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Il sonno del bambino quando arriva un fratellino. Riflessioni e consigli

di Sveva Galassi - 24.11.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Capita che il sonno del bambino, quando arriva un fratellino, cambi completamente. Come gestire dunque la nanna del primogenito quando arriva un altro bebè? Lo abbiamo chiesto ad Alma Georgis, puericultrice esperta del sonno in età pediatrica.

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Il sonno del bambino quando arriva un fratellino

Accade di frequente che, dopo l'arrivo di un fratellino o di una sorellina, il promogenito o la primogenita inizino a dormire male. Come gestire dunque il sonno del bambino e della bambina quando la mamma dà alla luce un altro bebè? 

Lo abbiamo chiesto ad Alma Georgis, mamma di due bimbe e in attesa del terzo, che si occupa di sostegno alla genitorialità come puericultrice esperta del sonno in età pediatrica. Insegnante di scuola primaria, laureata in scienze della formazione, si occupa di infanzia da tutta la vita.

Gestisce la pagina Instagram @alma_dolcenanna.

Come gestire il sonno quando arriva un fratellino?

Alma ha piegato che spesso, dopo l'arrivo di un fratellino o di una sorellina, ci vuole tempo per far sì che gli equilibri si ristabiliscano e ciò è del tutto normale. «Da una parte, il secondogenito avrà bisogno di cure prossimali continue, diurne e notturne. Dall'altra, il primogenito avrà sicuramente grande necessità di essere rassicurato e di tempo per adattarsi ai cambiamenti. 

Flessibilità è la parola d'ordine; infatti nessuno può sapere con certezza le caratteristiche e il temperamento del nuovo arrivato come non possiamo sapere le reazioni e i comportamenti che il primogenito metterà in campo nei primi periodi.
 
Accoglienza è la seconda parola d'ordine; i bisogni dei bambini hanno necessità di essere soddisfatti. Spesso, questo può essere faticoso, ma alla lunga darà sicuramente innumerevoli vantaggi sugli equilibri di tutta la famiglia, si tratta di un investimento. 
 
Detto questo, è assolutamente normale sentirsi esausti e a volte spaesati. Ricordiamoci che i bambini sono sempre cresciuti in un "villaggio" che oggi spesso viene a mancare. Partendo da questo presupposto è importante comprendere che chiedere aiuto non vuol dire essere una "cattiva" mamma, ma al contrario rendersi conto dei propri (normalissimi!) limiti e delle proprie difficoltà».

Si svegliano tra loro?

«Spesso e volentieri quando nasce un fratellino o una sorellina una delle domande più naturali è chiedersi se si disturberanno e si sveglieranno tra di loro durante la notte.  
 
Soprattutto inizialmente, quando non si conoscono ancora bene tra loro, potrebbero disturbarsi a vicenda e in questo caso l'utilizzo di un dispositivo che emetta rumore bianco può essere quasi un "salvavita". 
 
Ricordiamoci tuttavia di utilizzare rumori bianchi sempre seguendo le norme di sicurezza, cioè ad un volume ridotto (non superiore a 50 dB) e ad una certa distanza dal letto dei bambini (almeno 1 m).
 
Più frequentemente, però, i bambini non si svegliano a vicenda perché riconoscono nei suoni emessi dall'altro individuo qualcosa di familiare e innocuo.
 
Vi faccio un esempio: pensiamo a chi abita nei pressi di un campanile o di una ferrovia. Nonostante il campanile suoni soventemente o il treno passi con costanza durante la notte, un individuo non sarà probabilmente risvegliato da questi rumori in quanto il suo cervello li percepisce come innocui e quindi non induce la veglia.
 
Come sempre, non esiste una risposta univoca e valida per ogni famiglia. Al contrario è importante sperimentare senza particolari aspettative, osservando e traendo conclusioni».

Bebè e primogenito, dove farli dormire

«Le linee guida sul sonno sicuro del nostro Ministero della salute italiano e dell'American Academy of Pediatrics consigliano un coSleeping per il primo anno di vita. 
 
Fare coSleeping significa condividere la stessa stanza del sonno. Questo permette un accudimento prossimale, un intervento più rapido in caso di bisogno e rende il sonno dei neonati più leggero (e questo è ovviamente ottimo in quanto la facilità di risveglio aumenta il grado di sicurezza sul sonno).
 
Al contrario il Bedsharing non può essere consigliato. Condividere non solo la stanza, ma anche la stessa superficie di sonno (il classico lettone, ma anche il divano per esempio) non può essere considerato totalmente sicuro, secondo le più recenti linee guida.
 
Ecco che possiamo quindi consigliare di mantenere il nuovo nato in camera con i genitori, in un lettino o in una culla, in Sidebed o meno.
 
Riguardo al secondogenito, può sicuramente essere mantenuto in camera dei genitori finché questo assetto va bene per tutti. Nel caso in cui il fratellino si trovasse già in cameretta, è anche possibile fare un passo indietro, con sensibilità nei confronti di una possibile problematica sorta, riaccogliendolo provvisoriamente in camera. Questa non deve essere visto come una sconfitta, ma solo come un particolare momento di vita in cui ci sono esigenze particolari».

Se il primogenito dorme nel lettone, quando e come spostarlo in un lettino?

«Possono essere dati pochi consigli in maniera universalmente valida, ma la sicurezza è uno di questi. Ciò per dirvi che un neonato non può sicuramente stare nel lettone se è presente un altro bambino
 
Abbiamo già detto che il Bedsharing è una pratica sconsigliata, ma dobbiamo comunque prendere in considerazione che a volte una mamma che allatta si addormenta in maniera involontaria con il proprio bambino nel lettone. Se questo dovesse succedere, avere un ulteriore bambino nel letto aumenterebbe sensibilmente la pericolosità di questo gesto. 
 
C'è la possibilità di spostare il letto del fratellino più grande in camera con noi così da poter accudire entrambi i bimbi con maggior facilità in caso di bisogno. Se l'età lo permette, possiamo valutare anche un letto montessoriano, cosicché il bimbo sia libero di muoversi e di andare dal genitore all'occorrenza.
 
Ogni famiglia, alla luce di queste considerazioni, dovrà effettuare le proprie scelte e le proprie valutazioni».

Regressione del sonno quando nasce il fratellino. Consigli

«Questo tipo di "regressione" può essere la causa dei frequenti risvegli, fortemente legati alla componente emotiva, dei bambini. L'amore di un genitore non si divide, ma si moltiplica, tuttavia per i piccoli questo non è chiaro e la paura di perdere l'affetto dei propri genitori è dietro l'angolo. Cosa fare dunque?
 
  1. Sicuramente possiamo lavorare di anticipo e spiegare ai nostri bambini che sta per arrivare in casa un fratellino o una sorellina. Puntiamo la nostra attenzione sul dialogo e sulla comunicazione, usiamo libri e racconti per aiutarci. Non dobbiamo ignorare il cambiamento che sta per arrivare, ma nemmeno bombardare il nostro bimbo con preparazioni esagerate. Una via di mezzo è probabilmente un'ottima strategia.
  2. Se arrivasse una difficoltà presentata dal nostro bimbo più grande, è bene comprendere e accogliere i bisogni di nostro figlio, valutando altresì un cambiamento del setting notturno, anche solo provvisoriamente, per semplificarci la vita. Ricordiamo che solo rispondendo adeguatamente ai bisogni dei nostri bambini la sensazione di sicurezza sarà dietro l'angolo e gli equilibri verranno trovati più fretta. Valutiamo anche di trascorrere del tempo di qualità esclusivo con il primogenito così da riservarci delle coccole o attività speciali senza il fratellino.
  3. Coinvolgere il fratello "grande" nelle attività di tutti i giorni con il neonato è anche essa un'ottima strategia, che farà sentire il nostro bimbo partecipe e protagonista del menage familiare. Non si sentirà messo da parte e al contempo aumenterà il suo senso di efficacia, divertendosi e facendo esperienze nuove.
  4. Soprattutto quando la differenza di età tra i due fratelli non è così ampia, può risultare controproducente puntare l'attenzione sul fatto che il secondogenito è ormai "grande". Infatti, probabilmente, soprattutto in un momento delicato come questo, lui si sentirà vulnerabile e bisognoso di maggiori affetto e rassicurazione. Al contrario, ricordargli ed esplicitare che lui è (e rimarrà per sempre!) il cucciolo della mamma e del papà potrebbe generare lui un maggiore senso di sicurezza.
 
Ad ogni modo non c'è giudizio o cosa giusta o sbagliata, l'importante è focalizzarsi sull'attenzione da dare ai nostri bimbi, trovando la nostra specifica quadra, che non sempre arriverà al primo tentativo».

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