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Herpes neonatale: che cos'è, cosa comporta, come si previene, come si cura

di Irma Levanti - 22.11.2021 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Herpes neonatale: cos'è l'herpes labiale nel neonato, come si trasmette, incubazione, come si cura e quali sono i sintomi

In questo articolo

Herpes neonatale

Conosciamo tutti l'herpes labiale, la famosa "febbre sul labbro", un'infezione provocata da un virus chiamato herpes simplex: una malattia fastidiosa ma in genere innocua (anche se può portare a complicazioni più serie) quando colpisce adulti o bambini comunque già grandicelli. Se però l'infezione da virus herpes simplex colpisce un neonato il discorso cambia drasticamente, perché in questo caso può essere molto pericolosa, arrivando a mettere a rischio la vita stessa del bambino. Vediamo, quindi, come si manifesta l'herpes neonatale.

Che cos'è l'herpes neonatale

Si tratta di un'infezione da parte di un virus herpes simplex – di tipo 1, quello che tipicamente causa herpes labiale, oppure di tipo 2, responsabile in genere di herpes genitale – a carico di un neonato o comunque di un bambino molto piccolo, di pochi mesi d'età.

L'infezione può essere molto pericolosa per questi bambini così piccoli, che non hanno ancora un sistema immunitario sufficientemente maturo per contrastare la diffusione del virus. E più i bambini sono piccoli, più risultano vulnerabili agli effetti deleteri dell'infezione.

Per fortuna, si tratta di un'infezione poco diffusa che – si stima – colpisce nel mondo circa un neonato ogni 10 mila.

Quali sono i sintomi e come si manifesta

Ci sono tre modalità di manifestazione della malattia:

  • una forma locale, che interessa pelle, occhi e/o mucose della bocca. È la forma tutto sommato meno pericolosa e se trattato in modo opportuno con un antivirale il bambino colpito potrà recuperare completamente. Se non trattata, però, può progredire verso altre forme, più rischiose;
  • una forma che interessa il sistema nervoso e che si presenta in genere come encefalite;
  • una forma disseminata, che interessa più organi contemporaneamente e può presentarsi con grave insufficienza respiratoria o epatica e che con importanti disturbi della coagulazione del sangue.

A volte sono presenti sintomi tipici, come la presenza di vescichette intorno alla bocca, sul volto o sul resto del corpo, ma non è detto che questo accada sempre.

Altri sintomi iniziali, in particolare quelli relativi alla forma che interessa il sistema nervoso e alla forma disseminata (per le più gravi), possono essere meno specifici, come per esempio febbre elevata, letargia o al contrario grande irritabilità, difficoltà respiratorie, convulsioni.

Bisogna chiamare subito il medico se un neonato

  • è letargico o irritabile;
  • non vuole mangiare;
  • ha la febbre;
  • presenta vescicole o un rash cutaneo sulla pelle, all'interno della bocca, intorno agli occhi.

Il piccolo va invece portato immediata al pronto soccorso se:

  • appare del tutto privo di energie;
  • appare come floscio, inerte;
  • non si riesce a svegliarlo dal sonno;
  • mostra difficoltà a respirare o respira in modo veloce e affannoso;
  • presenta labbra o pelle di colorito bluastro.

La gravità della malattia

Se non curato, l'herpes neonatale può provocare la morte del bambino, o gravi conseguenze neurologiche. I trattamenti attualmente disponibili, a base dell'antivirale acyclovir somministrato per alcune settimane ad alto dosaggio, hanno ridotto significativamente questi rischi, ma purtroppo non sono ancora riusciti ad azzerarli del tutto.

Come avviene il contagio e l'incubazione

La via più frequente di trasmissione del virus herpes simplex è il contatto durante il parto con secrezioni materne di una mamma a sua volta infetta da herpes genitale. Questa modalità di trasmissione rende conto della quasi totalità dei casi.

Il rischio di trasmissione durante il parto è più elevato se la mamma ha in corso da meno di sei settimane un'infezione primaria da herpes simplex (cioè è entrata per la prima volta in contatto con il virus). È invece più basso se l'infezione primaria è stata contratta nella prima metà della gravidanza o in caso di infezione ricorrente (anche con episodi presso il termine di gravidanza).

In una minoranza di casi l'infezione è trasmessa al bambino sempre dalla madre durante la gravidanza (infezione in utero).

In altri casi – sempre piuttosto rari – il contagio avviene dopo la nascita, per contatto diretto con persone che hanno in corso infezioni attive da herpes simplex (la mamma o altri).

La terapia si basa sulla somministrazione per via endovenosa di alti dosaggi del farmaco antivirale acyclovir per almeno due o tre settimane. Sono inoltre previste terapie specifiche per eventuali condizioni concomitanti, come la presenza di convulsioni.

Come prevenirlo

Per ridurre il rischio di trasmissione durante il parto la prima cosa da fare quando una donna che aspetta un bambino sa di avere una storia di herpes genitale è avvisare il ginecologo che la segue, che stabilirà la procedura da seguire.

In caso di infezione primaria attiva da herpes genitale in corso da meno di sei settimane è raccomandato il taglio cesareo, che pur non azzerando del tutto il rischio di trasmissione lo riduce in modo molto significativo.

Se invece sono presenti lesioni genitali dovute a infezioni ricorrenti (e non primarie) l'opportunità del taglio cesareo è ancora in discussione: per questo non è raccomandato di routine, ma si raccomanda di valutare caso per caso.

Per la prevenzione del contagio dopo la nascita occorre evitare il contatto del neonato con persone che abbiano in corso un'infezione da herpes simplex: nel dubbio, meglio evitare di farlo baciare da parenti anche stretti, amici e conoscenti, e ovviamente niente baci neppure da parte della mamma o del papà se hanno l'infezione e la caratteristica “febbre” sul labbro. È sempre buona norma, inoltre, lavarsi bene le mani prima di toccare un neonato.

Herpes della mamma e allattamento: si può fare?

Il parere dei Centri per il controllo delle malattie di Atlanta: le mamme che hanno l'herpes simplex possono allattare se non ci sono lesioni (cioè vescicole) sul seno, e se eventuali lesioni presenti altrove sul corpo sono accuratamente coperte, in modo che non sia possibile la trasmissione accidentale del virus da quelle lesioni, magari toccate in modo accidentale da parte della mamma stessa, al bambino.

Se sul seno ci sono delle lesioni è opportuno sospendere almeno temporaneamente l'allattamento. Attenzione: non va usato neppure latte tirato, perché il rischio di contaminazione da parte del virus è comunque elevato. Se le lesioni sono presenti solo su una delle mammelle, il bambino può poppare dall'altra (dopo aver coperto accuratamente il seno interessato dalle vescicole).

Fonti per questo articolo: articolo scientifico Neonatal herpes simplex virus infections, sulla rivista Seminars in perinatology; materiale informativo dal sito per specialisti Up to Date; articolo Herpes genitale in gravidanza dal sito SaperiDoc, del Centro di documentazione sulla salute perinatale e riproduttiva dell'Emilia Romagna.

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Revisionato da Francesca Capriati

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