Ansia da separazione e bambini
L'ansia da separazione nasce dal timore di essere abbandonato dalla mamma e compare generalmente intorno all'ottavo mese di vita. In alcuni casi può invece apparire prima, in altri dopo.
Come si manifesta l'ansia da separazione
Si esprime sempre con irrequietezza, difficoltà ad addormentarsi, frequenti risvegli notturni, pianti disperati quando la mamma si allontana anche solo per raggiungere un'altra stanza.
L'ansia da separazione può avere vari livelli di intensità a seconda del temperamento del bambino e della capacità della mamma di rassicurarlo. A quest'ultimo proposito, è importante che la mamma da un lato sia molto affettuosa con il bambino e si dedichi a lui completamente ogni volta che le è possibile e dall'altro si mostri serena a fronte di qualsiasi manifestazione di disagio. Il bambino non deve cioè recepire né che la mamma è spaventata dalle sue reazioni, né che si sente in qualche modo colpevole di quello che gli sta accadendo, né che è irritata o, peggio, arrabbiata.
Ansia da separazione dalla mamma o anche dal papà?
La paura di essere abbandonato è un sentimento che di solito riguarda la mamma, ma in alcuni casi può svilupparsi anche nei confronti del papà. L'eventualità è frequente soprattutto nei casi in cui il papà fin dai primi mesi di vita si sia occupato del piccolo quotidianamente, anche prendendosi cura della sua igiene. Esattamente come deve fare la mamma, anche il papà deve far sentire il più possibile il suo affetto al bambino, non solo trascorrendo del tempo con lui ma anche carezzandolo, baciandolo, stringendolo a sé. Il contatto fisico è infatti uno straordinario strumento di consolazione.
Che cosa fare se il bimbo ha l'ansia da separazione?
Che cosa fare quindi? Oltre a porgere al bambino l'orsacchiotto, per la sua funzione di simbolo dell'affetto e della presenza materna, la mamma quando si allontana da lui gli può offrire una sua maglietta precedentemente indossata, in cui quindi ci sia il suo odore.
L'accorgimento risulta particolarmente consolatorio e, quindi, tranquillizzante per la maggior parte dei bambini.
Riassumendo invece quanto scritto prima, si può:
- far sentire l'affetto al bambino
- trascorrere del tempo con il bambino
- coccolare il bambino (il contatto fisico è uno strumento di consolazione)
(consulenza di Leo Venturelli, pediatra di famiglia, autore di numerose pubblicazioni di pediatria ambulatoriale e coautore di libri di divulgazione per genitori tra cui E' nato un bambino, La grande enciclopedia del bambino, Da 0 a 6 anni, una guida per la famiglia)
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