Visto con gli occhi del bambino ... Silvia, un anno e mezzo, si meraviglia. Che il papà il sabato pomeriggio vada a guardare la partita di calcio con il suo amico Matteo, va bene. Ma lei che cosa ci deve fare con quest’altra bambina? Soprattutto, come le viene in mente, a questa Chiara, di prendere i suoi giochi? … e con gli occhi dei genitori Anche i papà si meravigliano: perché mai le loro figlie coetanee non riescono a stare insieme una mezzoretta? Abbiamo fatto qualcosa di sbagliato? Dobbiamo esserci anche noi con loro?
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Che cosa dice l'esperto
Janina Knobeloch, pedagoga e insegnante dell’Istituto di pedagogia infantile di Berlino, dice: "In verità, durante il secondo anno di vita, i bambini non giocano ancora insieme. Piuttosto, giocano vicini con lo stesso gioco." Il fatto che i bambini di un anno e mezzo si scambino i mattoncini o le formine, rappresenta il primo gradino verso il gioco insieme. Quello che vale per l’apprendimento del linguaggio, vale anche per il gioco in società: c’è chi inizia prima e chi dopo. I bambini che vanno al nido o i fratelli più piccoli spesso ci arrivano prima: si devono confrontare prima con questioni tipo “mio” e “tuo” e imitano il gioco dei più grandi, perché anche il comportamento in società deve essere allenato. I piccoli solisti possono essere aiutati se vengono inseriti in un gruppo di gioco o se possono partecipare alla ginnastica mamma-figlio. Un consiglio ai padri: non dovete giocare con le vostre figlie o in qualche modo aiutarle, ma neanche prendervela se una vuole insistentemente guardare il calcio in braccio a papà.
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