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Metodo Ponseti: il trattamento per il piede torto congenito

di Viola Stellati - 17.03.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Il Metodo Ponseti è una tecnica spagnola in grado di trattare il piede torto congenito: in cosa consiste e come funziona

In questo articolo

Metodo Ponseti

Il piede torto congenito è una delle più comuni malformazioni congenite delle ossa e delle articolazioni dei neonati. Come riportato sul sito dell'Ospedale Infantile Burlo Garofolo, coinvolge 1-2 bambini su mille nati ed è spesso bilaterale e più frequente nei maschi. La buona notizia, però, è che esiste un trattamento molto valido per questo problema: il Metodo Ponseti.

In cosa consiste il Metodo Ponseti

L'obiettivo principale del Metodo Ponseti - così chiamato per via del suo ideatore - è quello di limitare al massimo l'aggressione chirurgica del piede e dunque la rigidità, la debolezza e il dolore che ne potrebbero conseguire in età adulta.

È perciò un trattamento che si basa su una serie di manovre manipolative e l'uso di gessi che riescono a mettere in atto una correzione progressiva del piede. L'intervento chirurgico, quando necessario, è ridotto ai minimi termini e consiste in una microincisione (2-3 mm) nella parte posteriore della caviglia.

Di seguito, è poi fondamentale la tutorizzazione tramite l'uso di un apparecchio apposito che pone il piede in "abduzione" (o "rotazione esterna") e che deve essere mantenuto fino all'età di 4 anni.

Efficacia di questo metodo

Come riportano numerosi studi, così come si può leggere sul sito dell'Istituto Ortopedico Rizzoli, l'essenzialità dei principi basilari della metodica, la loro riproducibilità ed efficacia in termini di risultati hanno fatto sì che tale tipo di trattamento abbia ormai preso piede in tutto il mondo.

Anzi, come sottolinea uno studio pubblicato sul Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia, in Italia il Metodo Ponseti è il più utilizzato per il trattamento del piede torto congenito in quanto esistono punti di forza di questa tecnica che sono universalmente riconosciuti, e varianti che sono diversamente applicate con risultati sovrapponibili che confermano l'indubbia validità di tale tecnica.

Le tre fasi della tecnica Ponseti

Sul sito dell'Associazione Ponseti Italy si può leggere che rispetto ad altre tecniche questa permette di avere risultati clinico-funzionali a breve e lungo termine facilmente e rapidamente riproducibili, a patto che la metodica sia praticata da personale medico ben addestrato; un rapporto più conveniente di 4:1 in termini di costi/ efficacia rispetto alla metodica manipolativa di Kite e a quella funzionale francese e addirittura di 6:1 rispetto al trattamento chirurgico; minore rischio di recidive sia in termini quantitativi che di gravità clinica.

È inoltre specificato che il Metodo Ponseti si compone di 3 fasi:

  1. fase correttiva;
  2. fase di mantenimento della correzione mediante il tutore;
  3. fase di osservazione clinica dopo la dismissione del tutore.

Fase correttiva

La fase correttiva del Metodo Ponseti deve essere iniziata preferibilmente entro le prime due settimane di vita del bambino. Dura circa 4-6 settimane e consente di correggere tutte le deformità tranne l'equinismo rigido. In casi non particolarmente gravi, è possibile eseguire un protocollo di trattamento "accelerato" con tappe correttive a cadenza più serrata (ogni 3-5 giorni), ma con efficacia equiparabile al protocollo originale.

Fase di mantenimento della correzione mediante il tutore

Al fine di mantenere la completa correzione anatomica e funzionale del piede e contrastare efficacemente la tendenza della malattia a sviluppare una recidiva durante la crescita, è obbligatorio l'impiego di un tutore ortopedico. Il tempo di applicazione del tutore varia a seconda della gravità della deformità iniziale.

Fase di osservazione clinica dopo la dismissione del tutore

A seguito delle prime due fasi, è necessario sottoporre il bambino a un corretto programma di controlli per verificare precocemente se si è di fronte a uno dei rari casi di recidiva dopo i quattro anni di età e per assicurarsi che lo sviluppo dei nuclei di ossificazione delle ossa del piede proceda bene. Controlli che devono essere effettuati ogni sei mesi e poi una volta all'anno o ogni due anni fino al termine di accrescimento scheletrico.

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