Con l'arrivo dell'inverno siamo abituati a veder aumentare, anche notevolmente, il numero dei casi di influenza stagionale. Quest'anno però la situazione è un po' più particolare.
Le sindromi influenzali e simil-influenzali sembra stiano colpendo meno persone rispetto agli anni precedenti. Osservando l'ultimo rapporto InfluNet, a cura dell'Istituto Superiore di Sanità, scopriamo infatti che in Italia nell'ultima settimana del 2020 si registrano 1,5 casi di influenza (o sindromi simil-influenzali) ogni mille assistiti, dato in calo non solo rispetto alle precedenti settimane, ma anche rispetto alla stessa settimana della scorsa stagione (3,9 casi ogni 1000 assistiti). I bambini sotto i 5 anni restano purtroppo i più colpiti, con in media 3 casi ogni mille assistiti.
Gli esperti ci ricordano che con l'emergenza sanitaria in corso la vaccinazione antinfluenzale è ancora più importante quest'anno. Ma cos'altro sappiamo finora dell'influenza 2020/21? E come procede la campagna stagionale per la vaccinazione? Facciamo il punto della situazione.
Influenza 2020/21: cosa sappiamo
Il primo caso di influenza stagionale è stato identificato a fine settembre in un bambino di 9 mesi a Parma. Si trattava di un virus influenzale del ceppo A sottotipo H3N2, un virus già conosciuto e per cui una buona parte della popolazione adulta ha già sviluppato gli anticorpi, a differenza dei bambini. I più piccoli infatti non essendo entrati in contatto con il ceppo in questione potrebbero risentirne maggiormente, per questo la vaccinazione antinfluenzale è consigliata.
Al momento, come riferisce l'Istituto Superiore di Sanità, il livello di incidenza dell'influenza e delle sindromi simil-influenzali è sotto la soglia basale.
Vaccinazione antinfluenzale: a che punto siamo
Ogni anno si ripresenta puntuale l'influenza che porta con sé febbre, tosse, dolori muscolari, mal di gola e, specialmente nei bambini, anche nausea, vomito e diarrea.
L'influenza è una malattia respiratoria provocata da virus influenzali che infettano naso, gola e polmoni con conseguenze anche piuttosto gravi per alcune categorie di persone.
Per questo, ad oggi, per evitare la malattia il metodo più sicuro ed efficace è la vaccinazione antinfluenzale che si effettua a partire dalla fine del mese di ottobre e prosegue fino alla fine di dicembre.
Quest'anno però, a causa dell'emergenza sanitaria provocata dal nuovo coronavirus, il Ministero della Salute ha consigliato alle regioni italiane di anticipare la vaccinazione per contrastare il più possibile la diffusione dei virus influenzali. Così a metà ottobre più o meno tutte le regioni avevano iniziato a somministrare il vaccino antinfluenzale alle categorie a rischio come anziani, bambini piccoli, donne in gravidanza e persone con determinate patologie. La campagna vaccinale partita in anticipo proseguirà anche nel 2021 al fine di proteggere quante più persone possibili.
Il vaccino antinfluenzale è stato ed è tutt'ora molto richiesto, tanto che per alcune mamme hanno raccontato sulla pagina Facebook di NostroFiglio di aver fatto fatica a prenotare la vaccinazione antinfluenzale per i propri figli. La domanda quindi sorge spontanea: le dosi acquistate saranno sufficienti a proteggere tutti coloro che vorrebbero vaccinarsi? Non ne siamo ancora certi dato che molte sono state le lamentele relative alla gestione dei vaccini. Non ci resta che aspettare altre notizie, anche se sembrerebbe che in alcune regioni l'arrivo di nuove dosi sia imminente.
La priorità però rimane comunque quella di vaccinare almeno una buona percentuale di soggetti a rischio per cui, ricordiamo, il vaccino è totalmente gratuito.
Per chi è raccomandata la vaccinazione antinfluenzale
L'influenza non è una malattia di poco conto come spesso si tende a pensare, bensì può avere conseguenze gravi soprattutto su determinate categorie di persone. Il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione antinfluenzale per:
1. Persone ad alto rischio di complicanze o ricoveri correlati all'influenza:
- persone dai 65 anni in su;
- donne in gravidanza o nel periodo postparto;
- persone dai 6 mesi ai 65 anni affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza tra cui malattie croniche dell'apparato respiratorio e cardio-circolatorio, diabete, malattie metaboliche, insufficienza renale cronica, tumori, malattie che comportino una carente produzione di anticorpi;
- bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale;
- familiari e contatti di soggetti ad alto rischio di complicanze.
3. Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali
4. Donatori di sangue
Per tutte queste categorie il vaccino non solo è raccomandato, ma è anche gratuito. Per la stagione influenzale 2020/21 il Ministero ha inoltre dato la possibilità di offrire gratuitamente la vaccinazione antinfluenzale anche a:
- persone tra i 60 e i 64 anni;
- bambini tra i 6 mesi e i 6 anni.
In questo caso però spetta alle regioni scegliere se offrire o meno il vaccino in modo gratuito.
Il vaccino antinfluenzale in gravidanza
Le future mamme rientrano tra le persone a cui la vaccinazione antinfluenzale è caldamente raccomandata. In un momento così bello, ma anche così delicato, della vita di una donna è infatti necessario prevenire il rischio di complicanze gravi e di decesso correlati all'influenza.
Tutte le principali istituzioni sanitarie, tra cui anche ECDC e OMS raccomandano la vaccinazione per le donne in gravidanza.
Perché è importante vaccinare i bambini
I bambini sono i soggetti più colpiti dalla sindrome influenzale e sebbene solitamente il rischio di incorrere in complicanze gravi sia minore, il vaccino antinfluenzale è molto utile e per questo raccomandato. L'obiettivo è quello di prevenire la malattia nel bambino e i disagi che può comportare, ma non solo, si vuole anche prevenire in generale la diffusione del virus influenzale, molto pericoloso per alcune persone.
Spetterà poi al genitore, con il consiglio del pediatra, valutare se effettuare la vaccinazione o meno.
Dove effettuare la vaccinazione antinfluenzale
Il vaccino antinfluenzale gratuito può essere somministrato presso gli ambulatori vaccinali delle aziende sanitarie. I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che hanno aderito alla campagna vaccinale potranno vaccinare i pazienti presso il proprio studio.
Per quanto riguarda i medici che non hanno aderito alla campagna vaccinale, essi potranno comunque somministrare (gratuitamente o meno, è una loro scelta) la dose di vaccino che i pazienti avranno acquistato in farmacia.
Purtroppo, bisogna constatare che praticamente in tutta Italia, ad eccezione di Lazio ed Emilia Romagna, le dosi di vaccino antinfluenzale in farmacia non sono mai arrivate o sono arrivate in quantità davvero esigue, proprio come hanno denunciato recentemente Federfarma e Altroconsumo.
Vaccino antinfluenzale: è sicuro?
Ma ora veniamo a una delle questioni più importanti: la vaccinazione antinfluenzale è sicura? Sappiamo bene che per alcuni genitori, ma non solo, il tema della vaccinazione può essere molto delicato da trattare perché genera ansie, timori e dubbi che sono assolutamente normali e non andrebbero mai sminuiti o derisi. Le evidenze scientifiche però ci rassicurano: i vaccini non sono solo efficaci, ma sono anche sicuri poiché vengono sottoposti a tutta una serie di controlli accurati effettuati durante la produzione e dopo la commercializzazione.
Tutti i vaccini antinfluenzali disponibili in Italia rispettano gli standard previsti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e sono autorizzati dall'Agenzia Europea del Farmaco (EMA) e/o dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
Come ogni farmaco anche il vaccino antinfluenzale può avere effetti collaterali, ma sono di natura lieve e transitoria. A seguito dell'iniezione si può riscontrare:
- reazioni locali come gonfiore e arrossamento della zona in cui è stato effettuato il vaccino;
- febbre;
- mal di testa;
- dolori muscolari o articolati.
Per chiarire eventuali dubbi e smentire alcune false credenze sulla vaccinazione antinfluenzale il Ministero della Salute ha creato una pagina con domande e risposte. Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha creato una breve guida su tutto ciò che c'è da sapere sul vaccino antinfluenzale.
Il vaccino può causare l’influenza?
No, la vaccinazione non può causare l'influenza perché si tratta di vaccini inattivati che contengono il virus "ucciso" o parti di esso. Gli antigeni del virus vanno a stimolare il sistema immunitario, ma non possono provocare la malattia.
E se un bambino a cui è stato somministrato il vaccino antinfluenzale si ammala comunque durante la stagione invernale, cosa significa? Probabilmente in questo caso non si tratta di influenza vera e propria, ma di una sindrome simil-influenzale.
Spesso, infatti, vengono etichettate impropriamente come "influenza" anche altre affezioni provocate da virus come Adenovirus, Rhinovrus, virus sinciziale respiratorio che si manifestano con sintomi praticamente identici a quelli influenzali.
Durante il nuovo anno dovremo ancora fare i conti anche con l'infezione da Sars-Cov-2 che si manifesta in modo molto simile all'influenza e alle sindromi simil-influenzali. In questo caso però il vaccino antinfluenzale potrebbe rappresentare un valido aiuto.
Vaccino antinfluenzale e Covid-19
Sappiamo ormai che insieme alle misure di protezione individuale e di igiene, il vaccino è lo strumento più efficace e sicuro per prevenire l'influenza stagionale. Ma i vantaggi della vaccinazione sono molteplici, soprattutto in questo particolare momento storico in cui è ancora attiva la pandemia da Covid-19.
Vaccinarsi contro l'influenza, e vaccinare anche i più piccoli, significa:
- semplificare, per i sanitari, la diagnosi tra Covid-19 e influenza;
- salvaguardare il nostro sistema sanitario già provato dalla pandemia;
- proteggere sé stessi dagli effetti dell'influenza che talvolta possono essere anche gravi;
- proteggere indirettamente anche le persone più fragili
Spesso si dimentica infatti che vaccinarsi è sì un atto che salvaguarda la nostra salute, ma significa anche e soprattutto limitare la diffusione dei virus per proteggere le persone più fragili. È un gesto altruistico che garantisce il benessere di tutta la popolazione.
Revisionato da Francesca De Ruvo