Dotto di botallo, cos’è
Il dotto arterioso di Botallo connette l'aorta e l'arteria polmonare. Questa connessione permette una corretta ossigenazione del feto. Generalmente si chiude in maniera spontanea entro 3 giorni dalla nascita. Quando questo non avviene si parla di dotto arterioso pervio, ovvero di dotto rimasto aperto che determina un maggiore afflusso di sangue dalla circolazione polmonare sinistra verso quella destra, determinando quindi uno shunt sinistro-destro. L
a prima è caratterizzata, al momento della nascita, da una pressione più elevata. Il sangue fluirà quindi necessariamente dalla circolazione a pressione più alta alla circolazione a pressione più bassa, ossia da sinistra verso destra. Di conseguenza il sangue ossigenato tornerà nuovamente ai polmoni sottraendo sangue pulito alla circolazione sistemica. Questo, se protratto nel tempo, potrà provocare un minor apporto di ossigeno agli organi periferici, come il cervello, l'intestino, i reni e i surreni e iperafflusso polmonare che, se non trattato, potrebbe sfociare in edema polmonare.
CHIUSURA DEL DOTTO DI BOTALLO
Alla nascita, il feto si separa dalla placenta e non ha più bisogno delle connessioni tra la circolazione sistemica e quella polmonare perché è capace di procurarsi ossigeno attraverso la respirazione. Dopo il primo pianto, i polmoni si espandono e diventano capaci di scambiare ossigeno e anidride carbonica tra l'ambiente e la circolazione. Per questo motivo, le connessioni come il dotto arterioso di Botallo, il forame ovale e il dotto venoso si chiudono spontaneamente.
Quali sono i sintomi legati alla mancata chiusura del dotto di botallo
Solitamente i neonati con un piccolo dotto arterioso aperto non hanno sintomi. Segnali della problematica si riscontrano più spesso nei nati pretermine. La sintomatologia riguarda le conseguenze dell'iperafflusso polmonare e dell'ipoafflusso sistemico, ovvero di sangue ossigenato per gli organi periferici. I sintomi di iperafflusso polmonare si manifestano con una scarsa alimentazione, ridotta crescita e difficoltà respiratoria, oltre a un'accelerazione del battito cardiaco e del respiro. I sintomi da ipoafflusso sistemico possono determinare condizioni come l'enterocolite necrotizzante, insufficienza renale o danni cerebrali, come possibili sanguinamenti o ischemia. Ecco le caratteristiche principali:
- i neonati e i lattanti mostrano dispnea (respiro frequente e affannoso) durante i pasti o il pianto
- sudorazione e rallentamento o stop dell'accrescimento ponderale o, all'inverso, rapido e innaturale aumento del peso corporeo
Come si fa la diagnosi
Il campanello d'allarme nei casi di dotti di medie e grandi dimensioni è un soffio al cuore, se il dotto di Botallo è rimasto aperto e sta creando problemi al piccolo, il medico noterà anche polsi periferici pieni o addome gonfio.
A confermare la condizione anomala saranno la radiografia del torace e l'elettrocardiogramma.
La radiografia potrebbe mostrare una sporgenza dell'atrio sinistro, del ventricolo sinistro e dell'aorta ascendente, mentre l'elettrocardiogramma potrebbe mostrare un'ipertrofia ventricolare sinistra. I dotti più piccoli possono passare inosservati ad una semplice visita in quanto clinicamente silenti e venire diagnosticati durante una valutazione ecocardiografica eseguita per altri motivi
Quali bambini hanno più spesso il dotto arterioso pervio e quando è utile
A presentare il dotto arterioso pervio sono, in particolare, gli "extreme preterm" ovvero i piccoli nati tra la 24esima e la 28esima settimana di gestazione e con un basso peso alla nascita. I dati parlano del 6-10% dei nati a termine con questa condizione e di circa il 40% dei nati prematuri.
Il dotto rimane apertoIn alcune condizioni, come cardiopatologie congenite, il dotto di Botallo può essere un salva-vita. Per esempio, in caso di coartino aortica, quando si verifica un grave restringimento dell'aorta che non permette al sangue ossigenato di raggiungere tutti gli organi, un dotto arterioso farà in modo che il sangue misto raggiunga la circolazione sistemica ossigenando i tessuti periferici.
Come si cura
In assenza di cardiopatologia congenita, per chiudere il dotto arterioso pervio potrebbe essere necessaria una cura con farmaci o una terapia chirurgica. Il trattamento farmacologico prevede l'impiego di composti specifici, come l'ibuprofene o di altri antinfiammatori che attivano gli eventi che entro i primi due tre giorni di vita portano alla chiusura del dotto. Se i farmaci non dovessero dimostrarsi efficaci o se vi sono controindicazioni al loro impiego, il dotto arterioso verrà sistemato intervenendo chirurgicamente.
Aggiornato il 29.11.2022