Il cordone ombelicale: com'è fatto davvero? E quando va tagliato e come si cura? Ecco alcune cose importanti che bisogna sapere su questo collegamento incredibile tra mamma e neonato.
1. COME E' FATTO IL CORDONE OMBELICALE
Il cordone è il collegamento fisico tra il feto e la sua mamma, poiché, unendo l'addome del bimbo alla placenta materna, fa comunicare i due sistemi circolatori. È formato da tre vasi sanguigni: una vena ombelicale (che porta ossigeno e sostanze nutritive dalla placenta al feto) e due arterie ombelicali (che portano le sostanze di rifiuto dal feto alla placenta).
I vasi sono protetti da una sostanza gelatinosa che si chiama "gelatina di Wharton". La particolare struttura del cordone permette di mantenere un collegamento stabile tra mamma e bimbo assicurando però al piccolo una mobilità alta, fondamentale per il suo sviluppo neuromotorio.
2. COSA ACCADE SE C'E' QUALCOSA DI STRANO
Può accadere che il cordone ombelicale non sia sempre perfetto e che possa avere varianti di lunghezza o anomalie. Tra queste, per esempio: una sola arteria ombelicale, invece di due; avvolgimenti intorno al corpo del bambino; presenza di nodi; presenza di cisti;
inserzioni anomale, per esempio ai margini della placenta o sulla membrana amniotica. Nella maggioranza dei casi, queste variazioni e anomalie non devono preoccupare poiché non sono gravi. Però, è anche vero che in alcuni casi possono essere il segnale di qualche disturbo o anomalia: occorre dunque consultare sempre il medico.
3. QUANDO VA TAGLIATO
Fino a qualche tempo fa, il cordone era tagliato immediatamente dopo la nascita del bebè. Attualmente, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il cordone va tagliato non prima di uno-tre minuti dopo la nascita: così si abbassa il rischio di anemia fetale. Ritardare il taglio, infatti, significa consentire un maggior apporto di sangue fetale dalla placenta al bambino, e dunque un maggior apporto di ferro. In alcuni ospedali, eventualmente su richiesta della donna, si aspetta anche qualche minuto in più, di solita una ventina, cioè fino a quando il cordone smette di pulsare da solo.
4. LE STAMINALI DEL CORDONE SONO IMPORTANTI: ECCO PERCHÈ
Il sangue del cordone ombelicale contiene cellule staminali potenzialmente utili per il trattamento di malattie del sangue e del sistema immunitario (tra cui leucemie, linfomi, ecc.). È per questo motivo che si può scegliere di donare il sangue del cordone ombelicale del proprio neonato a una banca pubblica, in modo tale che le staminali possano essere adoperate da chi ne ha bisogno.
È diffusa anche la conservazione presso banche private (a pagamento), che le tengono da parte per il bambino stesso o la sua famiglia. Ma attualmente non esistono prove scientifiche del fatto che questa conservazione privata sia davvero utile.
5. IL MONCONE: COME CURARLO
Secondo l'Oms e l'Associazione americana dei pediatri, nei paesi avanzati dal punto di vista igienico, tra cui l'Italia, non bisogna fare tantissimo. Occorre soltanto cercare di mantenere il moncone asciutto per facilitarne la caduta. Quando possibile, è consigliabile farlo stare all'aria, cosa che aiuta a farlo asciugare. Inoltre, meglio usare coperture traspiranti e, se serve, una detersione leggera con acqua o acqua e sapone delicato.
No, invece, a soluzioni antibatteriche, antisettiche, disinfettanti e anche all'alcol, che potrebbe provocare ustioni.
6. ENTRO QUANTO TEMPO CADE IL MONCONE?
Se tutto va bene, il residuo del cordone ombelicale cade da solo nel giro di 7-15 giorni.
7. IL BAGNETTO
Si consiglia di non fare al neonato il bagno per immersione, cioè nella vaschetta, finché il moncone non si è separato e la cicatrice non è asciutta. Ciò serve a evitare di allungare i tempi della caduta del moncone e di far arrivare germi attraverso l'acqua nell'organismo del neonato. Tuttavia, questa raccomandazione non è basata su alcuna evidenza scientifica. Nel dubbio, comunque, nei primissimi giorni di vita meglio ritardare l'immersione completa, aspettando che cada il moncone del cordone.