Cos’è la sindrome di Kallmann
La sindrome di Kallmann è una malattia genetica che provoca una ridotta capacità di percepire gli odori e una pubertà ritardata o totalmente assente. È caratterizzata dall'associazione tra due manifestazioni cliniche specifiche: il mancato o parziale sviluppo dei genitali (ipogonadismo), spesso associato a infertilità, e la perdita parziale o totale di olfatto (iposmia o anosmia). La malattia impedisce quindi di vivere in modo naturale la pubertà. Colpisce in genere un maschio su 10.000 e una femmina su 50.000. I difetti della sindrome di Kallmann dipendono da un'alterazione organica e funzionale dei centri nervosi deputati alla percezione degli odori (neuroni olfattori) e di quelli ipotalamici (neuroni GnRH) che determinano l'inizio dello sviluppo puberale e mantengono lo stimolo dell'asse ipofiso-gonadico. La malattia è infatti caratterizzata da un deficit isolato delle gonadotropine (FSH ed LH), ormoni prodotti dalla ghiandola ipofisi, essenziali per lo sviluppo, la maturazione, il mantenimento delle funzioni delle ovaie e dei testicoli.
Come si manifesta la sindrome di Kallmann
La sindrome di Kallmann appartiena alla categoria degli ipogonadismi ipogonadotropi congeniti e si caratterizza per la produzione di una quantità insufficiente di ormoni coinvolti nello sviluppo sessuale. La principale conseguenza di questa mancanza consiste nell'alterazione della crescita dei genitali esterni: i pazienti affetti dalla sindrome, infatti, presentano alla nascita un pene di dimensioni eccessivamente contenute (micropene) e una condizione di criptorchidismo (testicoli non palpabili). Nel corso della pubertà, poi, la riduzione o la totale assenza degli ormoni comporta il mancato sviluppo dei caratteri sessuali secondari, come la crescita di peluria e il cambio del tono di voce nei maschi o la comparsa delle mestruazioni e del seno nelle femmine. Se non viene trattata per tempo, inoltre, la sindrome può portare all'infertilità. Infine, sintomi tipici di questa malattia sono anche l'iposmia e l'anosmia, ossia la ridotta capacità o addirittura la completa incapacità di percepire gli odori.
Come si fa la diagnosi
La sindrome di Kallman è dovuta a un difetto dello sviluppo dei centri nervosi che ha luogo già durante la fase embrionale ed è causato dalla mutazione di alcuni geni. Per diagnosticare il problema vengono eseguiti una valutazione clinica completa e specifici test di conferma. Possono essere anche misurati i livelli degli ormoni sessuali presenti nel sangue e può essere prescritta un'olfattometria per analizzare il funzionamento dell'olfatto. In alcuni casi può essere utile l'analisi dei bulbi olfattivi mediante risonanza magnetica.
Come si trasmette e come si può curare
Come spiega il sito Telethon, finora sono stati identificati 4 geni coinvolti nell'insorgenza della sindrome di Kalmann (KAL1, responsabile della forma legata all'X, FGFR1, PROKR2 e PROK2) ma è molto probabile che ne siano implicati altri. A seconda del gene interessato, sono possibili diverse modalità di trasmissione:
- autosomica dominante, un genitore malato ha il 50% di probabilità di trasmettere la malattia a ciascuno dei figli;
- autosomica recessiva, i genitori sono portatori sani della mutazione, mentre ciascun figlio della coppia ha il 25% di probabilità di essere malato
- recessiva legata all'X, in genere solo i maschi presentano i sintomi, mentre le femmine sono portatrici sane
Nei casi meno gravi un'adeguata stimolazione ormonale può indurre la pubertà risolvendo questo tipo di problematica, per esempio una ripetuta stimolazione con l'ormone ipotalamico GnRH (test dinamico) è in grado di provocare un incremento dei livelli circolanti di LH e FSH. La terapia nel caso degli uomini consiste nella somministrazione di gonadotropine o testosterone, nelle donne nella somministrazione di estrogeni e progesterone. La pubertà non rende di per sé il paziente fertile, ma è possibile indurre la fertilità con le normali terapie esistenti con risultati variabili. Una volta raggiunta la pubertà, è necessario somministrare la terapia ormonale per il resto della vita.
Non ci sono invece ancora trattamenti per la perdita dell'olfatto. Gli ormoni svolgono un importante ruolo nel ciclo di vita delle ossa e una loro mancanza può provocare osteoporosi. Nei soggetti che hanno la pubertà indotta dalla terapia ormonale a una età corrispondente a quella di un soggetto sano, questo problema non dovrebbe essere rilevante. Può invece diventare grave se la somministrazione della terapia ormonale inizia a un'età più avanzata oppure nei casi di soggetti che interrompono il trattamento o che non lo pratichino.