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Che cos’è la cataratta congenita e come intervenire

di Simona Regina - 08.11.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La cataratta congenita rappresenta una delle cause più frequenti di cecità infantile. La tempestività dell'intervento è fondamentale: l'opacità del cristallino va operata nelle prime settimane di vita

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Cataratta congenita e bambini

Rappresenta una delle cause più frequenti di cecità infantile. La tempestività dell'intervento, quindi, in caso di cataratta congenita, è fondamentale: l'opacità del cristallino, se estesa, va operata infatti nelle prime settimane di vita.

Ma che cos'è la cataratta congenita?

Che cos’è la cataratta congenita?

Come illustrato dall'Istituto Superiore di Sanità, la cataratta congenita è una malattia caratterizzata da opacizzazione del cristallino già alla nascita o nei primi tre mesi di vita.

Il cristallino è la lente che si trova all'interno dell'occhio: se opaco, la visione si riduce.

A seconda dell'area del cristallino coinvolta, la cataratta congenita può manifestarsi in forma più o meno grave, fino a compromettere in modo grave la visione binoculare: cioè la capacità di vedere correttamente con entrambi gli occhi.

La cataratta congenita può interessare un solo occhio o entrambi, ma anche se si tratta di una cataratta monolaterale può venir compromessa la visione binoculare. 

Quali sono i sintomi?

Generalmente, l'occhio con la cataratta appare visibilmente opaco e spento, specialmente nelle fotografie dove non si crea il caratteristico effetto "occhi rossi" e questo di solito non sfugge agli occhi dei genitori. Così come spesso sono proprio i genitori a segnalare la presenza di un riflesso pupillare biancastro (leucocoria). 

I sintomi più caratteristici della cataratta congenita sono l'eccessiva sensibilità alla luce, il nistagmo (movimenti ritmici e involontari degli occhi che si manifestano intorno ai 3 mesi di età), il riflesso bianco della pupilla quando viene esaminata con la luce (leucocoria), l'ambliopia, la riduzione cioè della vista spesso associata alla cosiddetta sindrome dell'occhio pigro e, se la cataratta è monolaterale, oltre all'ambliopia si sviluppa generalmente lo strabismo.

Come si fa la diagnosi?

La diagnosi precoce è fondamentale perché più tempestivo è l'intervento maggiori sono le opportunità di recuperare al meglio la funzionalità visiva e di scongiurare lo sviluppo di complicazioni.

Una complicazione che compromette gravemente la visione è l'ambliopia irreversibile: cioè la ridotta visione a un occhio per un ridotto funzionamento della retina.

Se la diagnosi arriva nei primi giorni di vita, ed è opportuno farlo, è possibile intervenire subito chirurgicamente.

La diagnosi può essere eseguita attraverso il cosiddetto esame del riflesso rosso. Si tratta di un test basato sul corretto passaggio di un raggio luminoso fino al fondo dell'occhio, essenziale per la valutazione della vista del neonato e del bambino. 

Come spiegato dall'ISS, è bene considerare un'eventuale familiarità e il basso peso alla nascita.

Quando eseguire l’intervento chirurgico?

Entro i primi 3 mesi di vita se la cataratta congenita ostacola gravemente lo sviluppo della vista.

Si tratta di un intervento di microchirurgia per asportare il cristallino opacizzato attraverso una piccola incisione. Dopo l'intervento e il consigliato riposo, per favorire lo sviluppo visivo si ricorre alla cosiddetta terapia occlusiva: si benda cioè per alcune ore al giorno l'occhio non operato (in caso di cataratta monolaterale) o in maniera alternata, in caso di cataratte bilaterali, si benda prima un occhio e poi l'altro. 

Come puntualizzato dall'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia, alcune cataratte infantili che non interferiscono sulla capacità visiva, in quanto piccole o poco dense, non richiedono la chirurgia.

La raccomandazione è di rivolgersi a un medico specialista in oftalmologia in caso di sospetto che il proprio bambino o la propria bambina abbia problemi della vista. Sarà l'oculista a valutare la necessità o meno dell'operazione chirurgica, a indicare l'attività di riabilitazione e la tempistica delle visite di controllo.

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