray.
CINQUE MESI. LA SCOPERTA DEGLI OGGETTI. Ora la vista del bambino è più o meno la stessa di un adulto. Inoltre migliora anche la capacità di allungare le braccia e afferrare oggetti. In linea con questi progressi, il bambino incomincia a dedicarsi un po' meno al contatto visivo con i genitori e inizia a guardarsi intorno e a scoprire gli oggetti. Il genitore può sostenere il piccolo in queste prime scoperte avvicinandogli gli oggetti che richiamano il suo interesse.
SEI MESI. GIOCHI CORPOREI E RITMICI. Altro gioco che iniziano a fare i piccoli a queste età sono quelli in cui ripetono con le manine una serie di azioni ritmiche. Giochi come "batti batti le manine" non solo sono divertenti, ma possono favorire lo sviluppo cognitivo, perché consentono al bambino di ricordare e prevedere ciascuna fase del gioco e di sviluppare la percezione di un collegamento fra tutte le parti del gioco. I benefici a livello cognitivo possono essere rafforzati dai genitori partecipando con interesse al gioco ed evidenziando con manifestazioni di entusiasmo l'avvicinarsi del momento successivo, in questo modo il bambino viene aiutato a imparare la sequenza e a prevederne il passo successivo.
NOVE MESI. OGGETTO TRANSIZIONALE. Verso la fine del primo anno si può sviluppare un attaccamento verso un oggetto speciale: un orsetto, una copertina... L'attaccamento che sviluppa il piccolo con questo oggetto assomiglia molto a quello verso i genitori. In situazioni di stress ha lo stesso potere calmante della mamma o del papà. "Secondo alcuni studi il legame verso un oggetto è un modo utile per il bambino di adattarsi a uno stile educativo che incoraggia la sua autonomia".
DIECI MESI. PRIMI ESEMPI DI COMUNICAZIONE E SVILUPPO COGNITIVO. Intorno a questa età i bambini iniziano ad aver consapevolezza delle altre persone e di come possono agire verso di loro. Ad esempio, se il bambino ha bisogno di un giocattolo ora è in grado di rivolgersi alla madre perché glielo prenda. E' importante che il genitore risponda attivamente a queste prime forme di comunicazione: in modo che il piccolo noti un rapporto tra la sua richiesta e la reazione degli altri, così da acquisire un senso di gratificazione e controllo, nonché la consapevolezza di un nesso causa ed effetto, aspetti fondamentali per l'apprendimento di abilità cognitive.
DIECI MESI. I PASTI: UN OCCASIONE DI CRESCITA. Durante i pasti i bambini non solo sviluppano un controllo più preciso della mano (manualità fine), ma compiono anche esperienze utili allo sviluppo cognitivo come ad esempio esplorare le consistenze dei cibi: morbide, dure, liquide, solide... Anche se ai genitori vedere il bambino manipolare e giocare con il cibo potrebbe non piacere, è bene che lo lascino fare. Questa attività fa parte di un importante processo di acquisizione di abilità e di crescita.
11 MESI. STIMOLARE IL BAMBINO MENTRE GIOCA. Ora il bambino inizia a esplorare l'ambiente e gli oggetti che lo circondano. Per favorirne l'apprendimento e lo sviluppo, i genitori devono lasciarlo fare e intervenire solo per dargli supporto se incontra difficoltà. Questo intervento di supporto dei genitori è chiamato dagli esperti "scaffolding" e significa sia dare al piccolo una struttura di sostegno per fare qualcosa, sia arricchire l'esperienza con nuovi stimoli. Ad esempio, i genitori possono assistere il piccolo a fare una costruzione non solo passandogli i pezzi da impilare, ma anche nominando i colori dei mattoncini. In questo modo il genitore stimola e incoraggia nuove capacità, come quella di conoscere i colori.
12 MESI. FAVORIRE LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO.
I genitori possono contribuire attivamente anche allo sviluppo del linguaggio del bambino. Ecco come:
1. Prestare attenzione a cosa interessa al bambino in quel momento e descriverlo, ad esempio se il piccolo indica il divano, il genitore può dire: "Quello è il divano, lì si siede sempre il papà, è di colore verde, come un prato..."; 2. Quando il piccolo inizia a parlare e dice parole sbagliate meglio non correggerlo, ma ripetere la parola o la forma verbale corretta. 3. Coinvolgerlo in temi nuovi impiegando sia il linguaggio sia i gesti per catturare l'attenzione del bambino. Quando ciò viene fatto non con l'invadenza o con l'imposizione ma in modo collaborativo, è probabile che si verifichi un miglioramento del linguaggio. Ad esempio: si sente un cane abbaiare e la nonna attira l'attenzione della nipotina sul suono, poi spiega che è un cane, come quello della vicina e come il protagonista del libretto letto prima.
12 MESI. ANSIA DA SEPARAZIONE.
Di pari passo con lo sviluppo delle abilità cognitive e sociali, aumenta nel bambino la consapevolezza della sua dipendenza dal genitore che si manifesta anche con l'angoscia da separazione dalla madre. Questa paura significa che il bambino ha raggiunto una nuova forma di consapevolezza che indica che ha formato con una determinata persona un legame di attaccamento sicuro.
12 MESI. PAURA VERSO GLI ESTRANEI. Altro segno di attaccamento sicuro con i genitori è la paura verso gli estranei e la sua necessità di essere consolato e confortato dalla mamma.
"Il bambino con attaccamento sicuro sa di poter fare affidamento sul genitore e quindi esprime liberamente i propri sentimenti di ansia e paura, perché sa che il suo bisogno di conforto verrà soddisfatto con sollecitudine e dopo il conforto si riprende in poco tempo dal disagio".
UNO-DUE ANNI. GIOCHI TURBOLENTI. Con lo sviluppo della coordinazione motoria aumenta il coinvolgimento dei padri che propongono giochi movimentati. Questi sono molto utili per esercitare i bambini a sopportare e gestire emozioni estreme come eccitazione e paura. Anche verso i due anni il gioco alla lotta con papà può essere utile per regolare l'aggressività del bambino. In questo gioco il padre non deve consentire che il figlio sia dominante ma deve avere il controllo (pur concedendo brevi momenti di predominio). Il gioco deve avvenire in un contesto sempre intimo e affettuoso.
UNO-DUE ANNI. SVILUPPARE L'AUTOCONTROLLO.
Chiedere a un piccolo di collaborare a fare qualche piccolo lavoretto è un buon esercizio per sviluppare l'autocontrollo. Ma per coinvolgere un bambino a fare qualcosa che non vorrebbe il genitore deve mostrare un atteggiamento affettuoso, ricorrere all'umorismo in modo da far leva sulla naturale inclinazione del bambino a collaborare. Infatti, secondo recenti studi, il comportamento affettuoso dà più risultati di un atteggiamento coercitivo e basato sulla forza.
UNO-DUE ANNI. I MOMENTI DI RABBIA. Verso i due anni i bambini si intestardiscono a fare di testa loro. È importante che i genitori portino avanti i loro propositi senza arrendersi davanti al pianto del piccolo. Ma devono farlo in modo affettuoso, flessibile (con un approccio che può comprendere negoziazione e compromessi) ed eventualmente impiegando strategie basate sul gioco. Usando quindi uno stile educativo autorevole e non autoritario.
UNO-DUE ANNI. GESTIRE LE PAURE. Nel caso di bambini particolarmente timidi o paurosi i genitori devono evitare il più possibile atteggiamenti iperprotettivi, ma anzi avere un atteggiamento positivo e incoraggiare il figlio ad affrontare situazioni problematiche. Un genitore che interviene sempre al posto del bambino gli impedisce di acquisire l'esperienza per diventare autonomo e rinforza in lui il suo senso di vulnerabilità e sfiducia in se stesso. Invece i genitori devono lasciar fare, spesso i bambini hanno più potenzialità di quello che immaginano.
DUE ANNI. PARLARE DELLE EMOZIONI. A mano a mano che il bambino impara a comprendere il linguaggio, il genitore riesce ad aiutarlo a regolare il proprio comportamento e le proprie emozioni attraverso il dialogo. Deve spiegare in modo chiaro e affettuoso perché certi comportamenti non vanno bene e parlare delle emozioni che si provano nei momenti difficili.
DUE ANNI. I BENEFICI DEI LIBRI. Numerosi studi hanno confermato l'efficacia della lettura condivisa per sostenere lo sviluppo linguistico e cognitivo. I bambini che leggono spesso con mamma e papà hanno successivamente migliori abilità linguistiche e di scrittura. Ma il tipo di lettura che apporta maggiori benefici è quello in forma "dialogica", cioè che partendo dal testo e dalle immagini i genitori incoraggiano la partecipazione attiva del bambino, ad esempio cercando un collegamento tra ciò che vede nel libro e se stesso o altre esperienze (ad esempio: automobilina raffigurata nel libro e macchina del papà...) Inoltre, la lettura oltre a essere un momento di sviluppo di abilità cognitive è anche un momento per coltivare l'immaginazione e per approfondire e scoprire le emozioni. "Leggere insieme un libro è un'occasione unica per condividere emozioni e idee".