Tutti i genitori, almeno una volta, hanno sentito parlare dei lavaggi nasali o irrigazioni nasali per tenere pulito il nasino dei propri figli. C'è chi sostiene siano una pratica da fare "al bisogno" e chi invece ritiene vadano vatti sempre e comunque, anche negli adulti, per detergere le vie nasali ed evitare il ristagno di muco. Per sapere quando è davvero consigliato farli, con che frequenza e cosa utilizzare, abbiamo creato una piccola guida con l'aiuto del dottor Alberto Ferrando, pediatra di famiglia, presidente dell'Associazione pediatri liguri e autore del libro Come nutrire mio figlio.
Lavaggi nasali: cosa sono e quando è consigliato farli?
I lavaggi nasali, o irrigazioni nasali, consistono nell'introdurre nelle narici una soluzione di acqua e sale, la famosa soluzione fisiologica, con lo scopo di "pulire" il naso dal muco in eccesso. Si tratta di un vero e proprio lavaggio della cavità nasale ed è molto utile sia per alleviare i sintomi respiratori che accompagno solitamente le malattie da raffreddamento, sia per prevenirne alcune complicazioni come le otiti e le sinusiti.
"Le prime vie aeree dell'apparato respiratorio svolgono comunemente un'azione di difesa attraverso vari meccanismi come il riscaldamento dell'aria inalata e il movimento delle 'ciglia vibratili'. Dal naso in giù, sono infatti presenti tante piccole 'ciglia' che si muovono dal basso verso l'alto per effettuare la pulizia dell'apparato respiratorio dalle secrezioni che normalmente si accumulano e che vengono prodotte naturalmente dal nostro corpo" spiega il dott. Ferrando, che poi aggiunge "molti dei virus che causano il raffreddore, però, alterano il movimento delle ciglia, e di conseguenza la pulizia è sensibilmente rallentata. Ecco perché i lavaggi nasali sono un modo utile per dare sollievo alla respirazione e contribuire a prevenire eventuali complicazioni".
I lavaggi nasali sono particolarmente utili nei neonati e nei bimbi piccoli che non sono ancora in grado di soffiarsi il naso.
In particolare, è consigliato fare i lavaggi nasali ai bimbi "raffreddati":
- prima di dormire, così avranno un sonno più tranquillo;
- prima di allattarli, visto che la respirazione avviene quasi esclusivamente tramite il nasino;
- prima dell'aerosol, per favorire la penetrazione della terapia aerosolica.
La pratica dei lavaggi nasali è ritenuta sicura e priva di controindicazioni e può essere quindi effettuata più volte nel corso della giornata.
I lavaggi nasali non presentano controindicazioni e possono essere utilizzati tranquillamente anche per lunghi periodi, ma non sempre sono necessari quindi il consiglio è di chiedere un parere al pediatra.
Vediamo ora nel dettaglio come eseguire i lavaggi nasali.
Lavaggi nasali: come farli passo dopo passo
Esistono diversi modi per effettuare i lavaggi nasali nei neonati e nei bambini, ma il metodo più comune rimane quello della siringa senza ago.
Occorrente:
- soluzione fisiologica (bottiglia da 250 o 500 ml) oppure quella consigliata dal pediatra;
- siringa da 2,5-5 ml se il bambino ha meno di 12 mesi, da 10 ml se ha tra 12 mesi e tre anni, 20 ml se ha più di tre anni;
- "oliva" morbida (facoltativa, acquistabile in farmacia e su internet) da attaccare alla siringa;
- fazzoletti per asciugare e pulire il nasino del bimbo.
Come procedere:
- riempire la siringa con la soluzione da utilizzare e riscaldarla sotto un getto di acqua calda (fino a circa 30°) per dare meno fastidio al bambino;
- se il bambino è piccolo, posizionatelo in modo tale che la sua testa sia più in basso rispetto al piano delle spalle;
- se si tratta di un lattante, invece, adagiatelo a pancia in su con la testa ruotata da un lato;
- posizionare sopra la siringa una "oliva" morbida (acquistabile in farmacia e su internet) per evitare di causare lesioni alla mucosa nasale, se usate una siringa (senza ago);
- inserire la siringa senza ago nella narice più in alto (se il bambino è sdraiato sul fianco destro, iniziare con la sinistra);
- svuotare la siringa esercitando una pressione delicata ma continua. La soluzione uscirà dall'altra narice;
- asciugare il bambino, tranquillizzarlo e procedere con l'altra narice.
Tra le alternative alla siringa senza ago troviamo:
- flaconcini monouso di soluzione fisiologica, meno efficaci, ma utili ad esempio quando ci si trova fuori casa;
- docce nasali, effettuate attraverso degli accessori montati sull'apparecchio dell'aerosol;
- spray si soluzione fisiologica (o di acqua di mare).
Cosa utilizzare per i lavaggi nasali?
Come abbiamo visto poco sopra, per i lavaggi nasali si usa solitamente la soluzione fisiologica in flaconi (soluzione isotonica) che costa pochi euro o dei flaconcini monouso (di costo maggiore).
In alcuni casi, in particolare quando il muco è molto denso, il pediatra può consigliare la soluzione ipertonica che ha una concentrazione di cloruro di sodio più elevata (circa il 3%). La soluzione ipertonica va alternata a quella isotonica per via del potenziale effetto irritativo a lungo termine sulle mucose nasali. "Esistono inoltre in commercio dei preparati a cui viene aggiunto un piccolo quantitativo di acido ialuronico che si è dimostrato efficace nel dare sollievo alla mucosa nasale, alleviando cioè la possibile irritazione data dalla soluzione salina" precisa Ferrando.
Lavaggi nasali: vanno fatti sempre o solo al bisogno?
Quando si parla di lavaggi nasali c'è sempre chi sostiene che siano molto utili e che andrebbero fatti regolarmente, sia nei bambini che negli adulti, per tenere pulite le vie nasali, e chi invece sostiene che andrebbero fatti solamente al bisogno. "Facendo una ricerca su internet è molto probabile trovare l'indicazione di farli soprattutto a neonati e lattanti, ma sospetto che la spinta del commercio influenzi un po' il suggerimento di farli sempre anche in situazioni di non malattia" afferma il dott. Ferrando. "Spesso viene addirittura scritto che per i bimbi piccoli sono indispensabili. Io non sono di quest'idea perché fisiologicamente i bambini starnutiscono varie volte, in pieno benessere, rimuovendo così le secrezioni fisiologiche".
Il lavaggio nasale, quindi, che nessun bambino solitamente si fa fare con piacere, è consigliato quando c'è una produzione aumentata di muco, come avviene nel caso delle infezioni delle vie respiratorie, che rende il respiro difficoltoso. "Un indicazione allargata in prevenzione – prosegue Ferrando – può essere data a bambini che soffrono di otiti recidivanti".
In caso di bronchiolite
I lavaggi nasali, come dimostrato da diversi studi scientifici tra cui uno studio italiano del 2016, sono particolarmente utili in caso di bronchiolite. Secondo i ricercatori, infatti, l'irrigazione nasale con soluzione salina può migliorare l'ossigenazione del sangue e aiutare i bimbi ad alimentarsi meglio e a dormire più serenamente.
"In caso di bronchiolite, il pediatra valuterà se utilizzare una soluzione fisiologica o una soluzione ipertonica" precisa Ferrando.
E se il neonato non li tollera?
I lavaggi nasali possono essere un momento di stress sia per i bimbi che per i loro genitori. Nel caso in cui non ci fosse nessuno ad aiutarvi e non foste molto pratici con i lavaggi nasali, potrebbe essere utile avvolgere il bimbo in un lenzuolino così da limitarne un po' i movimenti. "L'importante è agire con calma e pazienza – spiega Ferrando – e, nei bambini più grandicelli, dare l'esempio facendo i lavaggi ai genitori o a eventuali fratelli o sorelle maggiori. Se il bambino sembra non tollerare proprio i lavaggi nasali, anche una abbondante umidificazione può essere utile, oppure si può provare con le docce nasali che si collegano all'apparecchio dell'aerosol".
Aspiratori nasali: sono utili?
Per quanto riguarda gli aspiratori nasali, invece, va detto che al momento non esistono studi scientifici che dimostrino la loro efficacia. "Solo in casi eccezionali possono essere utili quelli 'a bocca' che permettono di rimuovere il muco che dopo il lavaggio non riesce a uscire dalla narice perché particolarmente denso o abbondante" precisa Ferrando, che poi aggiunge "non va comunque considerata come una pratica di routine perché potrebbe irritare la mucosa nasale e non può sostituire il lavaggio".
Altre fonti utilizzate:
Materiale informativo Ospedale Meyer di Firenze;
Materiale informativo Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.