Quando si presentano le coliche?
“Generalmente le coliche neonatali si presentano per la prima volta già nel primo mese di vita. L’orario caratteristico è quello del tardo pomeriggio - sera, e possono protrarsi per i primi tre mesi di vita del piccolo”.
Come si riconoscono
“Il neonato che soffre di coliche gassose si esprime con un pianto irritato e difficilmente sedabile, talvolta accompagnato dalla flessione degli arti inferiori dall’emissione di aria”.
Disturbo funzionale
“É importante che i genitori sappiano che questo disturbo non corrisponde quasi mai ad una malattia organica o a intolleranze alimentari, si tratta invece di un disturbo funzionale”.
No agli allarmismi
“Nella maggior parte dei casi non si tratta di un disturbo dell’apparato digerente, ma di comportamenti che il neonato manifesta in seguito alla intensa stimolazione dei suoi sensi nei primi mesi di vita”.
Un mondo ovattato
“Il neonato proviene da un mondo ovattato, quale è l’utero materno: buio, rumori attenuati, temperatura costante, un continuo massaggio sul suo corpo da parte della muscolatura dell’utero”.
Un brusco stop
“La nascita interrompe di colpo questa situazione: il parto è un evento 'traumatico' che lo porta di colpo a contatto con un mondo totalmente diverso”.
Immerso in un mondo di rumori
“Appena nato, subito il neonato riceve intense stimolazioni attraverso i suoi sensi: con l’udito e la vista vive come in un bagno di rumori ed esperienze visive”.
Una situazione tutta nuova
“Per il neonato il senso più importante nei primi mesi di vita è il tatto: ogni volta che viene preso in braccio, per mangiare, per essere coccolato, per essere lavato e cambiato, riceve intense stimolazioni che plasmano il suo cervello”.
Un pianto liberatorio
“Le intense esperienze sensoriali corrispondono ad intense emozioni provate dal neonato. Tutto questo crea uno stato di tensione ed eccitabilità che lo affatica. Si comprende quindi come a fine giornata vi possa essere lo sfogo delle fatiche accumulate tramite il pianto”.
Uno sforzo di adattabilità
“Le coliche gassose sono raramente espressione di un problema di salute: si tratta piuttosto di un processo di graduale adattamento alla nuova vita che il neonato si trova ad affrontare. Il suo sistema neurologico ha bisogno di un certo tempo per trovare un equilibrio di tranquillità e benessere”.
Progressiva diminuzione
“Di solito dopo il terzo mese questi fenomeni di pianto difficilmente consolabili si riducono progressivamente (per la gioia dei genitori). Questo accade perché il bambino ha avuto tempo di adattarsi alla nuova vita”.
Cosa fare?
“Quando il neonato manifesta delle coliche intense, accompagnate da un pianto continuo, i genitori devono osservare e considerare come ridurre le esperienze sensoriali (tatto, vista, udito) che il loro bimbo vive durante la giornata, cercando di diminuire l’eccitabilità che queste possono provocare”.
IMPARARE A CONOSCERE IL PROPRIO BAMBINO
“Ogni genitore impara a conoscere il proprio bambino: con l’osservazione e il passare del tempo mamma e papà imparano a riconoscere quali esperienze sensoriali disturbano o eccitano eccessivamete il loro piccolo”.
Adattamento lento
“Ogni neonato ha il proprio carattere e ha bisogno di tempi diversi per adattarsi alla nuova vita. I genitori quindi devono proporre le varie esperienze (il bagnetto, le passeggiate, il cambiamento di casa) con tempi più dilatati a seconda dei bisogni del proprio bambino”.
Adattamento più rapido
“Ci sono invece alcuni neonati che accettano con tempi più veloci le diverse esperienze sensoriali. Per esempio, quello di essere presi in braccio da persone diverse, sentire voci differenti ed essere toccati in un modo differente sono stimolazioni molto intense: per alcuni sono gradite, per altri risultano più disturbanti”.
Contenimento fisico
“Un modo che può tranquillizzare i neonati è cercare di ricreare la situazione che vivevano stando nell’utero materno, quando tutto il loro mondo era dentro alla pancia della mamma”.
In fasce
“Un tempo i neonati venivano fasciati stretti per lungo tempo. In fondo, quest’usanza nasceva dall’intuizione di mantenere nella vita ‘esterna’ il contenimento del corpo del bambino che vi era all’interno dell’utero”.
Un caldo abbraccio
“Per calmare il pianto del piccolo, si può quindi avvolgerlo stretto con una copertina, abbracciarlo, fargli sentire la rassicurante presenza della mamma e il battito cardiaco che è stato il rumore di sottofondo di tutta la sua vita fetale”.
Cullare il bambino
“Oltre che fare massaggi sulla pancia (nel nostro video potete vedere come), si può prendere il neonato in braccio e dondolarlo. Il movimento più corretto è cullarlo oscillando da avanti a indietro (non lateralmente): gli ricorderà cosa provava in pancia quando la mamma camminava. E’ molto importante che quando viene cullato il bambino sia contemporaneamente tenuto stretto al corpo del genitore”.
Voce dolce
“Ha un effetto tranquillizzante, intanto che lo si stringe, parlargli vicino all’orecchio in modo sommesso, anche usando filastrocche con cantilene e suoni ritmici”.