. Spesso si pensa, a torto, che possa manifestarsi solo in età adulta e invece può presentarsi anche in infanzia e adolescenza, talvolta con manifestazioni specifiche.
Ne parliamo con May El Hachem, responsabile dell'Unità operativa di dermatologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, e con Vito Di Lernia, dirigente medico dell’Unità di dermatologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, specializzato in dermatologia pediatrica. Entrambi sono tra gli autori delle raccomandazioni sul trattamento della psoriasi grave nei bambini, pubblicate nel 2017 sull’European Journal of Pediatrics .
“Dipende dal tipo di psoriasi” dichiara El Hachem. “La forma più comune, sia negli adulti sia nei bambini, è la psoriasi volgare (a placche), che in genere si manifesta con chiazze tondeggianti, a margini netti, di colorito rossastro, tipicamente ricoperte da squame biancastre, localizzate in genere su gomiti e ginocchia e nella regione lombo-sacrale. Talvolta, alle chiazze si associano desquamazione a livello del cuoio capelluto e ispessimento delle unghie, che assumono un colorito giallastro e un aspetto punteggiato”.
Altre tre forme sono invece caratteristiche soprattutto dell’età pediatrica:
“Dal punto di vista fisico, spesso non ci sono fastidi particolari: può esserci però un lieve prurito e stanchezza” sottolinea Di Lernia. “Ma soprattutto, se le chiazze sono visibili può esserci un marcato impatto sulla qualità della vita, proprio perché l’esposizione delle chiazze, per esempio su viso, mani, avambracci, può creare un notevole disagio”. In effetti, alcuni studi suggeriscono che i bambini colpiti siano più a rischio dei coetanei non affetti di sviluppare nel tempo anche disturbi come ansia e depressione.
“In Italia ne soffre il 3% degli adulti, e un terzo di loro ha cominciato a soffrirne da bambini” spiega Di Lernia. Più difficile, invece, determinare chiaramente quanti siano i bambini colpiti: “Possiamo stimare circa lo 0,5% della popolazione pediatrica, con una frequenza che aumenta all’aumentare dell’età, da 1 a 18 anni”.
“Alla base della psoriasi c’è una predisposizione genetica, tanto che spesso chi ne soffre ha altri casi in famiglia (un genitore oppure un nonno), ma a favorire la comparsa delle lesioni concorrono anche vari fattori scatenanti, come traumi meccanici (per esempio lo sfregamento), infezioni, farmaci, fattori emotivi, climatici ecc” spiega El Hachem. Per questo, gli esperti la definiscono malattia poligenica (i geni coinvolti sono diversi) e multifattoriale.
“La psoriasi – aggiunge la dermatologa - è una malattia tendenzialmente cronica a evoluzione recidivante, cioè alterna momenti di remissione a momenti di ripresa. Tuttavia quando colpisce in età pediatrica è molto probabile che le lesioni non ritornino più per tutta la vita”. Non è però prevedibile quali sono i bambini che andranno incontro a remissione e quali invece manterranno la malattia anche in età adulta.
Se la malattia è lieve, si preferisce in genere una terapia di tipo locale, in particolare con pomate a base di cortisonici. “A proposito, non devono spaventare” avverte Di lernia. “Se i cortisonici sono impiegati con le dosi e secondi tempi corretti non dovrebbero esserci effetti collaterali”. Altre possibilità, per quanto non studiate direttamente nei bambini ma derivate dall’impiego negli adulti, sono pomate a base di calcipotriolo (un derivato della vitamina D), tazarotene, catrame vegetale, anti-infiammatori non steroidei.
E ancora, aggiunge El Hachem: “Nelle forme squamose e solo nel bambino più grande si possono applicare creme cheratolitiche, con acido salicilico, urea, miscele di alfa e beta idrossiacidi, in grado di far staccare le squame e favorirne l’eliminazione.”
Per le forme più severe – cioè quelle che interessano parti sensibili come mani e viso, oppure un’estensione superiore al 10% del corpo - il documento redatto da Di Lernia, El Hachem e colleghi, indica come trattamento d’elezione quello con farmaci biologici che bloccano il TNF-alfa, un fattore immunitario noto per il suo coinvolgimento nella psoriasi, come pure in altre malattie infiammatorie come l'artrite reumatoide. Si tratta in particolare di adalimumab ed etanercept, che vengono somministrati con iniezione sottocutanea una volta alla settimana oppure ogni due settimane. “Queste terapie possono essere somministrate anche a lungo termine e danno risultati significativi in una buona percentuale di piccoli pazienti. Intanto, sono in fase di studio altri farmaci biologici che in futuro potranno essere impiegati per la terapia.
Per tutte le forme, sempre indicato il trattamento costante con creme idratanti ed emollienti. Da sole non sono risolutive, ma sono importanti in combinazione con gli altri trattamenti.
“Ormai sta diventando sempre più evidente una certa associazione tra psoriasi infantile e condizioni come sovrappeso e obesità o aumento del colesterolo e dei lipidi nel sangue” spiega Di Lernia. “Per questo, il trattamento dei bambini con questa malattia non dovrebbe trascurare – dove necessaria – anche una certa attenzione alla dieta, che dovrebbe essere varia ed equilibrata, e allo stile di vita, con un adeguato esercizio fisico”.
“Grazie agli studi di questi ultimi anni la terapia della psoriasi infantile sta cambiando” spiega Di Lernia. “Per questo è bene rivolgersi a un centro specializzato, come sono in genere i reparti dermatologici ospedalieri, che spesso hanno ambulatori di riferimento per i bambini e le loro condizioni”.