Gennaio 2016: Lia, 6 anni, non può andare a scuola perché i compagni non sono vaccinati. Lia è immunodepressa e non si può vaccinare. Ottobre 2015: una bimba di un mese di Bologna muore di pertosse. Spagna, giugno 2015: un bambino di sei anni è morto di difterite, malattia che mancava dal paese da quasi 30 anni. Il piccolo non era vaccinato. Pochi mesi prima, a Roma, una bimba di quattro anni era morta per una rara complicazione del morbillo. Anche lei non era vaccinata. E ancora, la scorsa estate ci sono stati due casi di paralisi da poliomielite in Ucraina, sempre in bambini non vaccinati.
Eventi sporadici, è vero, ma gravissimi, anche perché spia di una tendenza. "Negli ultimi anni, a livello internazionale, è aumentata la diffidenza nei confronti dei vaccini" commenta Paolo Bonanni, professore di igiene all'Università di Firenze e coordinatore del gruppo di lavoro sui vaccini della Società italiana di igiene.
Colpa di vari fattori, tra i quali un'informazione distorta, che soprattutto sul web corre veloce.
Risultato? Le vaccinazioni calano, con persistenza di malattie che potremmo facilmente sconfiggere, come il morbillo, o il rischio che ne tornino altre ormai date per scomparse, come difterite o poliomielite.
Ad andarci di mezzo non sono solo i bambini delle famiglie che scelgono di non vaccinarli (e già questo sarebbe grave), ma anche quelli che, per ragioni mediche, non possono essere vaccinati, per esempio perché allergici ai vaccini o affetti da immunodeficienze.
L'immunità di gregge : ecco a che cosa serve
"La vaccinazione è un atto di protezione non solo individuale, ma anche sociale" spiega l'esperto. Più persone sono immuni a un certo virus o batterio, più è difficile per quel microrganismo diffondersi nella popolazione, fino a un punto in cui la trasmissione diventa praticamente impossibile. Oltre quella soglia, risultano protette anche le persone che non sono immuni: per questo si parla di immunità di gruppo o di gregge. Sotto la soglia, il rischio di malattia aumenta, per tutti i non vaccinati.
Del resto, i rischi sono molti meno di quelli temuti. "Il più grave, ma raro, è il rischio di shock anafilattico. Va detto però che i centri vaccinali sono attrezzati per fronteggiarlo, per cui in genere non ha conseguenze" spiega Bonanni. "Altri possibili effetti collaterali sono decisamente più lievi, come la febbre o il dolore nel punto di iniezione".
Non c'è invece alcuna dimostrazione scientifica di un legame tra vaccini e autismo: si tratta di una "bufala" che prende origine da una vera e propria frode scientifica.
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