Il 13 settembre si celebra il World Sepsis Day, una giornata dedicata alla sensibilizzazione sull'importanza di interventi preventivi e precoci contro la sepsi, con un focus particolare sulle infezioni neonatali che colpiscono i bebè pretermine, ma non solo.
La sepsi neonatale è una grave complicanza di un'infezione che può evolvere in disfunzione multiorgano e portare alla morte se non trattata tempestivamente. Ogni anno si stima che la sepsi neonatale colpisca tra 3,9 e 5 milioni di neonati a livello globale, con circa 700.000-800.000 decessi. La sua alta mortalità ha portato l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a considerarla una priorità sanitaria globale.
Che cos’è la sepsi
La sepsi è la rara complicanza di un'infezione legata a infezioni contratte durante o dopo il parto. Nei casi più gravi, può portare a un danneggiamento dei tessuti e degli organi e quindi alla Sindrome da disfunzione multiorgano (e quindi alla morte).
Rischi per i neonati pretermine
I neonati pretermine sono particolarmente vulnerabili alla sepsi a causa del loro sistema immunitario immaturo. Sono a rischio soprattutto quelli nati prima delle 28 settimane o con un peso inferiore a 1,5 kg. La sepsi è la seconda causa di morte neonatale tra i bambini nati tra le 22 e le 40 settimane. Per questo è importante sensibilizzare sul tema diffondendo buone pratiche cliniche che siano in grado sia di prevenire l'insorgenza di infezioni alla nascita che di risolvere. In Italia la Giornata mondiale della sepsi è promossa dalla Società Italiana di Neonatologia, che attraverso una Linea Guida SIN per la Prevenzione delle Infezioni Ospedaliere punta a fornire una serie di raccomandazioni per uniformare le procedure su tutto il territorio nazionale.
Classificazioni della sepsi
Le cause della sepsi neonatale variano in base al timing dell'infezione. Si distinguono due forme principali:
- La sepsi ad esordio precoce (EOS), che si manifesta entro le prime 72 ore dalla nascita ed è solitamente causata dalla trasmissione di infezioni durante il parto, come quelle dovute a batteri come Streptococco B o Escherichia Coli.
- La sepsi ad esordio tardivo (LOS), che si verifica dopo i primi tre giorni di vita ed è spesso acquisita in ospedale, in particolare nelle unità di Terapia Intensiva Neonatale, a causa dell'uso di dispositivi invasivi come cateteri e ventilatori.
Le infezioni acquisite in ospedale, responsabili della sepsi ospedaliera (HAS), sono particolarmente pericolose per i neonati pretermine, aumentando il rischio di complicazioni e decesso.
Più della metà dei casi di HAS è però prevenibile attraverso adeguate misure di prevenzione e controllo delle infezioni.
Incidenza e dati
Una recente revisione sistematica e metanalisi degli studi epidemiologici sulla sepsi neonatale ha riportato che la EOS è 2,6 volte più comune della LOS.
L'incidenza delle due forme di sepsi neonatale varia ampiamente tra diverse aree geografiche e gruppi di popolazione.
- Nei paesi sviluppati, l'incidenza della EOS è stimata intorno a 0,5-1 casi per 1.000 nati vivi e fino a 13.5 per 1.000 nati tra i pretermine, mentre la LOS, più comune tra i neonati ricoverati in UTIN, presenta tassi che possono superare gli 88 casi per 1.000 neonati ad alto rischio.
- Nei paesi a basso e medio reddito, l'incidenza è significativamente più elevata a causa di fattori come l'alta prevalenza di nascite pretermine, condizioni igieniche inadeguate e limitato accesso a cure prenatali e perinatali di qualità.
Nonostante i progressi nella sopravvivenza dei neonati pretermine o di basso peso, questi richiedono spesso cure ospedaliere, aumentando il rischio di infezioni acquisite in ospedale (HAI). Uno studio recente ha mostrato che i tassi di sepsi tra i neonati ospedalizzati sono oltre sette volte superiori rispetto ad altri.
Nelle unità di Terapia Intensiva Neonatale, oltre la metà delle HAI sono sepsi ospedaliere (HAS), che aumentano la mortalità del 5.5% e sono associate a degenze più lunghe e maggiore resistenza antimicrobica. Tuttavia, più del 50% dei casi di HAS è prevenibile con adeguate misure di prevenzione.
Come riconoscere la sepsi in un neonato
I neogenitori potrebbero essere preoccupati dell'eventualità di insorgenza di infezioni e sepsi. Riconoscere questo stato senza una valutazione clinica può essere difficile, ma esistono alcune avvisaglie che possono indurre a sospettare dello stato di salute del proprio figlio:
- apatia,
- inappetenza,
- colorito grigiastro
- alterazioni rilevanti della temperatura corporea (troppo alta o troppo bassa).
Starà poi ai medici effettuare, oltre a un'analisi della sintomatologia, anche esami specifici: del sangue, delle urine o del midollo spinale, per individuare la presenza di virus, batteri o ancora funghi.
Una volta confermata la sepsi, si interviene con antibiotici qualora si tratti di un'infezione dovuta a batteri, ma anche con terapie di supporto liquidi per via endovenosa, trasfusioni, assistenza alla respirazione anche con ventilatori, farmaci per aiutare la pressione arteriosa.
Come si evita la sepsi
Come dicevamo, la sepsi è una complicanza di un'infezione, spesso contratta in ospedale, in particolare nel caso dei neonati. Questo può succedere al momento del passaggio nel canale vaginale - per esempio in presenza di batteri come lo Streptococco B o l'Escherichia Coli, per cui è fondamentale effettuare un tampone vagino-rettale alla futura mamma durante la gravidanza ed eventualmente trattarla con antibiotici - ma ancora più spesso accade dopo la nascita, a causa dell'uso di cateteri, ventilatori o per il contatto con virus.
Le infezioni, con conseguenti sepsi, sono infatti più diffuse tra i neonati pretermine proprio perché spesso hanno bisogno di interventi o supporto per continuare a crescere al di fuori del ventre materno. Fondamentale è rispettare procedure che evitino la contaminazione e, nel caso questo succeda, intervenire tempestivamente con l'uso di antibiotici, qualora si trattasse di infezioni batteriche.
Quali sono le sfide? Come prevenire?
La prevenzione della sepsi neonatale si basa su una serie di pratiche chiave, tra cui lo screening materno durante la gravidanza, l'uso di antibiotici profilattici per le donne a rischio e l'adozione di rigorose procedure igieniche negli ospedali. Anche l'allattamento al seno è incoraggiato, poiché fornisce un'immunità passiva al neonato contro molte infezioni.
Nonostante i progressi tecnologici e terapeutici, la sepsi neonatale rimane una sfida significativa a causa della difficoltà di diagnosi rapida, dell'aumento della resistenza antimicrobica e della mancanza di dati epidemiologici accurati. Investire in nuove tecnologie diagnostiche, migliorare la formazione del personale medico e implementare protocolli standardizzati di prevenzione sono essenziali per ridurre l'incidenza e la mortalità legata a questa condizione.
Il World Sepsis Day serve da promemoria della necessità di agire rapidamente per prevenire e trattare la sepsi, soprattutto nei neonati più vulnerabili.
Fonti