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L'imitazione non è innata nell'uomo: si impara da neonati

di Niccolò De Rosa - 10.05.2016 - Scrivici

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Uno studio mette in discussione decenni passati nella convinzione che i neonati agissero per capacità emulativa fin dai primi giorni di vita. Secondo i ricercatori però, le classiche smorfie di ritorno alle facce buffe degli adulti potrebbero semplicemente essere frutto del caso.

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Affacciati sulla culla a fare versi e gesti strani... e il vostro piccolo vi risponde! Un caso o vi sta imitando?

 

Fino ad oggi la scienza protendeva per la seconda ipotesi, supportata anche dalla recente scoperta dei neuroni a specchio, quelle cellule cerebrali cioè che si attivano quando un individuo vede un'azione e la percepisce come se fosse lui stesso a compierla; ma l'esistenza dei neuroni a specchio, che pur spiegano l'origine dell'empatia umana, potrebbe non bastare per giustificare il comportamento dei neonati nei primi mesi di vita.

 

LA RICERCA SUI PROCESSI COGNITIVI

Uno studio dell'Università del Queensland in Australia pubblicato su Cellar Biology infatti mette in discussioni anni di teorie su processi cognitivi, presentando risultati che confuterebbero la convinzione che i neonati nascano sapendo già imitare!

Queste supposte facoltà imitative sono state dunque messe alla prova in un esperimento che ha visto 106 infanti venire sottoposti in tempi diversi (prima, seconda, sesta e nona settimana di vita) a 11 modelli da imitare: espressioni facciali, suoni, schiocchi, mugolii, voci alterate, movimenti della mano, manipolazione di oggetti ecc...

L'obiettivo era osservare le reazioni dei neonati e capire mediante dati statistici la ricorsività di un'azione imitata dopo che la stessa era stata compiuta da un adulto. I risultati hanno mostrato chiaramente che i bambini non imitavano volontariamente il comportamento degli adulti.

«I neonati non sono nati con l'abilità di copiare ciò che fanno le altre persone, ma essi acquisiscono tali facoltà durante i primi mesi di vita - afferma Virginia Slaughter, principale autrice del progetto di ricerca - Una possibilità può essere che l'essere imitati giochi un ruolo importante nell'acquisizione di questa capacità. In un altro studio, abbiamo appurato infatti che i genitori imitano in media il loro bambino ogni 2 minuti; ciò può spiegare come i neonati imparino a collegare i loro gesti a quelli di un'altra persona.»

I ricercatori ora vogliono estendere il loro range d'osservazione fino al secondo anno di vita per capire con precisione quali fattori contribuiscano alla formazione delle capacità emulative.

FONTE: Corriere.it , Science Daily

Guarda anche il video sul primo mese di vita del neonato

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